FOLAGA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliFOLAGA

NOME SCIENTIFICO: Fulica atra
 

Le folaghe, che sulla terraferma appaiono goffe, in realtà mostrano le loro qualità negli ambienti acquatici, dove si trasformano in abili nuotatrici e tuffatrici. La loro indole timida e accorta muta completamente quando si sentono minacciate: le folaghe si riuniscono tutte assieme ponendosi l’una accanto all’altra battendo le zampe sull’acqua, pronte per schizzare il “nemico”. Si possono avvistare i loro nidi bizzarri nel folto della vegetazione acquatica: si tratta di una voluminosa costruzione tonda e galleggiante che fissano alle piante affinché non sia trascinata via dalla corrente…

 

Ordine: Gruiformes    Famiglia: Rallidae

La Folaga è un uccello acquatico di colore nero: si distingue per una tipica macchia bianca sulla fronte (scudo) che riprende il colore chiaro del becco. Gli occhi sono rossi e le zampe grigio-verdi terminano con lunghe dita lobate, frutto del processo di adattamento agli ambienti acquatici.  Raggiunge una lunghezza di circa 38 cm. Maschio e femmina sono piuttosto simili: mentre i maschi sono riconoscibili dalla macchia un po’ più grande e raggiungono fino ai 600 grammi di peso, le femmine arrivano a pesare anche 800 grammi. 

Le folaghe sono ottime nuotatrici e la specie, a livello globale, è molto diffusa. Vive infatti in Europa centrale e orientale, ma anche dall’Africa settentrionale fino alla Siberia e all’Australia. Sono soprattutto stanziali; solo quelle delle regioni più fredde migrano, in inverno, verso il sud. In Italia, la specie è molto numerosa nei periodi di “doppio passaggio” degli individui in migrazione.

Il suo habitat ideale è rappresentato da stagni calmi, terreni umidi e acque che scorrono lentamente, con molte piante acquatiche e canne palustri. In questi ambienti gli individui possono trovare abbondanza di risorse alimentari, con particolare riguardo a piante e molluschi. In ogni caso la specie è onnivora, e la raccolta del cibo avviene in base alla disponibilità stagionale. Per esempio d’estate le folaghe si cibano tipicamente di canne, alghe, erbe, piante acquatiche e residui organici oltre a piccoli pesci, rane, molluschi, insetti e larve di insetti; d’inverno non disdegnano anche resti di pane e rifiuti.

Sempre nei canneti la specie costruisce il nido, dove depone da 3 a 12 uova, covate per circa 21 giorni. Per il loro carattere vivace le folaghe si scontrano rumorosamente, battibeccando spesso tra loro. I combattimenti non sono una prerogativa del maschio e capita spesso di vedere anche femmine che si affrontano; in ogni caso, le lotte avvengono di regola tra individui dello stesso sesso. In alcune circostanze le folaghe possono anche unirsi contro i predatori, come il Falco di palude e la Volpe: se minacciate, infatti, si spostano rumorosamente tutte assieme, tra mille schizzi d’acqua. 

Prospettive

La Folaga in Italia è relativamente ben conosciuta e monitorata, soprattutto per quanto riguarda il contingente svernante. Sarebbe comunque opportuno valutare il reale impatto della pressione venatoria, tramite ricerche mirate, nonché approfondire l’analisi dei dati relativi alle variazioni della distribuzione e all’abbondanza della specie nel corso dell’anno.

In alcune aree campione sono già state effettuate rilevazioni in anni recenti, che andrebbero incrementate ed estese ai territori più importanti di presenza. Considerando i dati disponibili, si propone un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) pari a 6 coppie per ettaro nelle zone umide estese almeno qualche decina di ettari, e di 8 nidi per km lungo fiumi o grandi canali.

Nonostante la Folaga mostri un certo declino su scala provinciale o locale, lo stato di salute della specie appare relativamente soddisfacente a livello nazionale. Le densità risultano però non uniformi e vi sono diversi contesti in cui la specie mostra una concentrazione molto modesta.

Ad oggi la principale problematica di conservazione appare legata, per quanto riguarda la Folaga, a studi più approfonditi che consentano di quantificare il reale impatto dell’attività venatoria. Questo per poter formulare considerazioni scientificamente fondate sull’incidenza di tale pratica sul trend delle principali popolazioni della specie e mettere in atto eventuali azioni mirate di tutela su scala locale o nazionale.

Minacce

La Folaga nidifica in un’ampia fascia di climi e latitudini, dove occupa corpi idrici di acqua ferma o calma, ad eccezione delle pozze più piccole e dei bacini più profondi. La specie predilige infatti le acque con fondi fangosi, nei pressi di vegetazione emergente, fluttuante, o di fondale. Necessita di un minimo di acqua aperta e può sopportare una certa esposizione. Evita invece quelle aree che presentano una vegetazione troppo fitta. Predilige inoltre le aree di pianura, ma localmente penetra anche le vallate alpine.

La specie occupa ambienti più esposti alle estensioni di acqua aperta rispetto ad altri Rallidi e appare molto tollerante anche della presenza umana, nidificando persino su barche nei pressi di porticcioli lacustri. All’interno delle zone umide la Folaga preferisce gli specchi d’acqua più ampi: nei siti dove appare in espansione, occupa prima questi spazi e, successivamente, quelli più ridotti, purché ricchi di vegetazione.

In Lombardia la specie presenta una densità media di 3 coppie per ettaro in provincia di Pavia, dove la dimensione dei territori riproduttivi è pari a 1.744,2 mq. In Piemonte si ha una densità piuttosto variabile, da 0,001 a 2,7 coppie per ettaro. Lungo il corso del Po la densità registrata è pari a 4 coppie per ettaro, con 32 nidi in 4,2 km lungo il fiume Mera. In Emilia-Romagna, la densità è pari a 4.9 nidi per 10 ettari e la specie è stata rilevata, nel 1996, in ben 740 ettari di zone umide favorevoli.

La Folaga è soggetta a un’elevata mortalità diretta e indiretta dovuta alla caccia – abbattimenti, disturbo, avvelenamento da piombo – e appare sensibile a fattori quali l’eliminazione della vegetazione ripariale, bonifiche (soprattutto nei Paesi asiatici), non corretta gestione delle zone umide, cattura accidentale in reti da pesca. Altri fattori di rischio documentati sono rappresentati da mortalità per influenza aviaria o predazione (ad esempio da parte del Visone americano nel Regno Unito e in Polonia).

Stato di salute

La Folaga non è considerata una specie in pericolo. Attualmente è tendenzialmente “sicura” nell’Unione europea, con uno stato di conservazione favorevole anche a livello continentale. Nel complesso si è assistito, dagli anni ’70 agli anni ’90, a un moderato incremento della popolazione nidificante e a una certa stabilità di quella svernante nell’Unione europea. Nel ventennio successivo la popolazione nidificante ha subito un leggero declino, mente il contingente svernante ha mantenuto valori più stabili.

In Unione europea si stimano circa 590.000-1.100.000 coppie, mentre in Italia si contano 8-12mila coppie. Il 45-48% della popolazione continentale – quantificata in 1.300.000-2.300.000 coppie – e una frazione compresa tra il 25% e il 49% della popolazione globale della specie nidificano all’interno dei confini dell’Europa “comunitaria”. La popolazione nidificante italiana è relativamente limitata, con una percentuale non superiore all’1% di quella comunitaria complessiva.

Nel nostro Paese la specie mostra trend differenti a seconda delle regioni, anche se nel complesso l’andamento risulta stabile. In Lombardia è stato registrato un aumento del numero degli individui in provincia di Varese e, nel resto della regione, la popolazione ammonta a 1.000-2.000 coppie. In provincia di Vicenza, la Folaga è passata da circa 30 coppie a fine anni ’70 ad appena 2 nel 1991. In Trentino le coppie censite ammontano a un centinaio, mentre a Gorizia si stimano circa 100-200 coppie.

In Emilia-Romagna le cifre sono più consistenti, con la popolazione di folaghe che raggiunge le 2.000-2.800 coppie, di cui 300-500 nella sola provincia di Bologna. A metà degli anni ’90 in Toscana sono state registrate circa 300-600 coppie, che sono scese a 500-900 nel periodo 1999-2003. In Sicilia la specie è in aumento in anni recenti grazie all’occupazione di nuove aree, soprattutto nei pressi di invasi artificiali per l’irrigazione dove sussiste una buona copertura vegetazionale.

Ad oggi, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. La Folaga, inoltre, non è inserita nella Lista Rossa Nazionale e risulta specie cacciabile nel nostro Paese ai sensi della legislazione venatoria (157/92).

Semaforo

La Folaga presenta nel complesso uno stato di conservazione favorevole nel nostro Paese. Le principali popolazioni sono stabili così come stabili si mostrano gli ambienti idonei. Ciononostante, si registrano episodi di declino su scala locale probabilmente legati all’eccessivo impatto della pratica venatoria, comunque da quantificare in modo più approfondito tramite studi mirati .

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* Stabile Favorevole
Popolazione Complessivamente stabile Favorevole
Habitat della specie Stabile Favorevole
Complessivo   Favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

La Folaga è una specie rumorosa, soprattutto quando si sente minacciata. In queste circostanze gli individui si riuniscono ed emettono rumorosi suoni mentre scatenano le loro zampe per infastidire il nemico. Il canto della femmina è diverso da quello del maschio. Quest’ultimo infatti emette un fischio ad alta frequenza molto acuto e penetrante. Spesso le folaghe si scontrano tra loro mettendo in mostra il loro carattere vivace ed emettendo versi intensi a intermittenza.