FORAPAGLIE COMUNE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliFORAPAGLIE COMUNE

NOME SCIENTIFICO: Acrocephalus schoenobaenus
 

Dal carattere tendenzialmente solitario, il Forapaglie comune è difficilmente osservabile nei periodi di ridotta attività canora, in quanto tende ad avere l’abitudine di nascondersi tra l’alta vegetazione palustre. Al fine di entrare in contatto con la specie ci si affida infatti, in primo luogo, all’ascolto del suo canto, e solo in un secondo momento si riesce a identificarlo con maggiore certezza tramite il contatto visivo. Non è possibile individuare la specie quando è in volo, poiché tende a mantenersi radente alla vegetazione compiendo in aria solo brevi spostamenti…

Stato di salute

Nel continente europeo la specie risulta stabile e il suo stato di salute è considerato sicuro. Ciononostante, il Forapaglie comune è inserito nella Lista Rossa Nazionale quale specie “in pericolo critico” e in Italia risulta specie protetta ai sensi della legislazione venatoria vigente.

La popolazione nidificante dell’Unione europea è stimata in 217mila-344mila coppie e costituisce il 47-49% di quella continentale, che si attesta sulle 4,4-7,4 milioni di coppie. Quest’ultima, a sua volta, corrisponde a una frazione tra il 50 e il 74% della popolazione globale. La specie è considerata complessivamente stabile a livello continentale in quanto, sebbene alcune popolazioni risultino in declino, quelle chiave dell’Europa orientale (Russia, Bielorussia e Romania) si mostrano prevalentemente stabili senza sensibili fluttuazioni.

La popolazione italiana, nel decennio tra il 2000 e il 2010, ha fatto registrare un trend di crescita negativo. Negli ultimi 25 anni la specie è diminuita sensibilmente, passando da 30-100 coppie stimate negli anni Ottanta alle 15-25 del periodo 1994-2004. La popolazione nidificante nazionale rappresenta una trascurabile percentuale di quella continentale complessiva, ma costituisce il nucleo riproduttivo più a margine dell’areale globale della specie, dunque importante dal punto di vista biogeografico.

In Lombardia, la popolazione nidificante è passata dalle 40-45 coppie negli anni Sessanta alle 25-30 coppie nella seconda metà degli anni Settanta e alle 15-25 nel 1984-86. Tra fine anni Ottanta e inizio anni Novanta, si è registrato un pesante declino che, secondo le stime del 2004-2006, ha ridotto la popolazione a 3-4 coppie. Nel biennio 2007-2008, infine, la scomparsa dell’habitat ottimale ha portato all’estinzione totale della specie. In provincia di Brescia, nel 1971-74, erano stimate 3-5 coppie, che sono calate a una a inizi anni Ottanta per poi estinguersi del tutto negli anni successivi. Nella provincia di Como, tra il 1999 e il 2001, sono state rilevate 0-2 coppie, mentre nella provincia di Verona-Mantova le 1-7 coppie stimate negli anni Ottanta sono calate a 0-2 nel 1994-2004.