FRINGUELLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliFRINGUELLO

NOME SCIENTIFICO: Fringilla coelebs
 

Il Fringuello è il più comune uccello europeo. Si adatta infatti con estrema facilità agli ecosistemi più vari, purché siano presenti macchie di cespugli e alberi, sia in aree urbanizzate sia in aperta campagna. Nonostante le sue piccole dimensioni, durante il periodo riproduttivo difende coraggiosamente il proprio territorio, ma per il resto dell’anno preferisce muoversi in stormi misti, insieme ad altri Fringillidi, spesso con i maschi separati dalle femmine. Lo si distingue bene anche in volo per le bande bianche sulle ali, presenti in entrambi i sessi…

Prospettive

Buone sono le conoscenze sulla distribuzione e la densità del Fringuello sul territorio nazionale, mentre sono decisamente scarsi i dati sul successo riproduttivo e sui principali parametri demografici della specie. Sulla base dei dati disponibili, si può proporre un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) pari a 5 coppie per 10 ettari a scala locale.

In generale, è stato osservato come la specie si adatti con estrema facilità ad ogni tipo di ambiente boschivo, ma possa essere sfavorita dall’avanzare dell’urbanizzazione e risulti inoltre del tutto assente – o presente con densità molto modeste – dalle aree planiziali coltivate in modo intensivo e con scarsa presenza di elementi marginali quali boschetti, siepi e cespugli. Per questo, in aree agricole planiziali altamente antropizzate, è utile incentivare le misure agroambientali – di solito previste dai diversi Piani regionali di Sviluppo rurale – che comportino l’impianto di un opportuno “mosaico ambientale” sufficiente per favorire questa ed altre specie.

Nonostante lo stato di conservazione favorevole della specie, in Italia come in tutto il continente europeo, si registra infatti una progressiva contrazione dell’habitat idoneo, specialmente nelle pianure coltivate in modo intensivo o, comunque, nelle aree prospicenti le grandi città a causa dell’avanzata dell’urbanizzazione. Va comunque sottolineato come attualmente tali decrementi di habitat siano più che compensati dall’avanzata del bosco nella bassa e media collina, ove la specie risulta ben diffusa con densità spesso superiori all’FRV.