GUFO COMUNE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliGUFO COMUNE

NOME SCIENTIFICO: Asio otus
 

Il Gufo comune non può muovere gli occhi: in compenso, però, riesce a ruotare la testa di ben 270°. Durante l’inverno, questo interessante rapace notturno si riunisce, di giorno, su alberi usati come posatoi, probabilmente per assicurarsi protezione reciproca, e, da qui, prende il volo per cacciare, quando cala il buio. All’inizio della primavera, poi, le colonie si disperdono, per formare le coppie e nidificare. Nella tradizione fiabesca e nel mondo dell’animazione il Gufo è quasi sempre rappresentato come un animale saggio ed erudito, che diffonde la sua cultura a tutta la comunità animale – e talvolta umana – con cui entra in contatto; al tempo stesso, viene rappresentato come un essere dal carattere molto pignolo e permaloso. Secondo una leggenda popolare nord-europea, il Gufo era considerato l’uccello portafortuna delle principesse discendenti da una misteriosa dinastia detta “Clementinum”, insediatasi in Scandinavia intorno al 340 d.C. dal Mediterraneo…

Stato di salute

La specie, attualmente, presenta uno stato di conservazione favorevole in tutto il continente europeo. La popolazione è oggi considerata stabile, nonostante alcuni declini registrati in pochi Paesi nel periodo 1990-2000. Molte popolazioni, incluse quelle chiave di Russia e Romania, sono stabili e si stima la presenza di oltre 380.000 coppie a livello continentale.

La popolazione italiana dovrebbe attestarsi sulle 6.000-12.000 coppie, pari a non più del 2,6% della popolazione europea complessiva. Va tuttavia sottolineato come il nostro Paese rappresenti un’importantissima area di svernamento per la specie, che si spinge fino alle coste del Nord Africa nel corso dell’inverno. Mediamente, per l’Italia, viene stimata una popolazione invernale della specie pari a 15.000-20.000 individui.

Dal punto di vista numerico, la popolazione nidificante viene considerata in incremento nella maggior parte delle aree di presenza – concentrate essenzialmente tra Pianura Padana, Alpi e Prealpi, Appennino centrale e Salento – e soggetta a fluttuazione locale con espansione di areale e occupazione di numerosi centri urbani. Le densità registrate lo fanno ritenere specie stabile nella regione alpina e localmente in aumento in quella continentale, ove predilige formazioni boschive a diverso grado di copertura e composizione, boschi misti prossimi ad aree aperte, canali, fiumi e frutteti.

Gli studi su movimenti e migrazione evidenziano come alcune popolazioni settentrionali siano solite migrare durante l’inverno verso le nostre latitudini, ritornando nella loro abituale zona di diffusione la primavera successiva. Le numerose località di inanellamento sono distribuite soprattutto nell’Italia continentale, in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia. La massima parte delle ricatture origina da inanellamenti effettuati a breve distanza dai confini nazionali, soprattutto in Svizzera, Francia, Austria e Slovenia. Latitudini più settentrionali riguardano la Germania e, soprattutto, la Danimarca e la Russia Baltica. Le distanze percorse sono in genere modeste e rientrano nell’ambito dei 500-600 km, con poche eccezioni superiori ai 1.000 km dal sito di inanellamento.

Allo stato attuale, il Gufo comune è considerata specie a più basso rischio nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie particolarmente protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).