LUCHERINO - Uccelli da proteggere

Vai ai contenuti principali
Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliLUCHERINO

NOME SCIENTIFICO: Carduelis spinus
 

Non è raro osservarlo mentre se ne sta a testa in giù, mostrando straordinarie doti di equilibrio grazie alle zampe prensili, che servono d’ausilio alla specie anche per afferrare i semi di cui si nutre. Per il Lucherino, il nostro Paese rappresenta un vero e proprio crocevia nelle rotte migratorie europee. Di norma piuttosto longevo – può raggiungere, e talvolta superare, i 10 anni di vita – si caratterizza anche per la grande capacità di adattamento, che lo ha reso una specie molto richiesta dagli allevatori di uccelli e quindi oggetto di campagne di cattura, dato anche il fatto che si tratta di una delle poche specie di uccelli selvatici del genere Carduelis che riesce a riprodursi in cattività…

Prospettive

I pochi dati disponibili per l’Italia a scala biogeografica evidenziano presenze scarse e soggette a fluttuazioni anche evidenti. Come in Lombardia, dove si stimano 400-800 coppie, con trend sconosciuto. Ancora meno nota è la situazione della specie in Appennino centrale e settentrionale (sole 3 coppie accertate sull’Appennino parmense).

In generale, la specie risulta quindi poco studiata, e si renderebbero quindi necessarie indagini approfondite per accrescere le conoscenze relative a ecologia, biologia riproduttiva e dinamica di popolazione. Stante la mancanza di dati sulla densità in ambito alpino e sui parametri riproduttivi e demografici, non è dunque possibile calcolare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per le Alpi (basato su valori di densità), né per il nucleo appenninico (basato su tecniche di PVA).

Abbastanza evidente appare, in ogni caso, la dipendenza della piccola popolazione nidificante dalle foreste di conifere, e le fluttuazioni riscontrate sono da mettere largamente in relazione agli andamenti meteoclimatici tali da favorirne o sfavorirne la fioritura. Del pari importante appare mantenere formazioni boschive sufficienti e in buono stato soprattutto nelle aree di presenza accertata della specie.

Da approfondire mediante indagini mirate è l’incidenza a fini conservazionistici – rispetto alla popolazione complessiva dell’Unione europea – del più numeroso contingente svernante. A parte questo, non risulta ad oggi possibile fornire ulteriori indicazioni specifiche per la conservazione della specie il cui trend e prospettive risultano, nel nostro Paese, in gran parte sconosciuti.