MERLO ACQUAIOLO
NOME SCIENTIFICO: Cinclus cinclusIl Merlo acquaiolo è una delle poche specie che si immerge senza difficoltà nell’acqua. Non solo riesce a nuotare agilmente, ma è anche in grado di camminare sott’acqua, controcorrente, per diversi secondi. Il suo regno, infatti, sono i fiumi e i torrenti di montagna. Anche negli spostamenti aerei segue il corso dei fiumi, volando radente alla superficie dell’acqua. Di indole timida e sospettosa, spesso staziona sui massi in riva o al centro dei ruscelli. Già pochi giorni dopo la nascita, i pulcini devono confrontarsi con l’acqua ed essere in grado di resistere alle correnti. Ma non tutti riescono nell’impresa: gran parte dei giovani, in questo primo “bagno”, non riesce a raggiungere la riva...
Ordine: Passeriformes
Famiglia: Cinclidae
Il Merlo acquaiolo predilige i corsi d’acqua, in particolare fiumi e torrenti limpidi e con forti correnti, con rada vegetazione acquatica. Per ripararsi cerca infatti rive rocciose con grossi massi, ma anche strutture costruite dall’uomo quali muretti a secco, ponticelli, basamenti in pietra di mulini e sbarramenti di cemento per prese d’acqua. Si ciba di insetti, larve acquatiche, piccoli molluschi, vermi e raramente di pesci e delle loro uova.
Sia in Europa che in Italia predilige gli ambienti montani. Il suo areale è molto vasto e comprende il continente europeo e quello asiatico – nella loro totalità – e il Nord Africa. L’areale di nidificazione è più ridotto, e ricopre il Nord Europa e l’Asia centro-occidentale. La specie è invece assente in vaste aree pianeggianti del continente europeo. In Italia è particolarmente diffusa nella zona alpina, dove si spinge anche oltre i 2.000 metri, ma è presente con nuclei più o meno disgiunti anche sugli Appennini, nelle zone pedemontane della Pianura padana, in Sardegna e Sicilia.
Le dimensioni del Merlo acquaiolo variano dai 17 ai 19 cm, l’apertura alare raggiunge i 31 cm, mentre il suo peso è di circa 65 grammi. Non esistono differenze sostanziali tra i due sessi. Solo i soggetti più giovani si distinguono per un piumaggio grigiastro nella parte superiore e macchiettato con tonalità più chiare in quella inferiore. Il corpo e le ali degli individui adulti presentano una tonalità marrone, che sfuma verso il bianco sulla gola e sul petto. Il becco è nero, mentre le zampe sono di colore marrone scuro. La coda è piuttosto corta e spesso si trova in posizione sollevata.
Essendo una specie solitaria, la coppia si riunisce soltanto durante il periodo della riproduzione e si scioglie appena i pulcini diventano indipendenti. Il nido, di forma sferica, viene costruito principalmente con il muschio, in prossimità dei corsi d’acqua o sotto le cascate, tra le radici delle piante o nelle fessure rocciose. La femmina, durante il mese di aprile, depone dalle 4 alle 6 uova, che si schiudono dopo due settimane, ed entrambi i genitori si impegnano nella difesa del territorio.
L’habitat del Merlo acquaiolo risulta sempre più deteriorato: anche zone in apparenza favorevoli per la specie hanno registrato un calo sensibile del numero degli individui. Per questo è consigliabile investire su ricerche multidisciplinari che analizzino la distribuzione e l’abbondanza della popolazione anche in relazione a parametri biochimici per l’analisi della qualità delle acque.
Con i dati a disposizione, è possibile determinare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) oltre il quale risulta altamente probabile la persistenza della specie nel medio e lungo periodo. Su scala locale, questo si attesta sulle due coppie per chilometro di corso d’acqua, valore che può essere più elevato in ambienti particolarmente idonei. Per l’Appennino centrale, meridionale e la Sicilia, il valore è pari a una coppia per chilometro.
La conservazione della specie non è particolarmente minacciata nelle regioni e nelle province del Centro-Nord, mentre risulta in forte diminuzione nel Centro-Sud, in modo particolare nel Lazio e in Sicilia. Il rischio di estinzione in queste regioni è determinato dagli interventi antropici e da condizioni meteorologiche che modificano l’habitat della specie. Per quanto riguarda l’Italia meridionale, sarebbero in ogni caso necessari dati quantitativi più precisi per poter fornire indicazioni di conservazione mirate.
Considerando che i rischi maggiori per la specie derivano dall’alterazione dei corsi d’acqua, è comunque auspicabile sottoporre a rigide regolamentazioni gli interventi antropici. Bisognerebbe dunque osservare i criteri di gestione naturalistica nel momento in cui si intraprendono opere di regimazione idraulica e stipulare dei protocolli d’intesa tra amministrazioni pubbliche e aziende produttrici di energia idroelettrica. Queste precauzioni potrebbero scongiurare improvvise variazioni del livello delle acque, che sono causa di alterazioni biologiche e chimiche di fiumi e torrenti.
I corsi d’acqua prescelti dal Merlo acquaiolo devono presentare particolari caratteristiche: in primo luogo, la specie predilige i torrenti con fondo calcareo che presenta una maggiore quantità di insetti quali tricotteri, plecotteri ed efemerotteri. La densità della specie è inoltre legata ad altre caratteristiche dei corsi d’acqua: pendenza, altezza e temperatura. Le maggiori concentrazioni si riscontrano lungo torrenti con acque di buona qualità.
Data la sua predilezione per i corsi d’acqua, le principali minacce per la specie sono legate a qualsiasi tipo di intervento che ne alteri il livello, ma anche la pulizia e la limpidezza. In primo luogo, il Merlo acquaiolo è estremamente sensibile all’acidificazione delle acque così come alla presenza di agenti inquinanti. Questi fattori incidono fortemente anche sul successo riproduttivo della specie.
Altre minacce derivano dall’alterazione delle rive e del livello delle acque. In questa direzione si muovono gli interventi antropici finalizzati alla costruzione e all’alimentazione di centrali idroelettriche. A tale scopo vengono intraprese opere di regimazione idraulica, di costruzione di arginature, di cementificazione e di prosciugamento dei corsi d’acqua. L’alterazione del livello delle acque si verifica anche a causa del rilascio improvviso di acque operato dalle dighe idroelettriche.
L’insieme di queste azioni, associate a forme di disturbo da parte dell’uomo come pesca sportiva e canoa, vanno a incidere fortemente sulla fauna invertebrata dei corsi d’acqua, principale fonte di alimentazione del Merlo acquaiolo.
Pur non facendo registrare una popolazione particolarmente numerosa in Europa, il Merlo acquaiolo gode di uno stato di salute favorevole e il numero di esemplari si è mantenuto stabile. La specie dunque si può considerare sicura. Nella Lista Rossa Nazionale invece risulta classificata come “vulnerabile” e, ai sensi della legislazione venatoria, è protetta e quindi non cacciabile.
La popolazione complessiva europea è stimata tra le 170mila e le 330mila coppie riproduttive, di cui 68mila-81mila in Romania e porzioni consistenti anche in Scandinavia, Regno Unito, Francia e Turchia. La popolazione nidificante si è mantenuta stabile nel ventennio tra il 1970 e il 1990. Nel decennio successivo, malgrado il verificarsi di qualche declino in pochi Paesi, il trend risulta ancora sostanzialmente orientato alla stabilità.
La popolazione italiana costituisce circa il 2,3% della popolazione complessiva europea. Gli individui si concentrano principalmente nell’ambiente alpino e, sebbene arrivino anche a 2.000 metri di altitudine, si concentrano tra i rilievi più bassi, tra i 500 e i 1.600 metri, dove i letti dei torrenti sono più ampi e dunque la portata d’acqua è maggiore. Sulle Alpi la densità è proporzionale alla portata dei corsi d’acqua e le coppie sono sempre più distanziate mano a mano che i torrenti diventano meno idonei. La regione con la più alta densità di individui è il Piemonte, seguito da Lombardia, Trentino, Toscana e Sardegna.
Nel Paese la specie si distribuisce dunque in tutte e tre le regioni biogeografiche: alpina, continentale e mediterranea. Nel Varesotto, probabilmente grazie a un miglioramento qualitativo delle acque dei torrenti, ha aumentato la sua diffusione. Delle 100 coppie presenti a Parma, l’86% è stato riscontrato lungo corsi d’acqua particolarmente puliti. In Toscana, le 200-400 coppie presenti sono stimate in leggero declino, mentre nel Lazio si attestano intorno alle 140. In quest’ultima regione si sono registrati decrementi contenuti e minori densità lungo corsi d’acqua con substrato vulcanico. In Sicilia, infine, si registra dalla metà del XX secolo una continua diminuzione del numero degli individui a causa della regimazione delle acque e della cementificazione degli alvei.
La popolazione di Merlo acquaiolo risulta stabile nell’Italia settentrionale, mentre in alcune zone del Centro e del Mezzogiorno si registrano locali declini, per lo più dovuti all’alterazione dell’habitat. Il preoccupante stato in cui versano molti degli ambienti ideali per la specie – sensibile anche a modeste alterazioni nella qualità e nel livello delle acque – spinge a considerare comunque inadeguato lo stato di conservazione complessivo del Merlo acquaiolo nel nostro Paese.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range | Stabile | Favorevole |
Popolazione* | Stabile, locali declini | Inadeguato |
Habitat della specie | Stabile/in declino in alcuni settori | Inadeguato |
Complessivo | Inadeguato |
*Variazione della popolazione negli anni
Bioregione alpina e continentale
Nonostante la stabilità delle popolazioni e del relativo areale di presenza, la situazione si mostra complessivamente inadeguata a causa delle gravi interferenze sull’habitat da parte dell’uomo con interventi di regimazione idraulica uniti a locale inquinamento delle acque.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | Stabile | Favorevole |
Popolazione | Stabile | Favorevole |
Habitat della specie | Stabile, ma soggetto a declino | Inadeguato |
Complessivo | Inadeguato |
*Variazione della popolazione negli anni
Bioregione mediterranea
Situazione nel complesso piuttosto sfavorevole a causa di una riduzione sensibile delle aree idonee alla vita e alla riproduzione della specie. Un fenomeno alla cui base vanno ricercate, anche in questo caso, le attività umane, tra le quali figura – insieme agli interventi degradanti sull’habitat della specie – occasionali fenomeni di bracconaggio nonostante la specie sia considerata non cacciabile in base alla legislazione venatoria vigente.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | In decremento | Cattivo |
Popolazione | In decremento | Cattivo |
Habitat della specie | Sufficientemente stabile | Inadeguato |
Complessivo | Cattivo |
*Variazione della popolazione negli anni
Il richiamo del Merlo acquaiolo è poco squillante ma estremamente melodico. Il canto è composto da una lunga serie di cinguettii intonati, di intensità medio bassa, che ricordano un dolce cicaleccio.