

MERLO ACQUAIOLO
NOME SCIENTIFICO: Cinclus cinclus
Il Merlo acquaiolo è una delle poche specie che si immerge senza difficoltà nell’acqua. Non solo riesce a nuotare agilmente, ma è anche in grado di camminare sott’acqua, controcorrente, per diversi secondi. Il suo regno, infatti, sono i fiumi e i torrenti di montagna. Anche negli spostamenti aerei segue il corso dei fiumi, volando radente alla superficie dell’acqua. Di indole timida e sospettosa, spesso staziona sui massi in riva o al centro dei ruscelli. Già pochi giorni dopo la nascita, i pulcini devono confrontarsi con l’acqua ed essere in grado di resistere alle correnti. Ma non tutti riescono nell’impresa: gran parte dei giovani, in questo primo “bagno”, non riesce a raggiungere la riva...
Stato di salute
Pur non facendo registrare una popolazione particolarmente numerosa in Europa, il Merlo acquaiolo gode di uno stato di salute favorevole e il numero di esemplari si è mantenuto stabile. La specie dunque si può considerare sicura. Nella Lista Rossa Nazionale invece risulta classificata come “vulnerabile” e, ai sensi della legislazione venatoria, è protetta e quindi non cacciabile.
La popolazione complessiva europea è stimata tra le 170mila e le 330mila coppie riproduttive, di cui 68mila-81mila in Romania e porzioni consistenti anche in Scandinavia, Regno Unito, Francia e Turchia. La popolazione nidificante si è mantenuta stabile nel ventennio tra il 1970 e il 1990. Nel decennio successivo, malgrado il verificarsi di qualche declino in pochi Paesi, il trend risulta ancora sostanzialmente orientato alla stabilità.
La popolazione italiana costituisce circa il 2,3% della popolazione complessiva europea. Gli individui si concentrano principalmente nell’ambiente alpino e, sebbene arrivino anche a 2.000 metri di altitudine, si concentrano tra i rilievi più bassi, tra i 500 e i 1.600 metri, dove i letti dei torrenti sono più ampi e dunque la portata d’acqua è maggiore. Sulle Alpi la densità è proporzionale alla portata dei corsi d’acqua e le coppie sono sempre più distanziate mano a mano che i torrenti diventano meno idonei. La regione con la più alta densità di individui è il Piemonte, seguito da Lombardia, Trentino, Toscana e Sardegna.
Nel Paese la specie si distribuisce dunque in tutte e tre le regioni biogeografiche: alpina, continentale e mediterranea. Nel Varesotto, probabilmente grazie a un miglioramento qualitativo delle acque dei torrenti, ha aumentato la sua diffusione. Delle 100 coppie presenti a Parma, l’86% è stato riscontrato lungo corsi d’acqua particolarmente puliti. In Toscana, le 200-400 coppie presenti sono stimate in leggero declino, mentre nel Lazio si attestano intorno alle 140. In quest’ultima regione si sono registrati decrementi contenuti e minori densità lungo corsi d’acqua con substrato vulcanico. In Sicilia, infine, si registra dalla metà del XX secolo una continua diminuzione del numero degli individui a causa della regimazione delle acque e della cementificazione degli alvei.