MESTOLONE
NOME SCIENTIFICO: Anas clypeataLa natura ha provveduto ai bisogni di quest’anatra dotandola di un becco del tutto particolare, largo e piatto all’estremità, che consente al Mestolone di scandagliare e rimestare l’acqua di pozze e acquitrini come in un grande calderone, per poi cibarsi degli organismi raccolti ed espellere tutto ciò che non gli serve. In inglese invece l’Anas clypeata è soprannominata “smiling mallard”, come se sotto l’originale becco nascondesse un sorriso. Più riservato rispetto ad altre anatre tuffatrici, il Mestolone, al di fuori della stagione degli amori, come altre specie di anatre di superficie tende a formare, a volte, grandi gruppi di centinaia di individui…
Ordine: Anseriformes
Famiglia: Anatidae
Il Mestolone è un’anatra lunga circa 40 cm, riconoscibile, oltre che per i colori accesi, per il becco a spatola, dotato di lamelle a pettine sui bordi, che usa come un setaccio per filtrare crostacei e plancton dalla superficie dell’acqua. Avendo sviluppato questo strumento nel corso dell’evoluzione, il Mestolone appare avvantaggiato rispetto alle altre anatre di superficie. Essendo perfettamente attrezzata anche per le paludi fangose, dove trova piccoli invertebrati, la specie non è costretta a competere nella ricerca del cibo nei medesimi territori.
Il Mestolone nidifica nell’Europa settentrionale e centro-orientale, in Asia centrale e settentrionale e in Nord America, dove si concentra nelle zone centrali e occidentali di Stati Uniti e Canada. Occupa boschi aperti, praterie, aree pianeggianti, con acqua basse e poco estese, in cui non ci siano alberi a margine, né foreste fitte, ma circondate di canne, erbe lacustri e canneti, che costituiscono la vegetazione ideale, in quanto rappresentano una grande riserva di cibo. Il Mestolone vive in compagnia di altri individui della propria specie in piccoli gruppi (ma a volte anche molto grandi), in prossimità di specchi d’acqua interni e costieri, purché presentino fondali bassi, non evitando altresì le zone salmastre (saline). Caccia sia di giorno sia di notte ed è praticamente onnivoro: ama insetti e larve, piccoli anfibi e molluschi, ma non disdegna semi e resti vegetali.
Il piumaggio del maschio nella stagione degli amori è variopinto e attraente: ha testa verde bottiglia, petto bianco, fianchi nocciola, piume inferiori e coda nera; la parte superiore delle ali è di un brillante blu zaffiro. Meno variopinta come sempre la femmina, che possiede un piumaggio bruno con striature chiare, simile a quello del Germano reale. Il rituale di corteggiamento del maschio è molto elaborato, e si protrae sia a terra che in acqua: si possono osservare fino a una dozzina di maschi che si contendono le attenzioni della stessa femmina.
Il nido, costruito in una depressione poco profonda di terreno asciutto ma sempre a breve distanza dagli specchi d’acqua, è foderato di fili d’erba, che il Mestolone si strappa dal petto. All’interno vengono deposte fino a 12 uova, a partire da metà aprile, e covate dalla femmina per circa 24 giorni. Una volta schiuse, la madre allontana subito i pulcini dal nido, per evitare che vengano facilmente scovate dai predatori. Gli anatroccoli vengono nutriti con insetti, piccoli invertebrati, semi e germogli. Il maschio durante la deposizione delle uova difende costantemente l’area e la propria compagna dalle attenzioni di altri maschi. Le coppie hanno un accentuato senso del territorio e tornano spesso a nidificare nelle medesime zone anno dopo anno.
La mancanza di informazioni su parametri demografici e riproduttivi non consente di calcolare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la popolazione padano-adriatica, l’unica presente da un lasso di tempo sufficientemente lungo da poterne teoricamente permettere la formulazione. La specie è inoltre ancora poco studiata in Italia, a causa della scarsità di coppie nidificanti e delle abitudini schive delle coppie durante la riproduzione.
Diversa la situazione negli altri Paesi europei, in cui è stato invece possibile mettere in atto osservazioni più approfondite sullo stato di conservazione del Mestolone. In Repubblica Ceca, ad esempio, coppie di mestoloni nidificavano negli stagni con presenza ridotta ed eterogenea di pesci, trasparenza dell’acqua e alta disponibilità di invertebrati. Numerose coppie nidificanti sono state attratte anche nell’area del Regno Unito, grazie alla rimozione ciclica di pesci adulti da un bacino artificiale: questo ha permesso di incrementare la disponibilità di invertebrati e di vegetazione acquatica sommersa, che rappresentano una frazione importante dell’alimentazione del Mestolone.
Per garantire anche nel nostro Paese la sopravvivenza della specie sarebbe dunque opportuno favorire condizioni idonee alla nidificazione nelle aree maggiormente frequentate nel periodo riproduttivo, in modo da permettere l’affermarsi di popolazioni significative. Ma occorre assicurare la conservazione di un ambiente adeguato alla specie anche nelle principali aree di sosta e di svernamento.
Infine, per arginare le fluttuazioni delle popolazioni ed evitare ulteriori declini, occorre eliminare quanto prima il Mestolone dall’elenco delle specie cacciabili in Italia. Gli esemplari uccisi durante il periodo venatorio sul territorio italiano incidono in maniera rilevante sullo stato di salute della specie in Italia.
Grazie al suo becco, il Mestolone ha un’arma in più per vincere la lotta per la sopravvivenza. In mancanza di acque limpide ha saputo adattarsi ad ambienti fangosi, ma ugualmente ricchi di cibo per le specie dotate degli strumenti “giusti” per procurarselo. Ciononostante, il depauperamento dell’habitat e il degrado delle aree umide rappresentano il primo pericolo per questa specie.
Vista la sua estrema specializzazione, infatti, quest’anatra presenta esigenze ecologiche molto precise – acque basse poco estese, vegetazione folta, canneti, luoghi protetti per la nidificazione, vicini agli specchi d’acqua – che, se carenti, possono ostacolarne fortemente diffusione e successo riproduttivo.
Come accade per il Moriglione, anche questa specie risente della predazione dei nidi da parte del Visone americano. Il mammifero, ghiotto di uova, in effetti costituisce una seria minaccia per tutte le specie che nidificano a terra.
È inoltre potenzialmente suscettibile all’influenza aviaria e ad altre malattie causate da intossicazioni alimentari, come il botulismo. Infine, la specie deve fare i conti con l’attività venatoria, alla quale è fortemente esposto essendo la specie tuttora cacciabile ai sensi della legislazione venatoria vigente.
Considerato in uno stato di conservazione sfavorevole a livello continentale e classificato in declino, il Mestolone è stato inserito negli Allegati II e III della Direttiva Uccelli ed è considerato specie in pericolo nella Lista Rossa Nazionale. Nei territori dell’Unione europea, la specie ha dimostrato stabilità nel contingente nidificante, e un moderato incremento del contingente svernante nel ventennio 1970-1990. Nei dieci anni successivi si è invece registrato un moderato declino di entrambi i contingenti.
La popolazione dell’Unione europea è stimata tra le 30mila e le 38mila coppie, oltre a 140mila individui svernanti; la popolazione italiana è valutata tra le 150 e le 200 coppie, in aumento nel decennio 1990-2000. Il 18% della popolazione continentale della specie (tra le 170mila e le 210mila coppie) e una frazione inferiore al 5% di quella globale nidificano nei territori dell’Unione europea. Attualmente, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. La specie è cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria.
La popolazione di mestoloni che nidifica in Italia non è significativa a livello continentale, e si trova in uno stato di conservazione inadeguato. Non sono note neppure le tendenze della popolazione svernante in Italia. Dalla prima metà degli anni Trenta cominciano ad arrivare le segnalazioni estere di Mestolone in Italia, che crescono fino a raggiungere il massimo negli anni Sessanta; questa tendenza positiva termina negli anni successivi, quando la presenza dell’anatra torna a diminuire progressivamente.
Grazie alle caratteristiche morfologiche e all’abbondante presenza di specchi d’acqua, è fondamentale il ruolo dei due principali comprensori vallivi alto-adriatici, dove è stata predisposta una gestione mirata per la conservazione della specie. Dal 1972 al 1974 è nota la migrazione nelle Valli di Comacchio, in cui, già dal 1975, si registrano nidificazioni regolari e in crescita progressiva, oltre a piccole colonizzazioni in alcune località vicine.
Gli anni Ottanta vedono differenti casi di nidificazioni sparse sul territorio, la maggior parte delle quali sono concentrate nei territori del Delta del Po e in Pianura Padana. A partire dal 1981, la popolazione si stabilizza tra le 80 e le 130 coppie, con riproduzioni regolari nella Laguna Veneta; ma restano saltuarie le nidificazioni nei territori del Delta del Po e nelle zone interne della Pianura Padana. All’inizio degli anni Ottanta erano censite tra le 100 e le 200 coppie, oggi stimate tra le 150 e le 200; il numero di individui svernanti nell’area si aggira tra i 15mila e i 25mila. Nei primi anni del decennio, erano presenti dalle 80 alle 130 coppie nelle Valli di Comacchio, dove recentemente ne sono state calcolate meno di 60. In Puglia, casi di nidificazione si sono registrati nel 1982. Nel 1989, una coppia censita nel lago di Montepulciano. In Sardegna, la nidificazione è occasionale: meno di dieci coppie tra 1985 e 1993, solo qualche coppia alla metà degli anni ’90.
Nell’ultimo decennio del Novecento, il Mestolone è stato diffusamente presente, fatta eccezione per l’area prealpina e per l’entroterra padano. I principali insediamenti sono situati lungo l’Alto Adriatico, in Sardegna e in Italia centrale. La media del quadriennio 1996-2000 è pressoché invariata rispetto a quella dei quattro anni precedenti. Nei territori della pianura bolognese, circa 6-7 coppie nel 1994 e circa 25-30 nel 1999. Nella Laguna di Venezia sono stimate dalle 10 alle 20 coppie. In provincia di Gorizia, nel 1999 è stata accertata una nidificazione. In Sicilia, la prima nidificazione accertata risale al 2000, quando una coppia ha nidificato nelle Saline di Priolo; non più di 1-2 coppie registrate nel Simeto, nel 2003. Tra il 1998 e il 2003 il Mestolone, mediamente diffuso sul territorio nazionale, non mostra segni di incremento nella distribuzione. Attualmente nidifica occasionalmente in Lombardia; qui, nel 2000, si è verificata nella Palude del Busatello una nidificazione.
Il Mestolone mostra una popolazione fluttuante e spesso irregolare. Nonostante l’habitat della specie sia relativamente stabile, le particolari esigenze ecologiche di cui necessita la rendono vulnerabile ed esposta a variazioni anche lievi. Pesanti conseguenze sulla specie – peraltro non ancora sufficientemente conosciuta e studiata in Italia – provengono anche dalla persecuzione diretta, essendo il Mestolone tuttora inserito nell’elenco delle specie cacciabili ai sensi della legislazione venatoria vigente.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | Frammentato, fluttuante | Inadeguato |
Popolazione | Fluttuante, frammentata, ridotta | Inadeguato |
Habitat della specie | Probabilmente stabile | Favorevole |
Complessivo | Inadeguato |
* Variazione della popolazione negli anni
Il Mestolone è piuttosto riservato anche in virtù della sua natura schiva e poco incline alla “compagnia”. Tuttavia, quando decide di farsi sentire, emette un tenue richiamo nasale, lieve e lungamente ripetuto.