MIGNATTINO ALIBIANCHE - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliMIGNATTINO ALIBIANCHE

NOME SCIENTIFICO: Chlidonias leucopterus
 

Piccolo, agile, leggiadro, eppure molto localizzato come nidificante alle nostre latitudini. Risale al 1979 il primo caso di nidificazione accertata della specie in Italia – in Piemonte, in provincia di Vercelli – e nella stessa zona coppie di Mignattino alibianche nidificanti sono state osservate per lo meno fino ai nostri giorni. Suo ambiente preferito sono le risaie, ove si ritrova in compagnia del più diffuso congenere Mignattino comune. Vero amante dell’acqua, frequenta durante la migrazione anche laghi, fiumi a corso lento, lagune e foci: spesso come siti di sosta e alimentazione per avvicinarsi, con l’arrivo della stagione più fredda, ai siti africani di svernamento…

Minacce

A livello nazionale il Mignattino alibianche è concentrato in Piemonte – risaie vercellesi – una colonizzazione recente, contraddistinta da un livello di popolazione fluttuante. Dal 1979 – data della prima nidificazione accertata – ad oggi, l’andamento è infatti estremamente altalenante, con 28-30 coppie nel 1994 che si riducono a sole 2-3 nel 1996, 10-15 nel 2000 e nessuna tra il 2002 e il 2004. Più di recente – 2007-2008 – sono state osservate 2 sole coppie nelle stesse aree.

Distruzione e trasformazione dell’habitat riproduttivo e trofico e modificazione delle tecniche di coltivazione del riso, così come variazioni improvvise del livello delle acque per piogge violente, sono le principali minacce per questa specie. Le modifiche intervenute nella gestione delle risaie – allagamenti stagionali, prosciugamenti, ecc – hanno sicuramente impattato su questa ed altre specie legate a tali ambienti.

A causa dell’estrema vulnerabilità degli ambienti di nidificazione, sono state di frequente osservate covate abbandonate. Non sono tuttavia disponibili dati sufficienti per la realtà italiana. Le fasi di prosciugamento delle vasche di coltivazione del riso creano inoltre condizioni favorevoli per la predazione di uova e pulcini da parte di ratti (Rattus sp. ), cani e gatti randagi.