OCA SELVATICA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliOCA SELVATICA

NOME SCIENTIFICO: Anser anser
 
Semaforo N.C.

Antenata dell’Oca domestica, anche l’Anser anser è facilmente addomesticabile. Di carattere socievole, è però molto rumorosa ed è praticamente onnivora. Predilige le zone umide e si alimenta con facilità negli ambienti agricoli e la progressiva estensione delle aree abitate rappresenta sempre di più una minaccia. È proprio osservando il comportamento dell’oca selvatica che Konrad Lorenz ha elaborato la teoria dell’imprinting. Lo scienziato austriaco, padre dell’etologia moderna, ha sperimentato in prima persona il meccanismo, comportandosi come una madre sostitutiva delle piccole oche, che dimostravano di attaccarsi a lui come fosse la loro madre biologica, tanto da seguirlo in fila indiana negli spostamenti…

Minacce

Anche se la specie in Italia è protetta dalla legge sulla caccia, buona parte delle aree abitate dall’Oca selvatica sono frequentate assiduamente dai cacciatori e la specie subisce inevitabilmente le conseguenze di una eccessiva pressione venatoria, a partire dalla grave minaccia rappresentata dell’avvelenamento da piombo. Tra i pericoli più diffusi per le oche vi è infatti il saturnismo, ovvero l’ingestione accidentale dei pallini da caccia abbandonati sul terreno o in acqua.

Abituata ad avventurarsi alla ricerca di cibo negli ambienti più disparati, l’Oca selvatica, se necessario, non risparmia i campi coltivati, dove può trovare facilmente sementi, germogli, radici, con cui integra la sua variegata alimentazione. I danni alle colture, possibili nelle aree popolate da oche, spesso purtroppo sono all’origine di persecuzioni da parte degli agricoltori.

A queste minacce, oltre ai rischi di epidemie come l’influenza aviaria, vanno aggiunti tutti i principali problemi che attanagliano le zone umide e le specie che vi si stabiliscono, soprattutto per la riproduzione. Progressivamente ridotte e fortemente degradate, tali aree subiscono le conseguenze di bonifiche, inquinamento, estrazione di torba. A creare problemi sono anche i cambiamenti nella gestione dei pascoli e, naturalmente gli sfalci del canneto, quel delicato habitat dove tante specie, tra cui le oche selvatiche, costruiscono il nido, covano e proteggono i loro pulcini.