PASSERA SARDA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliPASSERA SARDA

NOME SCIENTIFICO: Passer hispaniolensis
 

L’evidente macchia nera sul petto del maschio la distingue immediatamente dalle altre specie di Passeri. Peraltro, a differenza della maggior parte di questi, predilige le zone poco frequentate dall’uomo, come le aree ricche di cespugli e luoghi dove nascondersi. In linea con il carattere aspro e selvaggio della Sardegna, il principale territorio della nostra Penisola abitato dalla specie…

Minacce

Analogamente a quanto osservato per la Passera europea, alcuni cambiamenti nelle pratiche agricole hanno influenzato negativamente questa specie. In particolare, vanno evidenziati come potenziali fattori di minaccia la riduzione degli incolti e delle erbe infestanti; la riduzione dei campi coltivati a grano; la progressiva scomparsa o degrado delle aie e delle corti.

Inoltre, la diffusione delle monocolture – e il parallelo incremento dell’uso di pesticidi – ha ridotto la disponibilità di insetti, alimento essenziale per l’alimentazione dei nidiacei. In ambiente urbano, poi, altri fattori possono contribuire al declino di questa ed altre specie di Passeri come per esempio la diminuzione delle cavità idonee alla costruzione del nido a seguito della ristrutturazione di edifici e la scarsità di materiale disponibile per la costruzione dei nidi stessi. In città, anche l’inquinamento atmosferico contribuisce a ridurre la quantità di insetti disponibili per i pulcini, mentre è stata osservata la competizione della Passera sarda con il Colombo di città, per le risorse alimentari, e con lo Storno per aggiudicarsi siti di nidificazione idonei.

In Algeria è stata rilevata un’elevata incidenza della predazione al nido da parte di serpenti e di Airone guardabuoi. L’infertilità delle uova è un’altra causa importante di insuccesso riproduttivo. In Kazahstan il minore successo riproduttivo nelle covate più grandi è da attribuirsi alla schiusa asincrona delle uova, che porta il più giovane dei nidiacei a soccombere a causa della competizione con i fratelli. In Spagna, su un campione di 2.951 uova, il 68,6% si sono schiuse e il 35,5% ha portato all’involo di pulcini. In Italia, per la popolazione sarda, è stata rilevata una media di 4,3 uova per covata, mentre nessun dato è disponibile sul successo riproduttivo.