PICCHIO ROSSO MEZZANO - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliPICCHIO ROSSO MEZZANO

NOME SCIENTIFICO: Dendrocopos medius
 

Come altre specie di picchi, vive in stretta simbiosi con gli alberi, nei quali costruisce il nido e dai quali, grazie agli insetti che vivono nella corteccia, ricava prezioso nutrimento. A differenza però dei suoi principali “cugini” non è raro vederlo nella parte superiore delle piante, dove le specie di maggiori dimensioni raramente si avventurano alla ricerca di cibo. Tipicamente ondulato il volo, con rapidi battiti d’ala a cui si alternano brevi tratti di “discesa” ad ali chiuse.

Prospettive

Variabili le densità rilevate in Basilicata e sul Gargano, comprese nella forbice tra 0.5 e 1,9 coppie territoriali ogni 10 ettari, con distanza minima tra due nidi pari ad almeno 130 m. Più contenuta la densità rilevata più a nord, in Abruzzo, nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con densità comprese tra 0,1 e 0,20 coppie per km quadrato.

Queste le uniche informazioni a disposizione degli esperti, mentre non sono stati tuttora condotti studi approfonditi sui parametri demografici e riproduttivi della specie. Per questo risulta impossibile, allo stato delle cose, calcolare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la popolazione di Picchio rosso mezzano nel nostro Paese.

La sua relativa rarità, la popolazione estremamente ridotta e localizzata, determinano in ogni caso un quadro profondamente incerto. Per questo è opportuno sostenere una gestione forestale adeguata dei siti di nidificazione noti, nonché evitare per quanto possibile ogni forma di disturbo antropico presso tali siti.

Considerando gli unici valori di densità disponibili, è comunque possibile fornire alcuni target di conservazione di medio periodo. In aree forestali idonee alla specie, in particolare, andrebbero raggiunte densità non inferiori a una coppia ogni 10 ettari. Densità che, in aree ottimali, non dovrebbe scendere al di sotto di 1,5 o 2 coppie, a parità di superficie considerata.