PIVIERE DORATO - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliPIVIERE DORATO

NOME SCIENTIFICO: Pluvialis apricaria
 
Semaforo N.C.

Bruno durante l’estate, è con l’arrivo della stagione fredda che il piumaggio del Piviere dorato si tinge delle caratteristiche macchie giallo oro, da cui ne deriva il nome. Emblema della tundra artica, dove costruisce il nido, il Piviere dorato compie ogni anno viaggi di migliaia di chilometri, per raggiungere i nostri campi coltivati, dove si trattiene per tutto l’inverno. È proprio alle nostre latitudini, dunque, che questo uccello mette in mostra il proprio “prezioso” mantello…

 

Ordine: Charadriiformes  Famiglia: Charadriidae

Assente dall’Italia come nidificante, il Piviere dorato sceglie la nostra penisola per trascorrere l’inverno. Più abbondante a sud del Po, dall’Emilia-Romagna all’Italia meridionale, il Piviere mette in mostra il suo caratteristico piumaggio proprio durante la stagione fredda, quando alle sfumature del bruno si sostituiscono fitte macchioline dorate, da cui ne deriva il nome.

Tundra artica e brughiere dell’Europa settentrionale costituiscono l’habitat naturale di questa specie. Gli individui avvistati nel nostro Paese lungo la stagione fredda sono in parte svernanti e in parte di passaggio, per raggiungere siti di svernamento posti oltre il Mediterraneo. Specie prevalentemente ”agricola”, negli ultimi anni ha colonizzato maggiormente le aree interne della Pianura Padana, con una presenza eccezionale nel Bolognese a partire dal 2001.

Lombrichi, coleotteri, molluschi, crostacei e semi costituiscono la dieta fondamentale di questo uccello, in generale buon volatore e ottimo “pedinatore”.

Le prime segnalazioni in Italia coincidono di solito con la prima decade di febbraio, e aumentano sensibilmente fino a raggiungere il picco massimo entro la prima decade di marzo. Sono diversi, poi, i pivieri dorati che decidono di trattenersi in Italia per qualche tempo, durante la migrazione di ritorno, come dimostrano i dati raccolti sulle ricatture.

Prospettive

Il mantenimento dei pascoli e delle coltivazioni erbacee in aree pianeggianti e costiere può garantire la conservazione di ambienti idonei allo svernamento del Piviere dorato in Italia. Pur essendo in generale incremento, la popolazione svernante nel nostro Paese è soggetta a locali fluttuazioni anche intense, dovuta al disturbo da parte dell’uomo e alle mutate condizioni nei siti di svernamento, con particolare riguardo alla diffusione di pratiche agricole e pastorali sempre più meccanizzate e intensive.

Peraltro, la popolazione di Piviere dorato nell’Unione europea mostra evidenti segni di sofferenza, rendendo ancora più importante la sua tutela anche durante la fase di svernamento. Conservare i siti di sosta e svernamento, preservandoli da un eccessivo disturbo antropico, rappresentano azioni fondamentali per la salvaguardia di questa specie, di cui, non essendo nidificante, non è possibile proporre un Valore di Riferimento Favorevole (FRV).

Nel complesso, questa specie predilige durante lo svernamento ambienti prativi come prati falciati o pascoli, praterie allagate. Evita comunque zone soggette a marea, sabbia e fango, privilegiando, a differenza di altre specie di limicoli, aree lontane dalla battigia, per quanto poste, nella maggior parte dei casi, in prossimità della costa, preferibilmente, ma non necessariamente, pascoli incolti. Una constatazione che vale solo in parte per l’Italia, dove una porzione sempre più consistente di pivieri dorati svernanti frequenta ambienti asciutti, lontani dalla costa e altrettanto lontani dalle zone umide.

Ben studiato per quanto riguarda il contingente svernante, il Piviere dorato è stato oggetto di meno attenzioni per quanto riguarda i movimenti migratori. Alla tutela dei siti di svernamento va in ogni caso affiancata la protezione delle aree usualmente utilizzate dalla specie per la sosta, da e per i quartieri di svernamento, siano o meno questi ultimi posti entro i confini nazionali. Alla tutela della specie alle nostre latitudini andrebbero infine affiancati studi sull’impatto venatorio su scala comunitaria, per arrivare a un’esatta quantificazione del prelievo e alla eventuale predisposizione di azioni mirate a livello internazionale.

Minacce

Tra il 1998 e il 2003 la popolazione di Piviere dorato svernante in Italia è stata sostanzialmente stabile, attorno ai 3mila individui, con l’eccezione del 2001, quando gli individui censiti hanno toccato il picco massimo di 5mila unità. Un valore inusuale, peraltro non riconfermato negli anni seguenti, dovuto a un aumento diffuso dei siti di presenza della specie. Il Bolognese, in particolare, ha visto proprio nel 2001 la presenza record di 740 individui, non riconfermata negli anni successivi.

Difficile interpretare questi dati, per una specie dall’elevata capacità di movimento ed estremamente suscettibile al disturbo antropico. Meno specializzata di altre in termini di esigenze ecologiche – il Piviere dorato predilige gli ambienti con buona disponibilità di acqua ma non può dirsi legato, come lo sono altri Charadriiformes, alla presenza di aree umide – la specie si sposta molto facilmente da un sito all’altro, anche in conseguenza di lievi variazioni nelle condizioni riscontrate. Ciononostante, i dati non lasciano supporre un marcato decremento numerico, né a livello locale né a livello nazionale.

Questa specie non sceglie il nostro Paese per nidificare, neppure in via eccezionale. Eppure la situazione dei principali siti di svernamento può avere un impatto notevole sulla popolazione di Piviere dorato che trascorre l’inverno alle nostre latitudini. In particolare, può avere conseguenze molto negative – su questa come su altre specie – la progressiva riduzione dei pascoli in favore di metodi di allevamento intensivi.

Protetta in Italia, la specie subisce altrove una certa persecuzione diretta, tramite prelievo venatorio. È probabile che oltre alle modificazioni degli habitat anche questa attività abbia contribuito al declino registrato a livello comunitario negli scorsi decenni, solo in parte arrestato negli ultimi 30 o 40 anni.

Stato di salute

Rara e minacciata, la specie ha uno stato conservazione sfavorevole in tutta l’Unione europea, più favorevole invece a livello continentale. L’area comunitaria è quella che ha visto il maggior decremento della popolazione nidificante, un declino che ha riguardato in particolare l’Europa centrale e settentrionale.

Più di recente, la popolazione comunitaria della specie ha vissuto un ventennio di relativa stabilità, tra il 1970 e il 1990, seguita a un periodo di moderato incremento per quanto riguarda il contingente svernante, quello che riguarda più da vicino il nostro Paese. Attualmente l’Unione europea vede una presenza stimata di 130-240mila coppie pari a una frazione importante della popolazione complessiva, stimata tra le 460 e le 740mila coppie.

Nutritissimo il contingente svernante, che potrebbe raggiungere gli 820mila individui, 3-10mila dei quali trascorrono abitualmente l’inverno nel nostro Paese. Un aumento sensibile rispetto ai valori riscontrati all’inizio degli anni Novanta, quando la popolazione svernante censita registrava una media di poco superiore ai mille individui distribuiti su 22 siti.

Questo dato è quasi triplicato nella seconda metà degli anni Novanta – con un picco massimo raggiunto nel 1997, 3.124 individui censiti – mentre i siti di presenza accertata sono saliti a 56. Tutto sommato limitati, in ogni caso, i siti di presenza più importanti, e in particolare Oristano e Sinis, la Foce del Bevano, i Laghi Pontini, la Maremma Grossetana, Bolgheri, con una popolazione pari all’80% del totale, in aumento negli ultimi anni.

Canto

Interessante per il suo caratteristico piumaggio, il Piviere dorato mostra un canto altrettanto attraente, composto da un fischio continuo di tonalità variabile, se pure raramente interrotto da gorgheggi. Nei siti di nidificazione posti nel nord Europa, è più facile ascoltarlo tra aprile e giugno, quando i maschi eseguono la caratteristica “danza nuziale”. Sui nostri cieli invece l’ideale è l’autunno, quando non è raro osservare stormi di Piviere dorato, raggiungere le nostre coste e occasionalmente le pianure interne per trascorrere l’inverno, tra pascoli e campi coltivati.