QUAGLIA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliQUAGLIA

NOME SCIENTIFICO: Coturnix coturnix
 

È un galliforme del tutto speciale la Quaglia, unica specie appartenente a questo ordine a migrare nel continente africano durante l’inverno. Presente nelle nostre pianure e nelle zone collinari, è però difficile da individuare grazie al piumaggio perfettamente mimetico e alla sua tendenza a fuggire al minimo rumore, spostandosi velocemente sulle zampe .

 

Ordine: Galliformes Famiglia: Phasanidae

Presenti in quasi tutto il continente europeo, le quaglie mostrano un comportamento migratorio particolare. Ciascuna infatti parte da sola per poi riunirsi in gruppi solamente alla vigilia della grande traversata. A quel punto sono migliaia le quaglie pronte a partire dalle terre più meridionali d’Europa. Una volta raggiunte le coste africane, tornano a terra stremate: poi, allo scopo riprendere pienamente le forze, prima di spiccare nuovamente il volo trascorrono alcuni giorni muovendosi solamente al suolo.

Gran parte della popolazione che trascorre in Europa i mesi caldi, migra verso l’Africa a settembre, ma anche in ottobre e novembre, fermandosi soprattutto in Egitto. Alcuni gruppi però sono presenti in Nord Africa già dalla fine di agosto mentre in settembre può anche accadere di trovare in Europa centrale femmine ancora intente a covare le loro uova. Il rientro verso nord invece avviene solitamente in aprile.

Dal piumaggio estremamente screziato, con toni che vanno dal bruno al ruggine, dal giallastro al bianco, la Quaglia ha sfumature più scure sul dorso, che vanno via via schiarendosi nella parte inferiore. La forma è tondeggiante, la coda molto corta e le ali lunghe, adatte ad affrontare i lunghi spostamenti migratori. La Quaglia predilige la pianura o al limite la collina e si stabilisce in aree coltivate a cereali, soprattutto frumento e segala. Inoltre non sopporta i climi estremi: fugge dal troppo caldo, dal troppo freddo, dall’aridità e dell’umidità eccessiva.

Per nidificare necessita di ambienti aperti, pianeggianti o in moderata pendenza. I nidi in genere sono leggermente scavati nel terreno dei campi e contengono fino a quattordici uova, che vengono covate  per una ventina di giorni. I piccoli crescono in fretta: presto con l’aiuto della madre imparano a trovare il cibo da soli. Entro la sesta settimana sono del tutto sviluppati e autonomi. Semi, foglie, insetti, piccoli ragni, lombrichi e chiocciole fanno parte della dieta della Quaglia, che per  favorire la digestione ha l’abitudine di ingerire anche piccoli sassolini.

Prospettive

Nel valutare l’FRV relativo alla Quaglia, il termine di riferimento provvisorio su scala locale è fissato a 10 maschi in canto per 100 ettari. Un valore che potrà essere rivisto e possibilmente tarato sulle diverse realtà geografico-ambientali in seguito a ricerche più approfondite. La specie infatti per ora è stata studiata in modo insufficiente, sia in merito alle dinamiche di popolazione sia in relazione alle sue esigenze ecologiche. Da approfondire è anche la valutazione dell’effetto dell’attività venatoria.

Minacce

Come spesso è accaduto alle specie che hanno il proprio habitat negli ambienti aperti, la Quaglia ha risentito fortemente delle modifiche che hanno interessato l’agricoltura, a partire dall’intensificazione delle pratiche agricole e dall’abbandono delle aree rurali sui rilievi, aspetti che hanno determinato una diminuzione e un generale peggioramento delle condizioni di vivibilità per la specie, Tale peggioramento può tuttavia essere contrastato favorendo un’agricoltura sensibile alle esigenze di questa e di altre specie di ambienti aperti.

Considerando la crescente frammentazione e rarefazione delle popolazioni, la caccia ha senz’altro avuto un impatto non trascurabile, anche se è ancora da valutare in modo più preciso l'entità dei danni che ha provocato. Tuttavia ,un’importante indicazione proviene dal fatto che la stragrande maggioranza delle ricatture di soggetti inanellati riguardano quaglie decedute a causa di abbattimenti diretti o comunque per cause legate in vario modo al disturbo dell’uomo.  

Nel piano di gestione europeo dedicato alla Quaglia la caccia è considerata un fattore di rischio di media importanza, ma è ritenuto essenziale realizzare una raccolta di dati sul fenomeno, azione che attualmente in Italia non viene realizzata. Visto che la migrazione post riproduttiva inizia nella seconda decade di agosto, è ritenuto pericoloso per la popolazione italiana della specie, già in cattivo stato di conservazione, consentire la caccia nel mese di settembre. In generale sarebbe opportuno sospendere la Quaglia dell’elenco delle specie cacciabili in Italia.

Il fattore di minaccia più grave per la specie è comunque relativo all’inquinamento genetico, una conseguenza dell’ibridazione con le quaglie giapponesi (Coturnix japonica), allevate e rilasciate a scopo venatorio. Il fenomeno ha favorito la sedentarietà delle popolazioni con una conseguente riduzione della popolazione migratrice, soprattutto quella a lungo raggio. Fermare definitivamente l’immissione di quaglie giapponesi, ibride o di origine sconosciuta è quindi fondamentale per garantire la conservazione della specie.

A incidere sul ciclo biologico della Quaglia è soprattutto la quantità di piogge, che influenzano il tempo di permanenza della specie in un’area e la sua abbondanza. L’effetto delle precipitazioni su produttività e mortalità è diretto, così come quello sui movimenti migratori e gli spostamenti durante la stazione riproduttiva, spesso molto marcati.

Stato di salute

Pur essendo considerata una specie sicura nell’Unione europea, la Quaglia presenta invece uno stato di conservazione sfavorevole a livello continentale. Le stime parlano di 2,8 - 4,7 milioni di coppie in tutta Europa e di 640mila-1,3 milioni di coppie nel territorio Ue (23-28%). All’interno di quest’ultimo la popolazione nidificante rappresenta una frazione compresa tra il 5 e il 24% di quella mondiale. Qui tra il 1970 e il 2000 i numeri sono risultati sostanzialmente stabili.

In Italia la popolazione nidificante è in cattivo stato di conservazione. Le stime sono incerte e il trend sconosciuto: si va dalle 5mila-20mila coppie alle 15mila-30mila coppie calcolate da Brichetti & Fracasso nel 2004. Con una percentuale di circa il 2,3% rispetto all’Ue, la popolazione italiana di quaglie non risulta però particolarmente significativa per la conservazione della specie nel continente. Inoltre per la legislazione venatoria italiana la specie è cacciabile e non gode di alcun piano d’azione, né nazionale né internazionale. Vista la delicatezza della sua condizione, è però stata inserita nell’allegato II/2 della Direttiva Uccelli e nella Lista Rossa nazionale, anche se come specie a più basso rischio.

Nel nostro paese la specie è in effetti soggetta a fluttuazioni rilevanti, anche nel corso di brevi periodi di tempo. Notevole la rarefazione della popolazione nidificante e anche quella dei soggetti che attraversano la penisola durante la migrazione. Troppo leggera la ripresa delle coppie nidificanti che si è verificata nella seconda metà degli anni Ottanta nel Nord Italia. Anche oggi la popolazione italiana appare in decremento.

Interessanti i risultati dei numerosi inanellamenti realizzati in Italia, soprattutto a partire dai primi anni Novanta, interessando anche più di mille soggetti all’anno. È emersa così la centralità dell’Italia nel sistema migratorio della specie.

Semaforo

Nonostante le evidenze non siano univoche e alcuni decrementi siano inquadrabili in ampi fenomeni di fluttuazione, lo stato di salute della Quaglia non pare soddisfacente. Troppi i segnali inequivocabili di calo demografico in diverse regioni, così come quelli di degrado dell’habitat, dovuto in gran parte all’evoluzione dell’agricola.
Importanti per conservazione della specie sono anche le condizioni riscontrate durante lo svernamento in Africa e la migrazione da e per i quartieri riproduttivi. In particolare la siccità della fascia africana del Sahel appare come il maggior fattore limitante per le popolazioni migratrici a lungo raggio.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* grossomodo stabile favorevole
Popolazione fluttuante, in calo cattivo
Habitat della specie in diminuzione inadeguato
Complessivo   cattivo

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Lieve e discreto, il richiamo della Quaglia è un pigolio di tre note piuttosto brevi, della stessa lunghezza. La sequenza viene ripetuta più volte a breve distanza e si può udire anche di notte. Alcuni descrivono il canto del maschio nella stagione della riproduzione simile a un miagolio, mentre la voce della femmina è più sommessa.