QUAGLIA
NOME SCIENTIFICO: Coturnix coturnixÈ un galliforme del tutto speciale la Quaglia, unica specie appartenente a questo ordine a migrare nel continente africano durante l’inverno. Presente nelle nostre pianure e nelle zone collinari, è però difficile da individuare grazie al piumaggio perfettamente mimetico e alla sua tendenza a fuggire al minimo rumore, spostandosi velocemente sulle zampe .
Stato di salute
Pur essendo considerata una specie sicura nell’Unione europea, la Quaglia presenta invece uno stato di conservazione sfavorevole a livello continentale. Le stime parlano di 2,8 - 4,7 milioni di coppie in tutta Europa e di 640mila-1,3 milioni di coppie nel territorio Ue (23-28%). All’interno di quest’ultimo la popolazione nidificante rappresenta una frazione compresa tra il 5 e il 24% di quella mondiale. Qui tra il 1970 e il 2000 i numeri sono risultati sostanzialmente stabili.
In Italia la popolazione nidificante è in cattivo stato di conservazione. Le stime sono incerte e il trend sconosciuto: si va dalle 5mila-20mila coppie alle 15mila-30mila coppie calcolate da Brichetti & Fracasso nel 2004. Con una percentuale di circa il 2,3% rispetto all’Ue, la popolazione italiana di quaglie non risulta però particolarmente significativa per la conservazione della specie nel continente. Inoltre per la legislazione venatoria italiana la specie è cacciabile e non gode di alcun piano d’azione, né nazionale né internazionale. Vista la delicatezza della sua condizione, è però stata inserita nell’allegato II/2 della Direttiva Uccelli e nella Lista Rossa nazionale, anche se come specie a più basso rischio.
Nel nostro paese la specie è in effetti soggetta a fluttuazioni rilevanti, anche nel corso di brevi periodi di tempo. Notevole la rarefazione della popolazione nidificante e anche quella dei soggetti che attraversano la penisola durante la migrazione. Troppo leggera la ripresa delle coppie nidificanti che si è verificata nella seconda metà degli anni Ottanta nel Nord Italia. Anche oggi la popolazione italiana appare in decremento.
Interessanti i risultati dei numerosi inanellamenti realizzati in Italia, soprattutto a partire dai primi anni Novanta, interessando anche più di mille soggetti all’anno. È emersa così la centralità dell’Italia nel sistema migratorio della specie.