RIGOGOLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliRIGOGOLO

NOME SCIENTIFICO: Oriolus oriolus
 

Nonostante la sua colorazione, riesce a nascondersi in cima agli alberi più alti, rimanendo celato nella vegetazione. Il Rigogolo è riservato e diffidente appena si sente osservato rimane immobile, spiccando il volo soltanto in caso di pericolo. Se ci accorgiamo della sua presenza spesso non è per averlo avvistato, ma per il suo continuo canto melodico che ci spinge a guardare verso il fogliame di alberi. Il suo canto caratteristico e inconfondibile riempie le nostre estati fino a settembre soprattutto nelle ore serali quando si espone di più cercando le cime degli alberi da cui lancia i suoi richiami alla femmina che rimane nel folto degli alberi.

 

Ordine: Passeriformes Famiglia: Oriolidae

Il Rigogolo è uno degli uccelli più appariscenti del nostro territorio, grazie alla sua livrea giallo dorata. Le ali e la coda nere danno ancora più risalto al suo manto sgargiante. Le sue dimensioni raggiungono i 27 centimetri di lunghezza. Il colore del piumaggio può variare di intensità e il giallo può tendere anche all’arancione. La femmina, molto mimetica, ha il manto verde oliva con becco bruno. I giovani assomigliano alle femmine.

Per essere difficilmente identificabile canta raramente dallo stesso ramo, spostandosi in continuazione per fare perdere i riferimenti a chi lo avesse sentito. Il suo volo è agile e svelto, anche durante le migrazioni. Anche durante queste ultime predilige spostarsi in orari notturni per essere meglio nascosto. Non ama i boschi di conifere, preferisce le zone alberate sia isolate in zone inaccessibili, sia in vicinanza dei centri abitati. È di indole solitaria e vive al massimo in coppia. Solamente dopo la nidificazione è possibile osservare gruppi familiari di Rigogoli ancora uniti.

Nidifica tra maggio e giugno. Il nido viene costruito all’incrocio di due o più rami ed è facilmente riconoscibile perché è ancorato alla biforcazione e al centro è sospeso nel vuoto, come un'amaca. Il nido del Rigogolo ha molte somiglianze, infatti, con quelli dei Tessitori tropicali. La struttura risulta essere estremamente solida a forma di canestro, che rimane appeso. Il luogo preferito per la nidificazione è certamente rappresentato dalla cima più alta degli alberi con chiome rigogliose.

Se attaccato il Rigogolo difende strenuamente il suo nido anche dall’attacco di predatori ben più grandi di lui. La scelta del territorio ove nidificare non è casuale, ma oculatamente definita. Il Rigogolo infatti cerca aree ove sia facilmente reperibile sia l’acqua sia il cibo, cioè vicino a torrenti, frutteti o vigne. Una volta trovati questi spazi, è facile vederli nidificare in quell’area tutti gli anni.

In Italia il Rigogolo viene catturato con difficoltà nelle aree di nidificazione, mentre più semplice risulta l’inanellamento di numeri anche elevati di soggetti in siti di transito, e in particolare sulle isole nel corso dei massicci movimenti primaverili. L’area geografica di inanellamento dei soggetti segnalati in Italia si colloca nell’Europa nord-occidentale, centro-orientale e balcanica. In termini numerici i Paesi più rappresentati sono Francia, Germania, Svizzera, Belgio e Olanda. I siti di inanellamento sono localizzati in contesti sia costieri sia continentali, e le distanze percorse superano anche i 1.000 chilometri.

Prospettive

Specie piuttosto conosciuta per quanto riguarda la distribuzione, ma scarsamente studiata per quanto riguarda ecologia e biologia riproduttiva. Mancano informazioni relative ai principali parametri demografici.

In Europa le densità variano molto al variare dell’habitat, dell’altitudine e della localizzazione geografica. Sulla base dei dati disponibili si può proporre come FRV a scala locale una densità pari a 3 coppie per 10 ettari (valore localmente superato in ambienti ottimali).

È senz’altro auspicabile la realizzazione di attività di monitoraggio a vasta scala, anche in considerazione del fato che la specie risulta soggetta a leggero declino complessivo nell’Ue nel decennio 1990-2000, al fine di trarne indicazioni in ottica di gestione e conservazione. Come indicazioni gestionali si segnala la necessità di mantenimento e ripristino di boschi planiziali e di fondovalle, ricchi di querce e di piante fruticose, e in particolare di boschi golenali.

Minacce

Risente del taglio dei boschi di alto fusto, con conseguente degrado o distruzione dell’habitat idoneo alla nidificazione. Nella Pianura Padana una minaccia è costituita dall’irrorazione dei pioppeti industriali con pesticidi. In provincia di Parma si sono riscontrate densità ridotte a seguito di irrorazioni, mentre in pioppeti non soggetti a irrorazione negli stessi anni si sono riscontrati incrementi. La specie beneficerebbe della graduale evoluzione dei boschi cedui verso boschi a maggiore complessità ecologica.

La perdita di covate a causa di predatori sembrerebbe essere non molto comune a causa della difesa aggressiva portata dagli adulti. In Francia i principali predatori sono risultati sopratutto ghiandaia, gazza e scoiattolo. Da letteratura, successo riproduttivo medio 87.6%. In provincia di Parma successo riproduttivo dell’86%, con produttività di 2.5 giovani per coppia.

Stato di salute

In Europa e nell’Unione europea è risultata stabile nel periodo 1970-1990, mentre nel decennio 1990-2000 è stata segnalata in declino in numerosi Paesi (in particolare Francia e Turchia) e stabile nella gran parte delle popolazioni nel settore orientale (incluse le popolazioni chiave di Romania e Russia), così da risultare classificata come stabile a livello europeo e in leggero declino a livello di Ue. La popolazione nidificante dell’Ue è stimata in 720mila – 1 milione e 600mila coppie e corrisponde a un quinto (21-23%) della popolazione europea complessiva e a una frazione compresa tra il 5% e il 24% della popolazione globale della specie.
La popolazione italiana è stimata in 20mila-50mila coppie. Il Rigogolo non è stato considerato nella Lista rossa nazionale. Specie non cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (art. 18, 157/92). La specie è ampiamente distribuita in Italia, lungo la penisola e in Sicilia. Nelle regioni settentrionali è limitata ad aree di pianura e bassa collina, ove è diffuso in boschi fluviali, pioppeti e frutteti. Diviene più raro nelle estreme regioni meridionali e in Sicilia, mentre, pur nidificando in Corsica, è assente dalla Sardegna. Nelle Alpi la sua distribuzione si arresta alla fascia prealpina e collinare. La specie ha avuto una tendenza generale all’incremento moderato nel periodo 2000-2009 (variazione media annuale: +4,22%).

Semaforo

I dati disponibili per l’Italia sembrano tendere a un trend di stabilità complessiva della popolazione, con situazioni locali di incremento (Sicilia) e di decremento (Parma), in quest’ultimo caso per distruzione/degrado di ambienti idonei in ambito planiziale. Anche il range sembrerebbe essere stabile sulla base di confronti tra recenti atlanti e versioni precedenti.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* Stabile Favorevole
Popolazione Stabile, localmente in aumento Favorevole
Habitat della specie in calo nelle aree planiziali, ma nel complesso stabile Favorevole
Complessivo   Favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Il suo canto più frequente è una specie di ui-u-uio, che sembra avergli dato il nome di Oriolo (anche se altri sostengono che derivi dal latino classico "aureolus" d'oro). A questo canto alterna anche altri versi simili a quelli della ghiandaia e altri che finiscono sempre con ...- uio.
Se vi ha avvistato, emette un allarme che assomiglia a un Ch-r-r.