RONDONE MAGGIORE
NOME SCIENTIFICO: Tachymarptis (Apus) melbaSi distingue dagli altri rondoni soprattutto per le dimensioni, decisamente più consistenti (è lungo circa 5 centimetri in più rispetto al Rondone comune). Per il resto anche il Rondone maggiore trascorra pressoché tutta la propria esistenza in volo ed è dunque osservabile solo mentre compie le proprie evoluzioni in cielo. Volo che può essere veloce, rettilineo ma anche con rapide variazioni di direzioni, effettuate in genere per cercare il cibo che cattura in volo, così come sempre in volo riesce a dormire e ad accoppiarsi. Durante le migrazioni diviene fortemente gregario.
Ordine: Apodiformes Famiglia: Apodidae
Se la lunghezza del Rondone maggiore raggiunge i 20-23 centimetri, l'apertura alare supera il mezzo metro, attestandosi tra i 51 e i 58 centimetri. Le parti superiori sono grigio-scure, mentre le parti inferiori presentano il ventre e la gola bianchi, non sempre facili da vedere in volo. Il Rondone maggiore possiede zampe troppo corte rispetto al corpo per poter spiccare il volo da terra, ma è un ottimo arrampicatore, in grado di scalare un muro fino all'altezza ideale per planare e volare.
Si nutre di insetti che cattura in volo grazie alla bocca di grosse dimensioni. Come diverse specie di apodiformi il Rondone maggiore stabilisce dei legami di coppia che li uniscono per tutta la vita. Originariamente legato per la nidificazione a pareti rocciose e grotte (e occasionalmente a buchi negli alberi) ha conquistato poi edifici (soprattutto grandi edifici relativamente isolati dagli altri), andando incontro ad espansione di areale ed incremento numerico.
In Italia nidifica dal livello del mare sino ad oltre 2000 metri di altitudine. Si rinviene spesso in aggregazione interspecifiche con il Rondone pallido e in piccole colonie, di rado superiori alle 10 coppie. Specie molto difficile da catturare, e con colonie di altrettanto difficile accesso, con scarsi ed occasionali inanellamenti in Italia nei primi anni ‘90. Pochi i siti continentali distribuiti in Pianura Padana occidentale, Trentino e Friuli-Venezia Giulia, Calabria), mentre catture accidentali primaverili risultano all’isola di Ventotene.
Le ricatture sono concentrate tra Piemonte e Lombardia, con due casi relativi alla costa occidentale ligure ed all’Emilia-Romagna. A livello stagionale si distribuiscono tra la seconda metà di aprile e la prima di ottobre, periodo che comprende anche le fasi riproduttive della specie.
Specie ben monitorata a livello locale. Mancano studi approfonditi sulla dinamica di popolazione. E’ difficile definire unità di popolazione per questa specie, che ha un areale che interessa quasi tutto il paese ma risulta spesso frammentato. Considerando un areale unico, non è possibile dare valori di FRV, in quanto il rondone maggiore è una specie coloniale la cui popolazione supera abbondantemente le 2.500 coppie. Si rimanda al Paragrafo “Indicazioni per la conservazione” per l’individuazione di una MVP.
Favorire la tutela delle colonie nidificanti presso edifici vigilando sul rispetto delle esigenze della specie nel caso di interventi di restauro o altri lavori; limitare ove necessario il disturbo antropico presso pareti rocciose ospitanti colonie. Si è deciso di simulare dinamiche di popolazione per dare un valore di MVP, da utilizzare come possibile riferimento per le popolazioni isolate potenzialmente individuabili. Si sono utilizzati i dati di mortalità noti per la Svizzera per gli adulti (20.9%) e sono state ipotizzate delle stime per i non adulti, un’età massima di 26 anni, prima riproduzione a 2 anni e produttività pari a 2.25 giovani per nido.
La capacità portante è stata considerata pari a 1.5 volte la popolazione iniziata, dato che la fase espansiva tuttora in atto nelle aree urbane lascia supporre che la specie sia ancora lontana dalla saturazione. In questo modo, si ottiene una MVP pari a 1.200 individui, corrispondenti a circa 440 coppie. Tale dimensione di popolazione può essere utilizzata come termine di paragone per le popolazioni ‘isolate’.
Come per le altre specie di rondoni, ristrutturazioni di edifici che non tengono conto delle esigenze della specie possono avere impatto fortemente negativo sulla popolazione, potendo causare la scomparsa di intere colonie. Per quel che concerne il successo riproduttivo, questo diminuisce con la dimensione della covata e con l’avanzare della stagione.
In Svizzera si è registrato un tasso di schiusa del 94% in covate sia di due che di tre uova; su 5 covate di 4 uova, tutte schiuse; involo medio di giovani pari a 0.98 per covate di un uovo, 1.7 per covate di due, 2.3 per covate di tre, 2.4 per covate di quattro uova. Le covate deposte nel momento centrale della stagione hanno successo riproduttivo più elevato (2.1 giovani per covata) di quelle tardive (1.5 giovani per covata). Media di 2.2-2.3 giovani involati per nido in provincia di Cuneo nel 1991-1992; le covate precoci sono normalmente più produttive di quelle tardive.
Attualmente è classificato come sicuro in Unione Europea, con status di conservazione favorevole anche a livello continentale. Nel complesso, si registra stabilità della popolazione nidificante nell’Unione Europea sia nel periodo 1970-1990 che nel periodo 1990-2000. La popolazione dell’UE è stimata in 13.000-35.000 coppie, quella italiana in 5.000-10.000 coppie, stabile. Non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. Il Rondone maggiore non è stato inserito nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (Art. 2, 157/92).
La quota di popolazione italiana rispetto a quella dell’Unione Europea e a quella continentale complessiva si sono innalzate durante gli ultimi anni. La popolazione italiana appare soggetta a stabilità, con decremento locale ed in particolare sparizione delle colonie in aree montuose accompagnate da incremento delle popolazioni urbane, con marcata tendenza all’occupazione di nuovi centri urbani, soprattutto nelle regioni nord-occidentali. In aumento in Italia settentrionale, soprattutto nelle aree urbane.
Il Rondone maggiore mostra una situazione di sostanziale stabilità, con decrementi presso siti rupestri compensati da incrementi in aree urbane. Il range della specie sembra stabile, così come non si notano grandi variazioni nella disponibilità e qualità dell’habitat, fatte salve le possibili ripercussioni negative di interventi di restauro o ristrutturazione di edifici.
Potenzialmente importanti per la conservazione della specie sono anche le condizioni riscontrate durante lo svernamento in Africa e la migrazione per e da i quartieri riproduttivi. Tuttavia, mancano al momento dati relativi a questa specie per quanto concerne l’effetto delle condizioni sopraccitate sui contingenti nidificanti.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | Complessivamente stabile | favorevole |
Popolazione | stabile | favorevole |
Habitat della specie | stabile | favorevole |
Complessivo | favorevole |
Bioregione alpina
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | In contrazione | inadeguato |
Popolazione | In calo locale | inadeguato |
Habitat della specie | Stabile | favorevole |
Complessivo | inadeguato |
Bioregione continentale
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | In espansione | favorevole |
Popolazione | In aumento | favorevole |
Habitat della specie | Stabile | favorevole |
Complessivo | favorevole |
Bioregione mediterranea
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | In espansione | favorevole |
Popolazione | In incremento ma spesso ridotta | inadeguato |
Habitat della specie | Stabile | favorevole |
Complessivo | inadeguato |
*Variazione della popolazione negli anni