RONDONE PALLIDO
NOME SCIENTIFICO: Apus pallidusChi avvista un Rondone in ottobre-novembre può essere sicuro di aver visto un Rondone pallido. Come il cugino comune, nidifica in città e come lui va a svernare in Africa partendo però molto più tardi: non a partire da fine luglio, ma nell’autunno inoltrato. Il Rondone pallido inizia, infatti, un secondo ciclo di deposizioni in piena estate, allevando i propri pulli fino all'involo che avviene generalmente nel mese di ottobre o anche in novembre. Per il resto è difficilissimo distinguerlo dal Rondone comune, anche per l’impossibilità di guardarlo da vicino.
Ordine: Apodiformes Famiglia: Apodidae
Presenta un piumaggio caffelatte scuro, e non nero come il Rondone comune. Le parti superiori mostrano disomogeneità nella colorazione: le secondarie più chiare contrastano nettamente con le primarie, più scure. In generale le parti superiori sono sempre più "marroni" di quanto possano apparire quelle di un Rondone comune seppur in piena luce. Le piume della "sella" sono sempre molto più scure del resto delle parti superiori, contrastando sia con la parte interna delle ali che (meno) con la testa e col groppone.
Il corpo è leggermente più robusto, con la base della coda – più corta e meno forcuta – più larga. La base dell'ala più larga conferisce all'ala una silouette più tozza e al volo meno impetuoso con colpi d'ala meno nervosi avendo sempre come paragone il Rondone comune. La punta dell'ala è spesso formata da due remiganti e non solo da una, come in Apus apus, e appare quindi leggermente più arrotondata e meno appuntita. La testa mostra una vistosa macchia bianca sulla gola e una sfumatura bianca sulla fronte.
Si nutrono di plancton aereo. Sceglie per la nidificazione le feritoie o i fori presenti sulle pareti esterne dei palazzi. L'impegno per la cova e per l'assistenza ai piccoli è distribuita tra maschio e femmina, tranne i primi dieci giorni, nei quali le femmine mostrano un impegno superiore. Non è presente alcun dimorfismo sessuale e praticano la monogamia, anche se una piccola percentuale cambia sia il nido sia il partner.
Per questa specie intensamente studiata, attraverso l’inanellamento, in Piemonte a partire dalla seconda metà degli anni ’80, disponiamo di una ricattura all’estero di un pulcino catturato ma poi rilasciato in Algeria nell’aprile avanzato a distanza di quasi cinque anni ed a circa 1.000 Km di distanza dalla colonia di nascita. Due ricatture a breve distanza dai siti di nascita nell’ambito della Regione Piemonte riguardano soggetti segnalati rispettivamente alla fine di maggio ed alla metà di agosto.
Specie spesso ben monitorata in diverse regioni d’Italia. La popolazione piemontese costituisce uno dei migliori esempi di indagine a livello di dinamica di popolazione relativo a specie ornitiche in Italia.
Considerando un areale unico, non è possibile dare valori di FRV, in quanto il rondone pallido è una specie coloniale la cui popolazione supera abbondantemente le 2.500 coppie. Si rimanda al Paragrafo “Indicazioni per la conservazione” per l’individuazione di una MVP.
Tutelare le principali colonie, evitando interventi potenzialmente in grado di compromettere l’idoneità ambientale degli edifici per la nidificazione della specie e riducendo eventuale disturbo antropico presso le colonie lungo le coste rocciose sono azioni sicuramente utili per garantire un futuro alla specie.
Come per altre specie che nidificano presso edifici monumentali o antichi, ristrutturazioni e lavori durante il periodo riproduttivo possono avere impatto anche molto grave sulla disponibilità di siti di nidificazione e compromettere l’esito della riproduzione. Trattandosi di specie coloniale, uno solo di questi episodi può interessare un numero elevato di coppie o un’intera popolazione.
Sulle isole mediterranee indubbiamente importante l’impatto della predazione da parte del ratto nero. Scarso impatto delle condizioni climatiche, grazie ad una fenologia riproduttiva plastica. I dati sul successo riproduttivo in Italia parlano di tassi di schiusa variabili tra 63% e 93% e percentuale di involo tra 30% e 84% in Piemonte; tasso di schiusa del 72% per le prime covate estive e del 43% per le seconde autunnali; percentuale di involo del 61% e 41%, rispettivamente.
Attualmente è classificato come sicuro in Unione Europea, con status di conservazione favorevole anche a livello continentale. Si registra, infatti, un moderato incremento della popolazione nidificante nell’Unione Europea nel periodo 1970-1990, seguito da trend sconosciuto nel periodo 1990-2000. La popolazione dell’UE è stimata in 35.000-140.000 coppie, quella italiana in 5.000-10.000 coppie, stabile. Non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. Il rondone pallido non è stato inserito nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (Art. 2, 157/92).
La popolazione italiana è la più importante popolazione in Europa dopo quella dei Paesi iberici (Spagna e Portogallo ospitano complessivamente 25.000-100.000 coppie) ed pari a circa il 6%-17% di quella europea complessiva. La popolazione italiana manifesta recente incremento o stabilità locale; vi sono evidenze di recenti colonizzazioni di nuovi centri urbani.
Il rondone pallido sembra attraversare una fase decisamente positiva a livello nazionale, per quanto la scoperta di alcune delle nuove località di presenza possa essere dovuta più ad un incremento di conoscenze che ad un reale aumento demografico, appare incontrovertibile l’espansione di areale e l’incremento numerico della specie in diverse regioni italiane.
L’habitat della specie (rappresentato soprattutto da centri storici di città e coste marine rocciose) non sembra poter aver risentito eccessivamente di variazioni in senso negativo nel recente passato. Potenzialmente importanti per la conservazione della specie sono anche le condizioni riscontrate durante lo svernamento in Africa e la migrazione per e da i quartieri riproduttivi. La sopravvivenza dei rondoni pallidi varia infatti da un minimo del 47% ad un massimo dell’87%, a seconda della piovosità del Sahel occidentale.
Nel complesso, pur rimarcando la suscettibilità della specie ai fattori ambientali e climatici e ad interventi inappropriati presso gli edifici sedi di colonie, la valutazione dello stato di conservazione del rondone pallido in Italia non può che essere positiva.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | stabile | favorevole |
Popolazione | stabile | favorevole |
Habitat della specie | stabile | favorevole |
Complessivo | favorevole |
*Variazione della popolazione negli anni
Il verso è chiaramente bisillabo e basta un breve "apprendistato" per riconoscerlo facilmente da quello del rondone comune. In moltissime situazioni "sul campo" la voce è l'unico carattere sicuramente diagnostico. Canto: Trillo a due, a volte tre sillabe (trri-u-iirt)