SALCIAIOLA
NOME SCIENTIFICO: Locustella luscinioidesCuriosa e agile, la Salciaiola è maestra nell’arte della mimesi: non è agevole distinguerla nel folto dei canneti, dove si nasconde con abilità. Prende il nome dalle “salciàie”, basse siepi di piccoli salici intrecciati lungo gli argini di fossi e torrenti, luogo prediletto per la costruzione del nido. Anche il birdwatcher più esperto può essere tratto in inganno dal suo canto; un rapido ronzio, quasi meccanico, molto somigliante al verso di un Forapaglie macchiettato…
Ordine: Passeriformes Famiglia: Sylviidae
La Salciaiola è un medio-piccolo passeriforme dal piumaggio chiaro, con il dorso castano-olivastro e il ventre bianco. Si mimetizza facilmente nel folto di canne e giunchi, che costituiscono il suo habitat ideale.
Le zampe sono rosa chiaro, mentre il becco è sottile, tipico di specie insettivora. Non è raro avvistarla in compagnia di cannareccioni e cannaiole comuni, e altre specie che frequentano abitualmente le zone umide. In Italia, dove è presente soprattutto nella regione biogeografica continentale, la Salciaiola è localizzata nell’area centro-settentrionale e concentrata prevalentemente in Pianura Padana e lungo le coste settentrionali della Toscana.
Da un punto di vista ambientale e geografico, la specie è legata a canneti e cariceti, e per questo presenta una distribuzione frammentaria e piuttosto discontinua in un’ampia fascia compresa tra il 36° e il 60° parallelo, lungo tutta l’Europa occidentale, centrale e orientale. La si può infatti ritrovare da Inghilterra sud-orientale, Francia nord-occidentale e Portogallo ad ovest sino al Volga e agli Urali ad est; dall’Estonia a nord al Mediterraneo a sud. È inoltre presente, con un areale disgiunto, nella zona compresa tra il Mar Caspio occidentale e la Siberia sud-occidentale, nella valle dell’Ob. Durante il periodo di svernamento, è migratrice transahariana: trascorre i periodi freddi tra il Sahara e la fascia delle foreste equatoriali, soprattutto nella zona meridionale del Sudan.
A livello globale, lo stato di salute della specie non presenta rischi elevati: pur essendo in declino, il suo areale di presenza resta piuttosto vasto, il che compensa, almeno in parte, i decrementi registrati a livello locale. In Europa, l’ambiente idoneo alla Salciaiola è costituito da zone paludose con acque basse, ricche di giunchi, canneti, cariceti, falasco, arbusti sparsi e alberi di piccole dimensioni.
È in queste aree – zone umide o comunque prossime a corsi d’acqua, paludi, canneti lacustri, torbiere – che la Salciaiola costruisce il nido. Spesso, tuttavia, la si può ritrovare anche tra la vegetazione igrofila presente sulle rive dei fiumi, tra cui ontani, salici e pioppi. Proprio dalle “salciàie” – basse siepi di piccoli salici intrecciati lungo gli argini di fossi e torrenti – deriva il nome italiano della specie. Essenziale, per la nidificazione, è la presenza di una fitta vegetazione medio-alta di erbe e arbusti, che la Salciaiola utilizza come posatoio da cui emette il caratteristico canto. Il nido è costruito tra i giunchi, e la femmina vi depone dalle 3 alle 6 uova.
La specie è relativamente ben studiata per quanto riguarda distribuzione e valori di densità delle due principali popolazioni italiane, quella lombarda e quella toscana. Tuttavia, mancano informazioni sufficienti su parametri demografici e riproduttivi, e non è perciò possibile formulare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV). Poiché si tratta di una specie in declino, presente in Italia con poche centinaia di maschi cantori, appare utile condurre azioni di monitoraggio allo scopo di verificare le principali cause del declino stesso.
La Salciaiola è una specie dalle esigenze ecologiche assai specifiche e legata ad ambienti localizzati; per questo si rendono necessari anzitutto interventi di gestione e conservazione degli ambienti idonei nei siti riproduttivi noti e in quelli abbandonati solo di recente. Particolarmente importanti appaiono le modalità di tutela e gestione dei canneti, di cui dovrebbe essere evitata la distruzione, mentre gli interventi di gestione andrebbero comunque condotti in modo tale da non arrecare eccessivo disturbo alla specie.
La tutela delle zone umide idonee potrebbe non risultare comunque sufficiente per mantenere l’habitat di nidificazione in condizioni di idoneità per la specie, anche per cause naturali come ad esempio il livello non idoneo delle acque, in quanto la Salciaiola richiede canneti inondati o la successione della vegetazione palustre. Le zone in questione possono quindi richiedere interventi mirati di “wetland management”, procedimento che comprende tutte le attività che possono essere condotte nelle zone umide allo scopo di mantenere, proteggere e ripristinare i valori e le funzioni ambientali, compreso il ripristino di un ottimale livello delle acque.
Ad oggi, la scarsa diffusione della specie e la sua concentrazione in pochissimi siti richiede un attento monitoraggio della residua popolazione nidificante, con particolare attenzione per le popolazioni principali di Lombardia e Toscana, al fine di verificarne la consistenza attuale ed il trend. Proprio in Lombardia, area di presenza numerica storica per la specie, le zone umide sono ora soggette a tutela e a interventi di conservazione e gestione mirati.
Le minacce a cui è esposta la Salciaiola sono prevalentemente di carattere ambientale. La specie è infatti soggetta a fluttuazioni della distribuzione nel breve periodo, probabilmente a causa di cambiamenti ambientali nei siti riproduttivi dovuti a bonifiche, alla successione naturale della vegetazione e alle condizioni meteorologiche riscontrate nei quartieri africani di svernamento.
Un altro fattore di rischio per la specie è rappresentato dalla variazione dei livelli delle acque, fattore che può incidere sulle fluttuazioni delle popolazioni anche in periodi molto ristretti, ad esempio da un anno all’altro. La vegetazione tipica delle sponde palustri, come canneti, tifeti e cariceti, infatti, se inondata non può essere occupata dagli individui al loro arrivo nelle aree di nidificazione.
Nonostante lo sfalcio dei canneti e la pulizia dei canali interni siano operazioni necessarie al rinnovo e mantenimento di questi ambienti, essi risultano tuttavia dannosi per le specie se condotti in periodo riproduttivo o comunque nelle fasi che precedono la migrazione.
Da uno studio condotto in Polonia su 73 nidi, la predazione è risultata poi essere la principale causa di insuccesso riproduttivo, soprattutto nei confronti di nidi posti più vicini a terra o all’acqua, per lo più a una distanza inferiore a 15 cm. Il rischio di predazione è particolarmente alto durante i primi giorni di vita dei pulcini.
Lo stato di salute della Salciaiola è attualmente valutato come favorevole sia nell’Unione europea sia a livello continentale. La popolazione nidificante in Europa, dopo una fase di espansione nei settori settentrionale e occidentale che risale agli anni ’60, si è mantenuta stabile nel corso del trentennio 1970-2000, nonostante il declino di alcune popolazioni localizzate registrato nello stesso periodo. La popolazione nidificante nei territori dell’Europa “comunitaria” è stimata tra le 42.000 e le 100.000 coppie, e corrisponde a circa all’8-13% della popolazione continentale complessiva, stimata tra le 530.000 e le 800.000 coppie.
In Italia, la Salciaiola è considerata specie vulnerabile nella Lista Rossa Nazionale, a causa della crescente frammentazione e contrazione dell’areale. È inclusa tra le specie non cacciabili (157/92). La popolazione nidificante italiana non rappresenta una frazione significativa della popolazione europea, essendo inferiore all’1%. Questa era stimata in 1.000-3.000 coppie nel 2003, e attualmente appare ridotta in 200-400 maschi cantori. È inoltre soggetta a decremento, con locali sparizioni e situazioni di stabilità locale. In vari siti riproduttivi il trend negativo pare essersi accentuato a partire da metà anni ’90: la specie appare oramai in declino in vaste zone d’Italia.
In Piemonte, dove nel ventennio 1980-2000 erano stimate dalle 5 alle 20 coppie, probabilmente la specie è ormai del tutto scomparsa, nonostante indizi di sporadica presenza registrati alla fine degli anni ’90. In provincia di Venezia, la prima nidificazione accertata risale al 2004, in Valle Vecchia di Caorle, dove sono stati censiti 5 maschi cantori, poi diminuiti a 2 un paio di anni più tardi. In provincia di Verona, a metà degli anni ’80, erano stimate poco meno di una decina di coppie, di cui 3-5 nella Palude del Busatello e 2-3 nella Palude Brusà-Vallette.
La popolazione presente in Lombardia resta una delle principali sul territorio italiano, nonostante i decrementi registrati negli ultimi anni. La popolazione della Riserva naturale del lago Biandronno ha infatti subito un drastico calo: dalle 5-10 coppie presenti a metà degli anni ’80 si é passati a una sola coppia nel biennio 2003-2005. Anche nel Bresciano si è assistito a un progressivo declino nel corso degli anni: nella Riserva naturale delle Torbiere del Sebino, a metà degli anni ’70 erano stimate dalle 12 alle 15 coppie, ridotte a 5-8 nel 2003. In provincia di Mantova, nel 2005, si contavano non più di 20-30 coppie; un numero inferiore rispetto a quello stimato a metà degli anni ’80, quando erano presenti 40-50 coppie, la maggior parte delle quali concentrate soprattutto nel Lago Superiore, secondariamente nelle torbiere di Marcaria e nella Palude del Busatello (tra Mantova e Verona).
L’areale di maggiore diffusione della Salciaiola resta in ogni caso l’Italia centro-settentrionale. In Lombardia, la Riserva naturale Palude Brabbia – in provincia di Varese – resta forse l’unica area in cui la quindicina di coppie nidificanti si è mantenuta stabile nel corso degli ultimi vent’anni. Mentre nel corso degli anni ’80, l’area lombarda contava dalle 120 alle 150 coppie, con un picco di concentrazione tra la Lomellina, in provincia di Pavia, e il lago Superiore di Mantova.
In Toscana, erano stimate tra le 50 e le 100 coppie a inizio anni ’90, con popolazione concentrata soprattutto a Massaciuccoli, in provincia di Lucca. Nelle zone umide protette a nord-ovest della regione si contavano 35 coppie nel 1999, con un massimo di concentrazione di 30 coppie nel Padule di Fucecchio. In Emilia-Romagna, la Salciaiola dimostra una spiccata propensione a utilizzare canneti già colonizzati in passato, anche se degradati. Qui la popolazione era stimata in 10-15 coppie nella seconda metà degli anni ’90. In provincia di Modena, la Salciaiola è localizzata in un paio di siti nell’area delle Valli di Mortizzuolo, con una decina di coppie tra 1982 e 1990, una presenza riconfermata recentemente. In provincia di Bologna, la specie nidifica da tempo in alcuni siti del settore nord-orientale, soprattutto presso i centri di Molinella e Medicina.
Lo stato di conservazione della specie in Italia appare sfavorevole, per diversi motivi. In Piemonte è probabilmente estinta, mentre la popolazione nidificante in Lombardia, numericamente la più consistente in Italia, è soggetta a recente e significativo decremento, con abbandono di alcuni siti riproduttivi. Anche oltre confine, nel dipartimento francese del Rhone-Alpes, la specie ha recentemente subito una preoccupante contrazione. Una certa variabilità dei siti riproduttivi è evidente anche in Svizzera, nonostante qui il numero di siti occupati risulti in incremento.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | In calo | Cattivo |
Popolazione | In calo | Cattivo |
Habitat della specie | Verosimilmente in declino | Inadeguato |
Complessivo | Cattivo |
* Variazione della popolazione negli anni
Bioregione continentale
Nonostante la regione biogeografica continentale costituisca l’area di maggiore diffusione della specie in Italia, la situazione è nel complesso sfavorevole: la contrazione di areale e la popolazione in calo determinano un cattivo stato di conservazione per la specie.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | In calo | Cattivo |
Popolazione | In calo | Cattivo |
Habitat della specie | Verosimilmente in declino | Inadeguato |
Complessivo | Cattivo |
* Variazione della popolazione negli anni
Bioregione mediterranea
A causa della mancanza di dati recenti sulla popolazione nidificante in Toscana, non è possibile effettuare una valutazione accurata sullo stato di conservazione della Salciaiola nella bioregione mediterranea, anche se nella Lista rossa degli uccelli nidificanti della Toscana, che risale a metà degli anni ’90, la specie veniva già classificata come rara. Si presume che l’habitat utile alla specie sia stabile, in quanto è costituito in prevalenza di zone umide protette, se pure in un quadro complessivo non favorevole alla specie.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | Sconosciuto | Sconosciuto |
Popolazione | In declino | Cattivo |
Habitat della specie | Verosimilmente in declino | Inadeguato |
Complessivo | Cattivo |
* Variazione della popolazione negli anni
Simile a quello del Forapaglie macchiettato, il canto emesso dalla Salciaiola se ne differenzia perché più rapido e “grave”. È invece impressionante la sua somiglianza al frinire della cicala: un cicaleccio meccanico e ripetuto, che può essere udito specialmente al crepuscolo.