SMERGO MINORE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliSMERGO MINORE

NOME SCIENTIFICO: Mergus serrator
 
Semaforo N.C.

Cresta appuntita, becco sottile dai margini seghettati, lungo collo filiforme caratterizzano l’originale aspetto del Mergus serrator, anatra tuffatrice diffusa in gran parte dell’emisfero settentrionale. Abile cacciatore, lo Smergo minore possiede una grande apertura alare, ed è uno tra gli anatidi più veloci nel volo orizzontale. Molto particolare anche il rituale del corteggiamento: i maschi nuotano in sincronia volgendo la testa dietro le spalle, alzando la cresta e rivolgendo il becco all’insù…

 

Ordine: Anseriformes  Famiglia: Anatidae

Il maschio di Smergo minore  è subito riconoscibile grazie ai colori accesi e assortiti del proprio piumaggio: testa scura con riflessi verdi, collo bianco, petto color ruggine in cui spiccano macchie brune, dorso nero, fianchi vermicolati, ventre bianco. Il piumaggio delle femmine ha tonalità più compatte: il corpo è grigiastro, la testa è color giallo senape. La coda è grigia, zampe e becco sono arancione acceso. La doppia cresta, grande e irsuta, lo contraddistingue dallo Smergo maggiore. Le sue dimensioni variano dai 50 ai 60 centimetri.

Piccoli pesci, insetti acquatici, rane e crostacei costituiscono la sua dieta principale. Può andare a caccia da solo oppure in piccoli gruppi, che collaborano per catturare le prede. Abile nuotatore, lo Smergo minore immerge ripetutamente la testa per scandagliare le profondità acquatiche, utilizzando particolari “sensori visivi” che gli permettono di vedere il fondale. Immergendosi fino a cinque metri di profondità, l’anatide cattura le proprie prede dopo averle inseguite, oppure esplorando con cura le fenditure rocciose con il suo forte e affusolato becco.

Nel periodo riproduttivo, in maggio, ama sostare lungo le coste di spiagge lacustri alberate, di piccoli fiumi e torrenti dalla moderata corrente in vaste regioni di tundra, in presenza di foreste boreali e temperate: lo si trova in Nord America, dove si spinge sino alla regione dei Grandi Laghi; in Groenlandia, Islanda e Penisola scandinava; in gran parte delle porzioni più settentrionali del continente europeo e asiatico; sino al nord-est di Cina e Giappone. A volte, può sostare anche nelle acque salmastre di baie, stretti, estuari con fondo sabbioso.

A differenza di altre specie di Anatidi che frequentano ampie superfici di acqua aperta, lo Smergo minore predilige canali stretti. Il nido è solitamente costruito in una cavità naturale o in una tana, in una zona riparata nelle vicinanze dell’acqua, e delimitato da materiale vegetale e piume. Qui, la femmina depone una decina di uova, che cova per circa un mese. Una volta schiuse, è abitudine comune tra le femmine riunire i piccoli di una stessa colonia per allevarli tutti insieme.

All’arrivo della stagione fredda, le popolazioni si spostano nelle zone acquatiche più ampie: mare, baie, lagune salmastre. L’areale di presenza si estende in inverno sino a comprendere le coste degli oceani Atlantico e Pacifico del Nord America, proseguendo lungo le coste di Messico; poi gran parte dell’Europa centrale e mediterranea, sino a Mar Nero e Mar Caspio meridionale, coste a sud di Iran e Pakistan, coste orientali della Cina, Penisola coreana. Nel corso della migrazione, frequenta anche grandi laghi.

Prospettive

La crescente diffusione e l’andamento sostanzialmente positivo nel corso degli anni disegnano un quadro nel complesso favorevole per la specie. Ad oggi, la popolazione totale di Smergo minore è la più numerosa tra tutti gli smerghi. Per mantenere e favorire il suo stato di salute, tuttavia, è opportuno mettere a punto strategie di conservazione mirate, simili a quelle necessarie per la tutela di altre specie di anatidi, come il Quattrocchi, la cui vita dipende dalle aree lagunari aperte.

Similmente al Quattrocchi, la specie può poi beneficiare di interventi effettuati nelle aree di nidificazione quali la costruzione e l’installazione di nidi artificiali, che possono sostituire cavità e siti utili alla costruzione del nido. Interventi come questi potrebbero contribuire ad aumentare l’indice di copertura dei siti e il successo riproduttivo delle coppie.

In territorio italiano, la quantità di individui svernanti è al momento ben monitorata. Non sono tuttavia disponibili dati sufficienti per indicare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie, che risulta tutelata dall’Agreement on the Conservation of African-Eurasian Migratory Waterbirds (AEWA), trattato che stabilisce la salvaguardia degli uccelli acquatici migratori principalmente nelle aree euroasiatiche e africane.

Minacce

Lo Smergo minore è oggetto di persecuzione diretta da parte dei pescatori, a causa del presunto impatto sulla fauna ittica, in modo particolare a danno di salmoni e trote, che costituiscono parte fondamentale del suo nutrimento. Questo accade soprattutto in territorio americano, dove gli individui che si nutrono vicino a fiumi ricchi di salmoni e peschiere sono cacciati a causa della loro predilezione per i grandi branchi di pesci.

Peraltro, in Nord America – ma anche in Danimarca – la specie può essere tuttora cacciata legalmente. Nella provincia canadese del Québec, ad esempio, annualmente si contano circa 3.000-4.000 individui uccisi. In Islanda, luogo frequentato da coppie di smerghi minori durante la nidificazione, sono poi le uova deposte a essere spesso predate o distrutte.

In alcune aree, lo Smergo minore è minacciato dall’inquinamento, dall’alterazione del proprio habitat dovuto alla costruzione di dighe e dalla deforestazione. È inoltre vittima accidentale delle reti da pesca, nelle quali può restare impigliato, morendo il più delle volte per annegamento. Le principali minacce per la specie sono comunque legate ad alterazioni dell’habitat di nidificazione e dal degrado causato dall’inquinamento delle acque.

In Italia, è particolarmente vulnerabile a forme di disturbo diretto, che sembrano essere aumentate nel corso degli anni. Potenzialmente pericolosa, nel nostro Paese, è anche la concentrazione delle popolazioni – negli ultimi anni, il 90% della popolazione era concentrata in soli 8 siti – il che le rende vulnerabili anche a variazioni locali della qualità dell’habitat. La specie è inoltre potenzialmente esposta al rischio di influenza aviaria.

Stato di salute

La specie è attualmente classificata come sicura nei territori dell’Unione europea, e anche a livello continentale presenta uno stato di conservazione favorevole. Tanto la popolazione nidificante quanto quella svernante risultano stabili nei territori dell’Unione europea, nel corso del trentennio 1970-2000. Qui nidificano circa 50.000-67.000 coppie, e svernano circa 52.000 individui. In Italia, gli individui svernanti ammontano a 2.000-3.500, con andamento fluttuante.

Nel nostro Paese, lo Smergo minore è presente sia come migratore sia come svernante regolare; in alcuni casi, è possibile osservarlo anche durante il periodo estivo, nonostante non siano stati accertati episodi di nidificazione. Il contingente svernante in Italia è pari a circa il 4-7% della popolazione svernante nei territori dell’Unione europea, e a circa il 4% della popolazione complessiva svernante nel nostro continente.

Tra il 1991 e il 2000 lo Smergo minore è risultata l’anatra marina svernante più diffusa in Italia e, nonostante la popolazione non raggiunga ad oggi cifre particolarmente consistenti, il contingente risulta in lieve ma significativo aumento. A livello territoriale, benché non sia aumentato l’indice di copertura dei siti, l’ampiezza dell’areale è rimasta sostanzialmente stabile. Gli individui sono concentrati nelle vicinanze di lagune e litorali lungo gran parte dei laghi costieri, anche meridionali e insulari. La sua presenza non è tuttavia costante, specialmente nell’entroterra.

Tra il 1996 e il 2000, il 90% della popolazione italiana era concentrata prevalentemente nel Mare Adriatico e nella Laguna di Orbetello. Questi sono infatti i siti più importanti a livello nazionale, nessuno dei quali riveste, comunque, una rilevanza internazionale dal punto di vista conservazionistico. Tra il 1998 e il 2000, i siti di importanza nazionale sono rimasti invariati, nonostante tra questi non compaia più il Delta del Po. Tra i siti di svernamento più frequentati tra il 1999 e il 2003, figurano le lagune di Grado e Marano e la baia di Ponzano (499 individui) e le vicinanze di Manfredonia e Margherita di Savoia (382 individui). Nel 1997, si è registrato il massimo annuale di presenza della specie, con 1.820 individui.

Al momento non è stato redatto un Piano d’Azione Nazionale o Internazionale sulla specie. Lo Smergo minore è inserito nell’Allegato II/2 della Direttiva Uccelli ed è protetto in Italia dalla legislazione venatoria vigente (157/92).

Canto

Flebile e poco pronunciato, il canto dello Smergo minore ricorda quasi una serie di starnuti e singhiozzi. Meno raffinato è il canto della femmina, che si limita ad emettere suoni prettamente gutturali.