STORNO NERO - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliSTORNO NERO

NOME SCIENTIFICO: Sturnus unicolor
 

Specie “loquace” per eccellenza, lo Storno nero si esibisce volentieri in concerti di gruppo, mentre staziona con i propri simili lungo i fili elettrici. Ma lo si può vedere anche poggiato sulla schiena dei bovini al pascolo, mentre si lascia trasportare. Abitante delle nostre isole maggiori, qui ha trovato un clima adatto e cibo in abbondanza. È soprattutto tra gli uliveti che si trova a proprio agio, essendo le olive il suo pasto prediletto. Molto simile allo Storno, se ne discosta per la peculiare livrea scura e lucida…

 

Ordine: Passeriformes  Famiglia: Sturnidae

Parente stretto dello Sturnus vulgaris , ma distribuito in aree molto più limitate, lo Storno nero è presente nella penisola Iberica, nelle grandi isole del Mediterraneo come Sardegna, Sicilia e Corsica, e nel nord-ovest dell’Africa (dal Marocco alla Libia).

Le sue dimensioni sono lievemente maggiori rispetto a quelle dello Storno: ha una lunghezza media di 22 centimetri e un peso massimo di 100 grammi. Raggiunta l’età adulta, la specie esibisce una livrea composta da piume lanceolate di colore nero, così brillanti da sembrare cosparse di olio, ma senza alcuna macchiettatura, particolare che lo distingue sia dal vulgaris  sia dagli storni neri più giovani. Le femmine sono molto simili ai maschi, ma presentano un piumaggio più opaco e con velature marrone scuro.

Il becco è sottile e leggermente adunco; di colore nero fino alla fine dell’autunno, nei 3-4 mesi successivi vira verso un giallo intenso, con la base rosa-arancio nelle femmine e giallo più chiaro, con base blu-verde, negli individui di sesso maschile. È in questa fase che può essere confuso con il Merlo, anch’esso scuro e dal becco giallo.

Specie in rapida espansione, lo Storno nero popola anche le città e gli ambienti parzialmente urbanizzati, dove non solo resiste al disturbo antropico ma si diffonde facilmente, nidificando nelle cavità di edifici, tetti e alberi. Le coppie si muovono autonomamente o, al limite, in gruppi di poche decine di esemplari. Entrambi i sessi collaborano alla costruzione del nido: mentre il maschio è impegnato nel rinforzo delle pareti esterne, la femmina si occupa di rendere calda e accogliente quella interna, dove coverà per un paio di settimane le 4 o 5 uova di colore azzurro chiaro, che depone al massimo due volte l’anno.

Prospettive

A causa della sua natura prevalentemente coloniale, non è possibile formulare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per lo Storno nero. Tenuto conto che sul territorio nazionale le popolazioni godono di uno stato di conservazione soddisfacente, le prospettive sono buone e non appaiono necessarie, ad oggi, azioni particolari per favorire la specie.

Anche qualora si rendessero necessarie misure di contenimento, a causa della sua eccessiva proliferazione, andrebbe tenuto conto che lo Sturnus unicolor   può mostrare anche comportamenti parzialmente migratori, con spostamenti a breve raggio o nomadismi. Le rilevazioni dimostrano infatti che su un campione di 24 uccelli inanellati in Spagna, il 59% sono stati ricatturati entro 9 km dal nido, il 37% tra 9 e 99 km e solo il 4% oltre i 500 km, con una media distanza di 32,2 km coperta dagli adulti e di 41,9 km dai giovani.

Le distanze maggiori sono percorse probabilmente da individui che si sono aggregati a stormi svernanti di Storno, specie invece tipicamente migratrice. I movimenti di maggiore estensione sono stati registrati in autunno e in inverno, con stormi che possono raggiungere i 100.000 esemplari, indicando tendenze al nomadismo durante queste stagioni. In Sardegna e in alcune parti della Spagna, peraltro, l’areale riproduttivo e di svernamento coincidono.

Minacce

Raramente gli adulti di Storno nero finiscono vittima di predatori, mentre le tutele assicurate dalla legislazione venatoria italiana assicurano alla specie una relativa tranquillità. Gli unici fattori di minaccia sono rappresentati da predatori come i ratti, responsabili della distruzione delle uova e dunque dei fallimenti riproduttivi delle coppie.

Studi approfonditi sulla specie realizzati nel corso degli anni hanno portato a una vasta conoscenza sulle sue abitudini ed esigenze ecologiche, elementi fondamentali per mettere in atto interventi mirati di conservazione. Non del tutto noti sono, allo stesso tempo, i dati relativi al successo riproduttivo e ai parametri demografici, che permetterebbero analisi più accurate sul reale stato di salute della specie.

Tali studi, più che prevenire eventuale declino o estinzione della specie – fenomeni che al momento appaiono del tutto improbabili – potrebbero essere utili per comprendere nel dettaglio i fattori che ne stanno favorendo l’espansione e per gestire eventuali problemi derivanti da un ulteriore incremento demografico, come già avvenuto per il “cugino” Storno. Incremento che, oltre a causare problemi di “convivenza” con l’uomo nelle città – e danni alle coltivazioni nelle campagne – potrebbe risultare dannoso anche per altre specie di uccelli che competono per le stesse risorse alimentari.

Componenti importanti della dieta dello Sturnus unicolor  sono infatti i semi, le bacche e soprattutto le olive, di cui è particolarmente ghiotto. Ma essendo tendenzialmente onnivoro si ciba volentieri anche di piccoli insetti e di qualsiasi residuo commestibile che scova tra i rifiuti prodotti dagli insediamenti urbani, motivo per cui la specie trova le nostre città particolarmente accoglienti. Peculiarità dello Storno nero è poi l’abitudine di rivoltare piccole pietre, facendo leva con il becco, alla ricerca di vermi e altri invertebrati.

Stato di salute

Nonostante sia presente in aree piuttosto limitate del continente europeo, concentrate nel territorio Ue, gli studi relativi allo Storno nero restituiscono una situazione ampiamente positiva. In base al rapporto BirdLife International (2004) la specie risulta stabile in Europa e viene quindi considerata in stato di conservazione favorevole.

Nel decennio 1990-2000 tutte le popolazioni europee della specie sono risultate stabili o in incremento, un andamento positivo del resto già registrato nel ventennio 1970-1990, proseguito in maniera particolarmente incisiva per quanto riguarda la popolazione spagnola, diventata la più consistente del continente.

Rassicuranti anche i dati relativi alla popolazione dell’Unione europea, pari a 2.100.000-3.100.000 coppie, equivalenti alla totalità della popolazione presente nel continente europeo e a una percentuale oscillante tra il 50 e il 74% della popolazione globale della specie.

Concentrando l’attenzione sul territorio italiano, la popolazione di Storno nero presente nel Paese è stimata in 50.000-100.000 coppie, numero rimasto stabile nel periodo 1990-2000, localizzate esclusivamente in Sicilia e Sardegna, dove ha praticamente soppiantato lo Storno. Pur non essendo di grandi dimensioni in termini assoluti, la popolazione italiana rappresenta una frazione significativa di quella europea (2,4-3,2%).

Non inserito nella Lista Rossa Nazionale, lo Storno nero risulta tra le specie non cacciabili ai sensi della legislazione venatoria (157/92).  

Semaforo

La specie è caratterizzata da incremento demografico ed espansione di areale sia in Sicilia sia in Sardegna. Il suo stato di conservazione è dunque favorevole, e le prospettive buone, in Italia come in tutta l’Unione europea dove vive e nidifica la totalità della popolazione continentale della specie.  

Fattore Stato Stato di conservazione
Range* In espansione Favorevole
Popolazione In incremento Favorevole
habitat della specie L’urbanizzazione crescente e l’ampliamento della rete viaria creano nuovi siti per la nidificazione Favorevole
Complessivo   Favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Lo Storno nero canta spesso e per tempi prolungati, insieme a gruppi di simili o da solo. Il suo verso è simile a quello dello Storno, ma l’unicolor produce, a chiusura della strofa, un fischio di tono più alto, udibile anche da grande distanza, decisivo per riconoscere la specie. Sia i maschi sia le femmine amano cantare in tutte le stagioni, anche al di fuori della fase riproduttiva.