TARABUSINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliTARABUSINO

NOME SCIENTIFICO: Ixobrychus minutus
 

A differenza delle altre specie di aironi, il Tarabusino non ama costruire il nido troppo vicino a quello dei propri simili. Anche lungo il corso del Po, dove la specie risulta più abbondante, i nidi sono ben distanziati, e ben difesi dai “maschi territoriali”. Falcidiata dalla siccità nella lontana Africa, dove la specie è solita svernare, la popolazione nazionale di Tarabusino è in relativa difficoltà anche in Italia, dove è presente, oltre che lungo il “Grande Fiume”, in numerosi altri siti riproduttivi che vanno dagli stessi affluenti del Po fino all’Arno, al Tevere e alle paludi costiere dell’Italia peninsulare e insulare…

Prospettive

In Toscana, la densità della specie è crollata, tra il 1998 e il 2003 da 0,79 a 0,31 individui per ettaro. A livello nazionale, le densità sono alquanto variabili e non superano, anche nelle situazioni più favorevoli, il “picco” di 1,5-2 coppie per ettaro. Altre densità sono state rilevate nell’Italia centrale: 3,2 individui ogni km di sponda sul Lago Trasimeno, una coppia ogni 8,3-25 ettari nella Piana Reatina. Più a nord, una coppia ogni 16-25 ettari nelle Torbiere del Sebino, solo una ogni 23-70 ha nelle Valli del Mincio.

Per nulla accurate, in ogni caso, risultano le informazioni a disposizione degli esperti su demografia e successo riproduttivo (a parte uno studio condotto nel Manotvano che ha rilevato una media di 4,7 uova per nido e una produttività pari a 2,86 giovani involati per coppia di successo). Per questo non risulta agevole stabilire, su basi scientificamente fondate, un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie.

Il mantenimento della vegetazione igrofila – e in particolare dei canneti – ai margini dei fiumi, dei laghi e delle aree umide in genere rappresenta la misura più importante per la conservazione della specie. La tutela di questo tipo di vegetazione in aree agricole irrigue potrebbe consentire la presenza di coppie nidificanti anche in paesaggi prevalentemente agricoli, mantenendo fasce a canneto e tifeto lungo fossati e rogge. Almeno i siti più importanti, poi, andrebbero difesi dal disturbo umano e da tutti quegli interventi di regimazione delle acque non consoni con le esigenze ecologiche della specie.

Infatti, l’aumento generale registrato a partire dagli anni Ottanta – quando la popolazione censita non superava le 700-1.500 coppie – rappresenta in realtà più un aumento delle conoscenze sulla specie che il segno di un reale incremento delle popolazioni. Anzi, ovunque siano disponibili dati comparabili tra la situazione passata e quella presente, le popolazioni di Tarabusino appaiono in calo, così come in contrazione risulta l’areale di presenza della specie.