TOPINO - Uccelli da proteggere

Vai ai contenuti principali
Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliTOPINO

NOME SCIENTIFICO: Riparia riparia
 

Il Topino è il più piccolo rappresentante della famiglia delle rondini, sebbene sia un grande migratore. Nidifica anche in Italia prima del lunghissimo viaggio di ritorno verso l’Africa, oltre il Sahara, che compie alla fine dell’estate. Di abitudini gregarie, ama la compagnia dei suoi simili ai quali si unisce formando grandi stormi e colonie molto compatte formate da centinaia di coppie. Caratteristici sono i suoi nidi, costituiti da lunghe gallerie scavate nelle pareti di argini, cave e rive ripide, che appaiono così piene di buchi come fossero popolate da tane di topi…

Minacce

La sopravvivenza del Topino, come accade per molte specie a rischio, dipende da un delicato equilibro di fattori ambientali in cui l’intervento umano fa la parte del leone. Le continue manomissioni degli habitat prescelti dalle colonie ne comportano spesso l’abbandono o comunque un’estrema precarietà. A minacciare maggiormente la Riparia riparia  sono infatti disturbi di ogni tipo da parte dell’uomo sulle pareti di nidificazione, nonché interventi di ristrutturazione e cementificazione di gallerie e ponti, ma anche lavori di regimazione idraulica, che comportano movimenti di terra, arginature, cementificazioni o frane. 

Tutto questo provoca l’abbandono da parte della specie degli ambienti naturali e un utilizzo sempre più frequente di habitat artificiali. È quello che sta accadendo nel Torinese, dove la scelta dell’ambiente di nidificazione è variata negli ultimi decenni: i siti riproduttivi naturali utilizzati negli anni Settanta sono stati interamente abbandonati e, nelle indagini realizzate tra il 2003 e il 2004, tutte le colonie rilevate erano situate nelle vicine cave di sabbia.

Il topino infatti predilige terreni adatti allo scavo di gallerie, che garantiscano la tenuta ed evitino crolli. Se in passato tali ambienti venivano creati dal fiume, la progressiva arginatura delle sponde ne ha impedito la naturale erosione venendo in questo modo a mancare siti idonei. Altro fattore di minaccia è la forte diminuzione delle fonti alimentari, in particolare per avvelenamenti ambientali e uso di pesticidi, che provoca cali drastici degli insetti voltanti, alla base della dieta dei topini. Da considerare sono anche i fenomeni di occupazione dei nidi da parte di altri uccelli, soprattutto dal Balestruccio come è stato osservato in alcuni siti della Val D’Aosta, e dal Gruccione (Merops apiaster ), come pare accada lungo il corso dello Stirone, in provincia di Parma o in altri siti. 

Di grande rilievo risultano infine i problemi ambientali, in particolare la siccità nelle aree di svernamento africane. È stato riscontrato come il forte calo subito dalla specie soprattutto nei Paesi dell’Europa settentrionale a partire dalla fine degli anni Sessanta sia legato a forti periodi di siccità registrati in quegli anni nell’area del Sahel (regione a sud del deserto del Sahara), che hanno determinato anche il declino di Sterpazzola e Codirosso comune.