TORDO SASSELLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliTORDO SASSELLO

NOME SCIENTIFICO: Turdus iliacus
 
Semaforo N.C.

Il Turdus iliacus è un passeriforme dotato di un becco piccolo ma robusto, con cui può facilmente spezzare e mangiare bacche, olive e corbezzoli. É di natura gregaria, e ama sorvolare le campagne in compagnia di cesene e tordi bottacci, con i quali zirla rumorosamente. A volte, tuttavia, preferisce sostare con pochi altri individui sui rami più alti degli alberi, dai quali domina il territorio sottostante…

Minacce

In Italia la consistenza della popolazione svernante di tordi sasselli non è ancora ben conosciuta. Inoltre, essa è soggetta a forti oscillazioni stagionali dovute principalmente a fattori climatici su scala continentale. I pochi siti accertati di riproduzione della specie rendono inoltre la popolazione nidificante naturalmente vulnerabile a variazioni locali dell’ambiente idoneo, con singoli eventi sfavorevoli che possono mettere seriamente a repentaglio gli esiti della riproduzione.

Nel complesso, la minaccia più importante per questa piccola specie di Tordo arriva dall’uomo. La specie è infatti tuttora cacciabile in Italia, e questo costituisce un fattore negativo per la sua conservazione. In particolare, il Tordo sassello è oggetto di un consistente prelievo venatorio durante il transito autunnale nei Paesi del Mediterraneo, e risulta tra le specie maggiormente cacciate in Italia in termini di numero di capi abbattuti. Nonostante i dati acquisiti siano parziali, si stima che ogni anno vengano abbattuti oltre un milione di individui. È stato stimato che, nella sola provincia di Brescia, vengano abbattuti legalmente dai 100.000 ai 200.000 tordi sasselli.

Un altro fattore di minaccia per la specie è rappresentato dalla cattura di individui poi utilizzati durante la caccia come richiami vivi, allo scopo di attirare altri uccelli. La pratica dei richiami vivi, diffusa soprattutto nelle regioni centro-settentrionali del nostro Paese, è purtroppo consentita dalla legge, e arreca particolari sofferenze agli uccelli, oltre a rappresentare un ulteriore causa di morte per questa ed altre specie vittima di questa pratica.