AIRONE BIANCO MAGGIORE - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliAIRONE BIANCO MAGGIORE

NOME SCIENTIFICO: Casmerodius albus
 

L’Airone bianco maggiore è la specie più grande della famiglia degli ardeidi, con dimensioni anche superiori al metro e, quanto ad apertura alare, anche pari a 170 cm. Le colonie in cui nidifica si trovano di solito tra i canneti. Impossibile, anche tra il fitto della vegetazione, non notare il piumaggio elegante e interamente candido, il lungo becco arancione con cui cattura le sue prede preferite, dai pesci agli anfibi, dai rettili a piccoli mammiferi, compresi, talvolta, gli uccelli…

Stato di salute

Pur contando su una popolazione che non supera, secondo le stime più recenti, le 2.500-4mila coppie nidificanti, l’Airone bianco maggiore nell’Unione europea viene considerato una specie sicura, dato il moderato incremento conosciuto tra il 1970 e il 1990 e, soprattutto, grazie al notevole rafforzamento di questo trend negli ultimi 10 anni del secolo scorso.

Al contingente comunitario – che potrebbe rappresentare anche il 23% della popolazione continentale complessiva, stimata in 11-24mila coppie – fa da contrasto una popolazione nazionale ridotta a sole 40 coppie, per lo più concentrate nell’area del Delta del Po e, secondariamente, nella Laguna di Venezia. Pur rappresentando una frazione dopotutto modesta del totale nidificante nell’Ue, va sottolineato come la colonizzazione del nostro Paese sia un evento molto recente, mentre i dati piuttosto positivi sia in termini di soggetti censiti sia riguardo al progressivo aumento di areale, fanno propendere per considerare comunque importante il ruolo del nostro Paese nella tutela della specie.

Prima del 1990, comunque, era frequente la scelta da parte di un consistente gruppo di aironi bianchi maggiori di utilizzare il nostro Paese come sito di svernamento. Anche qui, va evidenziato un andamento oltremodo positivo nell’ultimo decennio del secolo scorso, con un incremento medio pari a oltre 700 individui l’anno e un massimo assoluto di 6.511 individui raggiunto nel non lontano 2002. Dieci i siti di presenza più rilevante, con un trend tuttora positivo che suggerisce il buono stato di conservazione della popolazione svernante.

Importante destinazione per lo svernamento di soggetti provenienti in massima parte dalla vicina Austria e Ungheria, l’Italia sta diventano un sito sempre più rilevante anche per un modesto contingente nidificante, in netto incremento tra il 1990 e il 2000. Basti pensare ai primi censimenti ufficiali, che restituivano una sola coppia nidificante nelle Valli di Comacchio nel 1992. Ulteriori coppie sono state successivamente avvistate in Veneto (Valle Figheri), a Ravenna (Punte Alberete), nel Delta del Po di Maistra, a Porto Tolle, in Valle Bertuzzi.

Nel frattempo il contingente totale nidificante saliva a 23-24 coppie già nel 1995, con presenze superiori alle 10 coppie nelle Pialasse ravennati, poi divenute 31 nel 1999. Anche il Veneto ha conosciuto un incremento importante, con 4-12 coppie nidificanti tra il 1998 e il 2000. La popolazione totale tra Emilia-Romagna e Veneto è passata a 41-46 coppie nel 2001, confermando tale consistenza anche nel 2002. Recentemente, è stata poi accertata la nidificazione in Lombardia, regolare dal 2003.