AVOCETTA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliAVOCETTA

NOME SCIENTIFICO: Recurvirostra avosetta
 

Piumaggio candido con evidenti striature nere, becco color della pece, tipicamente rivolto all’insù: un accorgimento utile per catturare insetti e piccoli invertebrati sulla superficie mista di acqua e fango degli ambienti dove vive e nidifica. Un uccello elegante, dal piumaggio portato come se si trattasse di un “abito da sera”. Ulteriormente impreziosito dalle lunghe zampe di colore verde o bluastro, la cui base palmata non rappresenta l’ideale per camminare a terra, anche se permette all’Avocetta di nuotare veloce, in caso di necessità, fuggendo dall’eventuale pericolo…

 

Ordine: Gruiformes   Famiglia: Recurvirostridae

Grande migratrice, questa specie si può avvistare sui cieli italiani con l’arrivo della primavera, quando al contingente nidificante si aggiungono gli individui di ritorno dai lontani quartieri di svernamento. Presente in Italia in tutta una serie di aree umide che vanno dall’area litoranea dell’Alto Adriatico fino alle paludi costiere toscane, dai laghi pugliesi al Golfo di Cagliari, fino alla Sicilia, l’Avocetta è una specie particolarmente errante, in particolar modo nella parte meridionale del proprio areale distributivo.

Non di rado, specie negli ultimi anni, vasti contingenti decidono di svernare lungo le coste del Mare del Nord, quando gli inverni sono più miti. Altri partono per raggiungere il Mediterraneo, il Mar Caspio, ma anche l’Arabia, l’India e – come sempre – l’Africa subsahariana. Dalla forma aggraziata e slanciata, l’Avocetta misura circa 43 cm in lunghezza, ma è anzitutto il piumaggio a destare l’attenzione dell’osservatore.

Elegantissimo e candido, è ulteriormente abbellito da striature nere sulle ali e sul capo, mentre le zampe azzurre – insolitamente palmate a differenza di altri uccelli “costieri” – fanno da contrappunto al lungo becco, leggermente incurvato verso il basso (da cui il nome latino dell’uccello, recurvirostra , ossia “dal becco ricurvo”). Paludi, anche salmastre, saline e lagune sono l’habitat prediletto dalla specie, che costruisce il nido in piccole buche foderate con foglie e altro materiale vegetale.

Particolarmente attraente per l’osservatore è anche la “danza” delle avocette. Una pratica curiosa, che vede gruppi anche folti di questa specie disporsi in cerchio, muovendo le zampe e cantando in modo prolungato e insistente. Probabilmente una forma di comunicazione, una sorta di danza amorosa tra coppie che precede la riproduzione, mentre le uova – di solito 4 – vengono covate da entrambi i genitori per almeno 24 giorni.

Prospettive

La specie è stata ben monitorata sull’intero territorio italiano. Tre le popolazioni principali censite, quella adriatica, formata da circa 1.500 copie, e quelle sarda e siciliana, formate rispettivamente da 550 e non più di 40 coppie. Fortunatamente, sono disponibili tutti i dati per calcolare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV), considerando dati di mortalità media compresi tra il 22 e il 50% e produttività pari a 1,4-1,9 giovani per coppia di successo.

Partendo da questi dati la popolazione italiana, nella sua attuale consistenza, si può considerare virtualmente in equilibrio, anche se è importante discernere valori specifici rispetto alle diverse macro-popolazioni individuate. La popolazione adriatica, pari a 1.500 coppie (circa 3.670 individui) e piuttosto “fluttuante”, può essere considerata a livelli non troppo lontani dalla Minima Popolazione Vitale (MVP), individuata in 4.400 individui (circa 1.850 coppie).

Caratterizzata da andamento ampiamente positivo è invece la popolazione sarda, attualmente formata da 550 coppie e in deciso incremento – seguito da stabilità – negli ultimi 30 anni. Anche qui, il traguardo della Minima Popolazione Vitale in grado di garantire buone probabilità di persistenza a lungo termine non è lontano, e può essere fissato a 600 coppie.

Non altrettanto positiva (in senso relativo) risulta la situazione in Sicilia, con le 50 coppie superstiti che hanno un’elevatissima probabilità di estinzione nei prossimi 100 anni. Qui, sarebbero necessari almeno 980 individui (o 400 coppie) per avere buone probabilità di sopravvivenza nel medio e lungo periodo.

Minacce

Piuttosto variegata la provenienza degli individui inanellati in Italia lungo la prima metà di marzo, con ricatture di esemplari provenienti sia dall’Europa centro-settentrionale sia da aree dell’Europa orientale e balcanica. Il maggior numero di “ricatture” avviene tra l’Emilia-Romagna e il Veneto, aree particolarmente importanti anche per la popolazione autoctona.

In incremento dal 1970 – con importanti fluttuazioni negli ultimi 20 anni – la variazione della popolazione di Avocetta negli anni appare confortante sotto il profilo dei gruppi nidificanti. Diverso è il caso del contingente svernante, in significativo declino tra il 1990 e il 2000, un declino proseguito molto probabilmente anche in anni più recenti.

Amante delle latitudini medie e medio basse, dalla zona temperata a quella mediterranea e steppica, l’Avocetta è un uccello abbastanza adattabile a una pluralità di climi diversi, ma estremamente dipendente dalle zone paludose costiere d’acqua salmastra, con rara vegetazione e substrato sabbioso o argilloso. In determinate aree d’Europa – ad esempio i Paesi Bassi – l’Avocetta frequenta anche le aree coltivate, fiancheggiate da fossati con acqua bassa.

In linea generale, pare l’abbondanza di cibo unita alla scarsità di vegetazione acquatica la condizione più favorevole per la specie, che in Italia nidifica in gran parte in saline abbandonate. Le minacce principali sono costituite, come è facile immaginare, dall’inquinamento di queste zone con pesticidi e inquinanti vari (PCB, insetticidi, selenio, piombo e mercurio). Come altri uccelli acquatici, poi, anche l’Avocetta risulta particolarmente esposta a determinate infezioni come l’influenza aviaria e il botulismo.

Stato di salute

L’Avocetta è classificata come sicura sia a livello di Unione Europea che su scala continentale. La specie è soggetta a evidenti fluttuazioni periodiche, e si presume che abbia subito un largo declino nell’Ottocento, seguito da una moderata ripresa nel secolo successivo. Diverse e non tutte conosciute le cause, probabilmente da attribuirsi ai cambiamenti ambientali, sia, più di recente, i mutamenti – in positivo – dovuti alle misure di protezione degli habitat.

In forte incremento tra il 1970 e il 1990, la specie ha conosciuto nell’Ue un periodo di relativa stabilità per quanto riguarda il contingente nidificante, a cui si è accompagnato dapprima un declino poi una marcata ripresa di quello svernante. Tutelata a livello comunitario dalla Direttiva Uccelli e particolarmente protetta, in Italia, dalla legislazione venatoria, la popolazione di Avocetta conta circa 30-36mila coppie nell’Ue, oltre a 41 mila individui svernanti.

Questa popolazione rappresenta oltre i due terzi di quella complessiva europea, tra un quarto e la metà di quella globale. In Italia sono state censite circa 1.800-2.000 coppie della specie, in aumento tra il 1990 e il 2000. Un dato, questo , da approfondire, in quanto ad un andamento tendenzialmente negativo nella prima metà degli anni Novanta è seguita un inversione di tendenza tra il 1998 e il 2003, pur con forti oscillazioni tra una stagione e l’altra.

Analizzati nel dettaglio, i dati restituiscono un rafforzamento del contingente svernante nel nord-Adriatico e in Sardegna, in grado di controbilanciare i cali o le marcate fluttuazioni che hanno caratterizzato altre aree storicamente importanti per la specie come le saline di Margherita di Savoia, Comacchio e Cervia.

Detto questo, il ridotto numero di siti di svernamento complessivamente occupati dalla specie, il trend non omogeneo tra le diverse popolazioni nidificanti e le ampie fluttuazioni registrate nel corso degli anni suggeriscono una certa cautela nell’interpretazione dei dati. Attualmente, le stime più accurate parlano di una popolazione nidificante di Avocetta pari a circa il 5% di quella “comunitaria” complessiva, a una frazione compresa tra il 3 e il 5% di quella continentale.

Semaforo

Relativamente favorevole, lo stato di conservazione della specie nel nostro Paese non risulta ancora del tutto adeguato. Due le ragioni principali: da un lato le fluttuazioni anche marcate che hanno riguardato la popolazione peninsulare, una situazione instabile che compensa solo parzialmente il trend positivo registrato negli ultimi 30-40 anni. In tutte le zone considerate, poi, la popolazione non raggiunge ancora il Valore di Riferimento Favorevole, specialmente in Sicilia, dove lo scarto tra l’attuale consistenza numerica e la Minima Popolazione Vitale necessaria per garantire buone probabilità di persistenza nel lungo periodo appare allo stato delle cose troppo ampio per essere colmato in assenza di importanti interventi di protezione e gestione degli habitat riproduttivi.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* in espansione favorevole
Popolazione aumento (fluttuante), inferiore all’FRV inadeguato
Habitat della specie localmente degradato inadeguato
Complessivo   inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Di per sé leggero e misurato, il canto dell’Avocetta può diventare particolarmente forte quando a emetterlo sono i gruppi di individui riuniti tutti assieme sull’acqua bassa. Specialmente in primavera, infatti, le avocette si riuniscono in gruppi, disponendosi in cerchio e muovendo le zampe. È in questi casi – probabilmente una sorta di “danza amorosa” – che il canto si fa più deciso e insistente, mentre gruppi di questo elegante gruiforme danzano leggiadri sulla battigia…