CALANDRELLA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliCALANDRELLA

NOME SCIENTIFICO: Calandrella brachydactyla
 

Assente dall’Europa settentrionale, la Calandrella è un Passeriforme tipicamente mediterraneo. Trascorre in Africa l’inverno. Solo con l’arrivo della stagione riproduttiva alcune decine di migliaia di coppie raggiungono l’Italia centrale e meridionale e, più localmente, settentrionale. L’arcigno sopracciglio bianco campeggia sul capo striato, dal colore prevalentemente rossiccio. Abile in volo, grazie alla lunga coda, predilige le vaste pianure alluvionali, ricche di granaglie e soprattutto di insetti, parte fondamentale della dieta di questo uccello durante l’allevamento dei pulcini…

Minacce

La Calandrella è ampiamente legata agli ambienti aperti, pseudo-steppici e seminativi coltivati in modo non intensivo. È evidente come la principale minaccia per questa specie sia rappresentata da un lato dalla conversione dell’agricoltura estensiva in agricoltura intensiva; dall’altro, da cambiamenti d’uso del suolo volti a rendere produttive aree precedentemente incolte.

Un tipo particolare di minaccia per la Calandrella è rappresentato dalla regimazione dei fiumi, che rendono inospitali – interrompendo i processi idrogeologici tipici di queste aree “limite” – i greti dei fiumi, altrimenti luogo ideale per la costruzione del nido. A seconda dell’area d’Italia considerata, appaiono comunque abitudini diversificate: dalla Lombardia, dove la micro-popolazione del Serio occupa la piana alluvionale con vegetazione rada di tipo steppico, al Veneto, dove invece la specie appare legata alla presenza di terreno sabbioso nelle aree coltivate a tabacco.

La preferenza per alvei di fiumi e torrenti torna si evidenzia sia in Emilia-Romagna (provincia di Parma) che in Basilicata, mentre nelle Marche la specie predilige pascoli anche di media e alta quota. Infine la Toscana, dove può essere localmente abbondante nelle aree coltivate, pressoché assente negli alvei dei fiumi.

Al di là di queste abitudini diversificate – con il minimo comune denominatore della presenza di ampi ambienti aperti – risulta netta la minaccia costituita per la specie da parte di alcuni predatori. Volpi, cani, gatti, ma anche serpenti – e occasionalmente pure il calpestio del bestiame al pascolo – possono causare la parziale o totale perdita delle covate, mentre localmente, soprattutto nelle aree in cui la specie predilige gli alvei dei fiumi, l’eccessivo disturbo antropico causato da passaggio di fuoristrada o motocross può influenzare negativamente la presenza della specie.