

CALANDRO
NOME SCIENTIFICO: Anthus campestris
La livrea di questo uccello, il cui colore ricorda la sabbia dorata sotto i raggi del sole, fa da complemento a una corporatura esile e slanciata, che gli permette di acquistare in volo velocità notevoli, per poi ritornare a terra all’improvviso, in poco più di una frazione di secondo. Particolare la cura posta da questa specie nella costruzione del nido, composto di muschio, foglie e radici. Ama le vaste pianure, compresi suoli aridi apparentemente inospitali quali dune sabbiose, greti fluviali, pascoli abbandonati, tenendosi sempre alla larga da alberi e cespugli.
Stato di salute
Minacciato in tutta Europa, il Calandro presenta uno stato di conservazione sfavorevole sia a livello comunitario sia, più in generale, su scala continentale. Drammatico il declino conosciuto dalla specie in diverse parti dell’areale europeo durante il Novecento, soprattutto nell’Europa centrale e settentrionale. Consistenti i decrementi registrati anche in anni più recenti, in particolare tra il 1970 e il 1990.
Attualmente, la popolazione di Calandro nidificante entro i confini dell’unione Europea è stimabile in circa 460-820 mila coppie, pari a poco meno della metà della popolazione continentale complessiva, e a una frazione compresa tra il 5 e il 24% della popolazione globale della specie, che potrebbe raggiungere anche 1,9 milioni di coppie. Una coppia su venti – o su trenta a seconda delle stime considerate – di quelle presenti a livello Ue potrebbe nidificare in Italia, che attualmente ospita una popolazione stimata in 15-40mila coppie.
Se il trend a livello comunitario non appare conosciuto per quanto riguarda gli ultimi anni del Novecento, in Italia è stato registrato un ulteriore decremento per la specie, sia in termini di areale che di popolazione nidificante, per l’intero decennio 1990-2000. Uno scenario piuttosto critico non compensato, evidentemente, da episodi di locale stabilità (per esempio in provincia di Parma, dove la popolazione appare relativamente stabile e compresa tra le 120 e le 150 coppie).
In calo in Lombardia – dove oramai rappresenta una delle specie più rare di Passeriformi – è in difficoltà notevole anche in Toscana. Qui – come in gran parte dell’area appenninica – la già esigua popolazione nidificante, stimata in 300-600 coppie, deve fare i conti con il fenomeno della drastica riduzione delle attività agropastorali, con conseguente diminuzione degli ambienti idonei per la specie. A questo si accompagna l’avanzata del bosco, a volte spontanea, altre frutto di rimboschimenti nelle aree soggette ad erosione, che riduce ulteriormente le possibilità di sopravvivenza per il Calandro.