CANNAIOLA VERDOGNOLA - Uccelli da proteggere

Vai ai contenuti principali
Uccelli da proteggere
 
Home | Le specie | Gli uccelli in... | Le specie protette | CANNAIOLA VERDOGNOLA
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCANNAIOLA VERDOGNOLA

NOME SCIENTIFICO: Acrocephalus palustris
 

Il maschio di Acrocephalus palustris è un cantore dalle abilità eccezionali. La sua specialità sono le imitazioni: è infatti in grado di riprodurre attraverso il canto ben 75 specie differenti! Come indica il nome, la Cannaiola verdognola ama particolarmente posarsi sulle canne palustri e in generale sulla vegetazione ripariale, ma la si può trovare anche in mezzo ai campi di girasoli, i cespugli di ortiche o sopra i salici…

 

Ordine: Passeriformes Famiglia: Sylviidae

Come le altre specie di Acrocefali – quali il Cannareccione, il Forapaglie comune e la Cannaiola comune – anche l’Acrocephalus palustris  è legato all’ambiente del canneto e del cariceto. Ma, a differenza dei “cugini”, la Cannaiola verdognola si adatta anche a zone meno umide, aree più interrate, sottobosco e incolti erbacei, vegetazione ripariale con salici.

La specie mostra, a livello continentale, una distribuzione “a macchia di leopardo”. La popolazione si estende infatti dalla Francia orientale alla Russia, a nord dell’Europa sino alla Svezia, toccando, a sud, Grecia e Turchia. Per la nidificazione la Cannaiola verdognola sceglie prevalentemente aree con vegetazione rigogliosa e terreni spesso soggetti ad alluvioni stagionali. In casi particolari, tuttavia, si adatta a nidificare all’interno di zone industriali urbane destinate alla riqualificazione (evento che si è verificato a Berlino). Costruisce il nido anche all’asciutto, in aree protette da cespugli oppure in boschetti aperti. Durante la stagione fredda, gli individui svernano prevalentemente nel sud-est dell’Africa, dallo Zambia al Malawi, fino a Città del Capo, dove predilige habitat con vegetazione lussureggiante, con un’ampia varietà di specie arboree, raggiungendo in queste aree anche i 2.400 metri di altitudine.

Lungo circa 13 centimetri, con un’apertura alare tra i 19 e i 21 centimetri, l’Acrocephalus palustris presenta un piumaggio bruno-olivastro nella parte superiore, che sfuma verso il marrone-grigio nella parte inferiore del corpo. La gola invece è bianca. Le zampe rosa pallido la distinguono dalla Cannaiola comune, ove sfumano nel bruno-grigiastro. È una specie insettivora, che include all’interno della propria dieta anche piccoli ragni e lumache. Solitamente raccoglie insetti tra la vegetazione, ma a volte li caccia anche direttamente al suolo o mentre è in volo. In autunno, la dieta proteica viene integrata con alcune bacche.

I maschi della specie tendono a scegliere una nuova compagna ogni anno, senza tornare necessariamente a nidificare nello stesso luogo scelto l’anno precedente. Il nido, dalla forma a coppa tipica dei Passeriformi, è costruito in gran parte con steli, foglie e gambi di piante, quasi sempre posto tra la fitta vegetazione, a varie altezze. La femmina depone dalle tre alle sei uova di colore azzurro chiaro e provvede assieme al compagno all’alimentazione dei pulcini.

Prospettive

Considerando i dati di densità disponibili, si può proporre un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) a scala locale di 10 coppie per ettaro per ambienti particolarmente idonei (ma sono noti valori superiori, pari a 12 coppie per ettaro) e di 10 coppie per 10 ettari per ambienti solo parzialmente idonei. La Cannaiola verdognola mostra comunque, in termini generali, una maggiore adattabilità rispetto al Cannareccione e alla Cannaiola comune.

Le informazioni sulla distribuzione della Cannaiola verdognola sul territorio nazionale sono sufficientemente dettagliate, ma necessitano di approfondimenti soprattutto nelle regioni centrali dove, a causa della rarità della specie, è di più difficile contattabilità. Discrete sono le conoscenze su densità e abbondanza in alcune zone umide italiane, mentre risultano decisamente scarsi i dati sul successo riproduttivo e sui parametri demografici.

La frammentazione delle popolazioni – causata dalla distruzione degli habitat idonei avvenuta in passato e, purtroppo, in alcune aree ancora in atto – rende necessari interventi per garantire la conservazione delle zone umide e riparali, soprattutto in zone agricole soggette a maggiore pressione dovuta alle attività umane. Indispensabili si rivelano quindi azioni di rinaturalizzazione di argini dei fiumi, canali e corsi d’acqua, finalizzati al mantenimento e ripristino di canneti, paludi e boschi ripariali.

Negli ambienti occupati dalla Cannaiola verdognola lo sfalcio della vegetazione – canneti, vegetazione erbacea e cespugliata ai margini di zone umide – andrebbe vietato, in particolare, durante il periodo riproduttivo. Sempre in questo delicato periodo non dovrebbero essere effettuati interventi di recupero e sistemazione di argini e sponde ricche di vegetazione.

Minacce

La specie, a livello generale, è minacciata in modo particolare dalla distruzione degli ambienti di nidificazione, a causa del taglio indiscriminato della vegetazione erbacea, arbustiva e dei canneti ai bordi di fossati e canali, effettuato durante la stagione riproduttiva. È interessante notare che in Piemonte, nei pressi del lago di Viverone, la presenza del Cannareccione influenza la distribuzione della Cannaiola verdognola. Quest’ultima infatti occupa i siti nelle vicinanze di acque aperte solo in assenza del Cannareccione.

La predazione, per contro, è risultata la causa principale della mancanza di successo riproduttivo della specie. Questa può variare in funzione dell’ambiente, del sito riproduttivo e della sua altezza. In Belgio, oltre alle perdite causate dalla predazione, altri fattori che limitano il successo riproduttivo sono costituiti dall’abbandono della covata, dalla mancata schiusa delle uova, dall’inedia dei giovani e dal disturbo antropico.

Un ulteriore pericolo dal mondo animale arriva, come accade per molti altri Passeriformi, dal Cuculo: una specie “parassita” che risulta particolarmente insidiosa per la Cannaiola verdognola in determinate aree, come ad esempio la Bulgaria. In Germania, il 2,7% delle perdite delle covate è dovuto a condizioni climatiche avverse; il 2,7% a cause legate all’intervento dell’uomo, l’1,35% a predazione e lo 0,7% a infertilità delle uova.

In Gran Bretagna, alcuni studi hanno dimostrato che il maggior danno provocato alla specie deriva dalle persone che sottraggono le uova dal nido, ma anche dai numerosi turisti che praticano il birdwatching senza che questi adottino le dovute precauzioni per non arrecare disturbo ai siti di nidificazione.

Stato di salute

Stabile in Europa, lo stato di salute della specie è considerato “sicuro”. Infatti, nel decennio 1990-2000, solo la popolazione tedesca è risultata in decremento; le altre popolazioni europee di Cannaiola verdognola, tra cui quelle di Russia, Polonia e Romania, sono risultate stabili o addirittura in aumento. La popolazione complessiva inclusa nei territori dell’Unione europea è stimata in 1.841.000-3.126.000 coppie, equivalenti al 46-58% della popolazione continentale (3.200.000-6.800.000 coppie) e a una frazione pari a circa il 43% della popolazione globale della specie. La popolazione italiana è invece stimata in 10mila-30mila coppie, non è inserita nella Lista Rossa Nazionale, ma è tutelata ai sensi della legislazione venatoria, che la inserisce tra le specie non cacciabili.

Anche la popolazione nazionale di Cannaiola verdognola mostra un trend complessivo orientato alla stabilità. Nonostante risenta di casi di decremento o incremento locale, manifesta sintomi di espansione territoriale. A partire dal secolo scorso, la specie ha progressivamente ampliato il proprio areale europeo sia verso nord sia verso i settori centro-occidentali, Italia settentrionale compresa. La nidificazione avviene perlopiù a basse quote, ma nei settori alpini occidentali e in quelli d’Oltralpe svizzeri può costruire il nido anche a quote elevate (2.050 metri di altitudine nelle Alpi occidentali; fino ai 1.900 metri in Valle d’Aosta; 2.300 metri nel Vallese e 1.900 metri nei Grigioni). In Piemonte, ha potuto insediarsi anche presso zone più asciutte, a 300 metri, grazie alla coltivazione del pioppo in fondovalle collinari.

In Lombardia, la popolazione è stimata tra 2.000 e 3.000 coppie, con andamento stabile. Le 4-6 coppie dell’inizio degli anni Ottanta sul lago Superiore di Mantova sono, ultimamente, cresciute sino a 50. In provincia di Brescia, erano stimate 200-400 coppie a inizio anni Novanta. Le zone della bassa e media Valtellina ospitano numerose coppie nidificanti (a un’altitudine compresa tra i 200 e i 580 metri), con habitat costituito da fossati circondati da vegetazione riparia erbacea e arbustivo-arborea, dominata da ontani neri e salici bianchi. In provincia di Varese, l’habitat frequentato risulta più vario e complesso rispetto alla “cugina” Cannaiola comune: si può infatti ritrovare in cariceti e canneti in parte asciutti e, in misura minore, in habitat umidi aperti di coltivi alberati con rovi e arbusti. La preferenza della specie per le zone incolte di erbe e ortiche ai margini di ruscelli è confermata anche nell’area della bassa pianura bresciano-cremonese.

In provincia di Treviso e di Belluno sono stimate non oltre 100 coppie; in provincia di Treviso, sembra aver esteso negli ultimi anni il proprio areale. È stato però rilevato un decremento in alcune località, mentre nella zona delle sorgenti del fiume Storga, la specie è purtroppo scomparsa dal 2005. In Emilia-Romagna, a partire dagli anni Ottanta, sono accertati casi di nidificazione nell’entroterra del Forlivese e in alcune località del Ravennate. Anche in provincia di Gorizia, la Cannaiola verdognola frequenta ambienti con una fitta copertura di alte erbe, come ortiche e girasoli, e presenza di alberi e arbusti isolati; tali condizioni si ritrovano in fasce periferiche di canneti, in zone golenali, sul bordo di fossati, canali e cave abbandonate, ai margini di pioppeti e boschetti di ontani e salici, a volte su argini di bonifica; condizione necessaria è la presenza di acqua, almeno nelle vicinanze del sito di nidificazione.

Semaforo

Nonostante la distruzione e l’alterazione degli ambienti di nidificazione possa localmente influenzare negativamente la presenza della specie, a livello nazionale la situazione appare complessivamente abbastanza buona, con la popolazione numericamente stabile e segnali locali di espansione di areale. Maggiore attenzione necessita l’habitat della specie che, soprattutto in passato – ma in alcune aree ancora oggi – è stato particolarmente soggetto a distruzione e degrado a causa delle attività umane.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* stabile/in leggera espansione favorevole
Popolazione stabile favorevole
Habitat della specie localmente in decremento ma nel complesso stabile inadeguato
Complessivo   inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Rispetto a quelli degli altri “Acrocefali”, il canto della Cannaiola verdognola spicca per la vivacità e la ricchezza delle note. All’interno del canto di ogni maschio sono infatti mescolati i canti di individui appartenenti a un grande numero di specie, come trampolieri, buceri e colombi. Le femmine emettono invece un semplice richiamo, vigoroso e incisivo.