CAPINERA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCAPINERA

NOME SCIENTIFICO: Sylvia atricapilla
 

È il più paffuto tra i Silvidi, forse anche perché la sua dieta non è costituita solo da insetti, ma anche da piccole bacche e da semi, come quelli dei cachi, di cui è particolarmente golosa e che preferisce mangiare direttamente dal frutto. La Capinera ama vivere sia nei boschi ripariali che in quelli più asciutti. Se la nidiata è in pericolo, i genitori sono infatti pronti ad attirare l’attenzione del predatore fingendosi in difficoltà o magari feriti. Spesso, in questi casi, restano fermi a terra e compiono piccoli salti sbattendo le ali, per poi volare prontamente via non appena il predatore, distratto dal nido, si avvicina loro…

Stato di salute

La Capinera è classificata come sicura all’interno dei Paesi dell’Unione europea, con stato di conservazione favorevole anche a livello continentale. Attualmente la popolazione dell’Ue è stimata in 15-33 milioni di coppie, quella italiana in 2-5 milioni. Il 60-67% della popolazione continentale della specie e una frazione compresa tra il 25% e il 49% di quella globale nidificano nei territori dell’Europa a 27.

Complessivamente, si registra un moderato incremento della popolazione nidificante nell’Europa “comunitaria” nel ventennio 1970-1990, seguito da stabilità nel periodo 1990-2000. In Italia, la popolazione si mostra nel complesso stabile, salvo locali decrementi registrati a partire dal 2000 in Lombardia, Umbria, Romagna (dove però si registra un aumento nelle Foreste Casentinesi). Anche nel nostro Paese lo stato di conservazione della specie viene quindi definito in generale favorevole, in assenza di apprezzabili variazioni di areale – secondo i risultati del progetto MITO2000 – rispetto all’atlante del 1983-1987.

L’Italia si pone peraltro quale crocevia delle rotte di migrazione della specie verso i quartieri africani di svernamento. I dati sugli inanellamenti testimoniano come la specie compia il viaggio della migrazione seguendo percorsi anche molto differenti tra loro. Le capinere segnalate in Italia – il picco risale al 2003, con 17.5000 soggetti – risultano inanellate in un’area geografica che interessa l’Europa settentrionale, dal Regno Unito alle Repubbliche Baltiche, nonché quella centro-orientale, con occasionali segnalazioni anche dalla Tunisia e da Cipro. L’analisi distributiva dei siti di inanellamento o ricattura in periodo riproduttivo indica l’Europa centro-orientale quale area importante di origine delle popolazioni marcate, segnalate nel nostro Paese. Tali dati fanno altresì presumere come parte della popolazione nidificante italiana scelga il Nordafrica per trascorrere la stagione fredda.

Ad oggi, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. La Capinera non è considerata nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).