CARDELLINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCARDELLINO

NOME SCIENTIFICO: Carduelis carduelis
 

Piccolo e dal piumaggio inconfondibile, la leggenda vuole che prenda il nome dalla pianta del cardo, dove era facile incontrarlo per via dei semi dei quali è ghiotto. Secondo la tradizione, gli spinosi rami del cardo sono gli stessi usati dai romani per la corona di spine della crocifissione, e un’altra leggenda vuole allora che un Cardellino si fosse adoperato per estrarre appunto le spine del cardo dalla fronte di Gesù, e che si fosse ferito a sua volta sporcandosi il capo col sangue del figlio di Dio, macchia che sarebbe rimasta per sempre indelebile sulla sua livrea. Per questo il Cardellino è diventato il simbolo della passione, ed è stato rappresentato in numerose opere d’arte del passato, per esempio da Raffello Sanzio, autore de “La Madonna del Cardellino”…

Stato di salute

Lo stato di salute del Cardellino  viene valutato favorevole sia a livello europeo sia nei territori dell’Europa “comunitaria”. In tutto il continente, infatti, la popolazione è risultata stabile nel ventennio 1970-1990 e in leggero incremento nel periodo 1990-2000, malgrado in quest’ultimo decennio la specie abbia dato segni di declino in alcuni Paesi, come ad esempio la Turchia.

La popolazione nidificante all’interno dell’Europa a 27 è stimata attualmente in 5.700.000-17.000.000 coppie e corrisponde al 48-59% della popolazione europea complessiva – stimata in 12.000.000-29.000.000 di coppie – e a una frazione compresa tra il 5% ed il 24% della popolazione globale della specie. La popolazione italiana è stimata a oggi in 1.000.000-2.000.000 coppie.

Pari a non più dell’1% della popolazione complessiva dell’Unione europea, il contingente italiano non rappresenta una frazione significativa della popolazione nidificante nel vecchio continente. Particolarmente elevati sono invece i numeri registrati su individui in migrazione: le segnalazioni estere in Italia iniziano già dagli anni ’30 per crescere nettamente di frequenza negli anni ’50 e raggiungere un massimo a metà degli anni ’70. Elevati indici di abbondanza si registrano in particolare nella tarda estate.

Se pure non significativa in valore assoluto, la specie in Italia è particolarmente diffusa e abbondante anche come nidificante, nonostante recenti indagini abbiano evidenziato decrementi, nel medio-lungo periodo, in aree differenti (Lombardia e Umbria), lasciando intravedere una situazione di generale sofferenza per la specie. A livello locale, la situazione appare infatti abbastanza diversificata, dalla Lombardia – 50.000 coppie, con decisa tendenza al decremento, meno 52% tra il 1992 e il 2007 – alla provincia di Biella, dove invece la specie è numerosa e in buono stato di conservazione. Più stabile in altri regioni – provincia di Parma, provincia di Lecce, ma anche in Sicilia – la specie mostra segni di sofferenza anche all’interno della bioregione mediterranea, come in Umbria, appunto. Da rilevare come, a differenza di altri Passeriformi, il declino sembra essere cominciato solo in anni recenti, segnatamente dal 2001.

Il Cardellino non è stato inserito nella Lista Rossa Nazionale. Risulta inoltre tra le specie non cacciabili ai sensi della legislazione venatoria (157/92).