CAVALIERE D’ITALIA - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliCAVALIERE D’ITALIA

NOME SCIENTIFICO: Himantopus himantopus
 

Socievole, estremamente adattabile, il Cavaliere d’Italia cammina con passo leggero ed elegante. Fanno da contrasto le lunghe zampe, che rendono l’andatura apparentemente incerta. Ama banchettare tra la folta vegetazione di palude, ma non disdegna la sabbia, dalle nostre coste fino alle lontane Isole Hawaii, dove nidifica una particolare sottospecie. Sicuro rifugio per gli adulti, la palude è invece una potenziale trappola per gli individui più giovani, cacciati dal Falco di palude, loro principale predatore…

Stato di salute

In Europa il Cavaliere d’Italia è classificato come sicuro. Stabile negli ultimi 30-40 anni, la popolazione “comunitaria” ha mostrato tuttavia un andamento piuttosto fluttuante, con stagioni di incremento alternate a stagioni di locale declino. Attualmente, la popolazione di Cavaliere d’Italia che vive entro i confini dell’Unione Europea ammonta a circa 20-30mila coppie, pari alla metà circa della popolazione continentale complessiva e a non più di un quarto di quella globale.

Nel nostro Paese trovano rifugio circa 3-4mila coppie, pari a una frazione piuttosto significativa della popolazione europea complessiva, ossia circa il 13-15%. In declino verso la fine degli anni Novanta, la popolazione italiana della specie ha conosciuto, agli inizi degli anni Duemila, una significativa inversione di tendenza, che non ha riguardato la popolazione svernante, decisamente inferiore a quella censita fino al 1995.

Una ripresa in gran parte da attribuirsi all’incremento della popolazione nel principale sito di presenza, ossia Quartu-Molentargius, in Sardegna, ma anche al rafforzamento e alla regolarizzazione degli svernamenti in Sicilia, nel Trapanese e nel Siracusano. Marginali in termini numerici invece le presenze nel resto d’Italia, con alcune colonie raggruppate nella Pianura Padana centro-meridionale, che comunque contribuiscono ad aumentare la quantità di siti in cui è presente la specie.

Resta però il Golfo di Cagliari la principale – e unica – area in cui la tutela di questa specie assume un rilievo nazionale e internazionale, ed è all’aumento del contingente nidificante in quest’area che si deve, in gran parte, l’incremento registrato all’inizio degli anni Duemila. In continuo decremento è invece il contingente svernante, rispetto al “picco” di 167 individui raggiunto nel 1996.