CIGNO REALE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCIGNO REALE

NOME SCIENTIFICO: Cygnus olor
 
Semaforo N.C.

Simbolo di eleganza e maestosità, è proprio al Cigno reale che si ispira la favola del brutto anatroccolo. Goffo e grigiastro da piccolo, da adulto diventa il grande uccello dal piumaggio completamente candido, becco rosso-arancio acceso e lungo collo arcuato che gli conferisce l’inconfondibile portamento regale. Introdotto spesso come animale da ornamento per la sua bellezza, popola specchi d’acqua di parchi e giardini, ma la maggior parte della popolazione nel Paese è localizzata tra i laghi Maggiore e di Como, il lago di Garda e la Laguna veneta…

Stato di salute

Nel territorio dell’Unione europea il Cigno reale gode di un buono stato di salute ed è stato inserito nell’Allegato II della Direttiva uccelli. Rappresenta comunque una specie protetta dalla legge 157/92 e non stata valutata nella Lista Rossa Nazionale, né è stato redatto un Piano d’Azione Nazionale o Internazionale sulla specie. Un moderato aumento della popolazione nidificante tra il 1970 e il 1990 e l’ampia crescita di quella svernante, sono stati seguiti da un largo aumento nel corso degli anni Novanta, accompagnato da una fase di stabilità degli esemplari svernanti.

In Italia sono stimate tra le 300 e le 500 coppie e, nonostante siano in deciso aumento, rappresentano comunque una bassa percentuale (0,05%) rispetto alla popolazione dell’Unione europea, dove sono presenti tra le 68mila e le 92mila coppie. Per questo, viste anche le origini perlopiù dovute a immissioni, il peso del territorio italiano nella conservazione della specie risulta poco significativo. Rilevante invece il ruolo dell’intero territorio dell’Unione europea, dove nidifica il 77-79% della popolazione continentale (tra le 86mila e le 120mila coppie, in aumento) e una frazione tra il 25% e il 49% della popolazione globale.

Analizzando la popolazione svernante nel Paese, il Cygnus olor emerge come l’unico cigno che in Italia presenta una distribuzione relativamente ampia, anche se discontinua a sud del Po. Le maggiori concentrazioni si osservano infatti in corrispondenza delle principali aree riproduttive di acqua dolce, in particolare laghi e fiumi a corso lento a nord del Po e nelle lagune costiere dell’Adriatico settentrionale, mentre il massiccio arrivo in Puglia nel 1993 fu dovuto a individui provenienti dal Mar Nero. Il censimento effettuato nel quinquennio 1996-2000 evidenzia una media più che doppia rispetto ai cinque anni precedenti, con un massimo raggiunto nel 2000 con 2.148 individui.

Spostandosi verso il quinquennio 1998-2003, continua chiaramente la tendenza all’incremento e diffusione della popolazione svernante, in gran parte sedentaria di origine artificiale. Il picco è stato raggiunto nel 2003 con 3.255 individui censiti. Nello stesso arco di tempo, nella laguna di Venezia sono stati rilevati 976 individui, 586 nelle lagune di Caorle e valli di Bibione, 370 al lago di Garda, 186 in quello d’Iseo.