

CINCIA ALPESTRE
NOME SCIENTIFICO: Poecile montanus
La Cincia bigia alpestre è stata riconosciuta come una specie distinta dalla Cincia bigia solo nel 1.800. Si vede raramente nei giardini, preferendo muoversi nelle boscaglie di conifere, umide e ricche di ruscelli. Sempre attiva, saltella agile su rami e rametti cercando bruchi e altre larve, insetti, ragni, chiocciole, semi e bacche.
Minacce
La specie è strettamente legata ad ambienti forestali non particolarmente soggetti a rischi di trasformazione. Per questo per la conservazione risulta sufficiente un'oculata gestione forestale tale da preservare una buona quantità di alberi maturi e marcescenti, al fine di favorire il reperimento, da parte della specie, di siti alimentari e di nidificazione. Può essere inoltre avvantaggiata dall'apposizione di cassette nido e dal mantenimento dei muretti a secco su terrazzamenti e sentieri in ambito rurale montano.
Non si ravvisano particolari minacce per la riproduzione. Interventi silvicolturali e tagli forestali in periodo di nidificazione possono provocare locali episodi di mortalità e di riduzione del successo riproduttivo, mentre nell'ex Repubblica Federale Tedesca il 61% dei nidi viene predato dal Picchio rosso maggiore o dalla Ghiandaia. Nel nord della Finlandia analoghe ricerche hanno registrato il fallimento completo del 21% dei nidi, mentre il 71% delle uova deposte ha prodotto un giovane involato, con una media pari a 5,4 giovani involati per ciascuna coppia.