

CINCIA BIGIA
NOME SCIENTIFICO: Poecile palustris
La Cincia bigia, fino al 1.800 non distinta dalla Cincia alpestre, è una specie strettamente sedentaria ma ha esigenze spaziali piuttosto importanti. Per vivere necessita, infatti, di formazioni boschive di almeno 4-5 ettari di estensione, con alberi ricchi di cavità utilizzate per la nidificazione. Quest’ultimo aspetto è di cruciale importanza: per permettere alla Cincia bigia di prolificare è necessario siano presenti molte cavità di questo tipo, dal momento che occupa il livello gerarchico più basso nella comunità dei nidificanti in cavità ed è quindi costretta a utilizzare quelle lasciate libere dalle altre specie.
Minacce
Il taglio delle piante annose, la ceduazione dei boschi, la “ripulitura” del bosco dagli alberi secchi o marcescenti sono fattori che incidono negativamente sull'abbondanza di questa specie e la distruzione di habitat idonei su larga scala rappresenta in assoluto la principale minaccia. È inoltre una specie molto sensibile alla frammentazione del suo habitat, anche perché richiede una superficie di almeno 4-5 ettari di bosco maturo per nidificare e ha tempi di ricolonizzazione molto lenti, essendo specie fortemente sedentaria.
La Cincia bigia, specie a status sfavorevole su scala continentale, necessita di un'attività di monitoraggio al fine di verificarne lo status di conservazione, prestando particolare attenzione alle popolazioni numericamente più significative e alla popolazione siciliana. In generale sono da vedere con favore, per la conservazione della specie, interventi di silvicoltura naturalistica che portino alla conversione da ceduo a fustaia matura e al mantenimento di una certa percentuale di alberi maturi, morti e seccaginosi.
Il successo riproduttivo in Italia è risultato notevolmente inferiore in presenza di condizioni climatiche avverse. In Inghilterra, uno studio di 29 anni in nidi artificiali ha evidenziato che la principale causa di fallimento della nidificazione è rappresentata dalla predazione da parte della donnola, in media del 17,8% ma variabile a seconda delle annate e della disponibilità di altre prede per le donnole. In Germania il tasso di predazione complessivo è del 55%, soprattutto da parte de Picchio rosso maggiore e della Ghiandaia.