CODIROSSO COMUNE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCODIROSSO COMUNE

NOME SCIENTIFICO: Phoenicurus phoenicurus
 

Solitario e diffidente, il Codirosso comune passa gran parte delle sue giornate posato su pali, cavi o tetti, sempre in posizione “rialzata”, per individuare più facilmente le sue prede. I due sessi migrano verso le aree di nidificazione in momenti diversi: il maschio è il primo a partire e raggiunge la destinazione verso la metà di aprile; la femmina lo raggiunge alcuni giorni dopo. Nonostante la sua natura timorosa, nel tempo si è adattato molto bene ad ambienti popolati dall’uomo, tanto che oggi può risultare come una delle specie più comuni da osservarne all’interno delle città, soprattutto in giardini, parchi urbani, orti e frutteti…

Prospettive

Gli studi riguardanti la popolazione italiana di Codirosso comune sono, allo stato delle cose, molto limitati e non sufficientemente approfonditi. È quindi necessario l’avvio di ricerche e analisi volte in particolare alla determinazione dei fattori che sembrano influenzare sensibilmente la qualità dell’habitat della specie e la sua potenziale idoneità alla nidificazione. Ulteriori studi dovrebbero individuare altri fattori potenzialmente importanti per la valutazione del trend e della dinamica delle popolazioni.

In base ai dati disponibili, è stato comunque fissato un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) a scala locale pari a 5 coppie per ogni 10 ettari. In ambienti particolarmente favorevoli e consoni alle esigenze della specie, questo valore, a parità di superficie, può raggiungere le 8 coppie. Le informazioni disponibili non consentono in ogni caso una stima attendibile dell’FRV a scala di comprensorio.

Elementi interessanti emergono poi dai dati sulle ricatture. Quelle effettuate in Italia relative a soggetti inanellati si concentrano nelle fasi che seguono il periodo della riproduzione e, in primavera e autunno, interessano principalmente le zone settentrionali e il versante tirrenico. I primi codirossi “stranieri” si osservano nel mese di agosto, per poi raggiungere il picco nella prima decade di ottobre.

L’andamento complessivo su scala nazionale della popolazione è in ogni caso difficilmente determinabile, in quanto a episodi di decremento e locale estinzione, si affiancano espansioni dell’areale. Come se ciò non bastasse, non sono disponibili dati relativi a buona parte delle regioni italiane, il che rende difficoltosa una stima realistica dello stato di salute della specie su scala nazionale. Tuttavia, data l’assenza di fattori di minaccia specifici per la specie è possibile affermare come la tutela delle aree in cui la popolazione risulta in decremento – unita a una più efficace salvaguardia dei siti di svernamento – rappresenti già di per sé un’importante azione di conservazione capace di garantire buone probabilità di sopravvivenza al contingente italiano della specie.