CORNACCHIA NERA - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliCORNACCHIA NERA

NOME SCIENTIFICO: Corvus corone cornix
 

Considerata dalle credenze popolari un simbolo di malaugurio e presagio di sventure, la povera Cornacchia nera si fa invece notare per il piumaggio elegante, corvino dai riflessi brillanti . Convive facilmente accanto all’uomo, evitando però contatti troppo ravvicinati e conservando l’indole selvatica. Grazie a un’innata astuzia – ma soprattutto alle abitudini alimentari piuttosto varie – è in grado di trovare cibo pressoché ovunque, capacità che le ha consentito di adeguarsi molto bene alla crescente urbanizzazione del territorio italiano. Spesso si muove in gruppo e vola diritta, battendo le ali a intervalli lenti e regolari; ama stare appollaiata su un albero o saltellare al suolo alla ricerca di cibo, e si azzuffa volentieri con individui di altre specie, con i quali può essere molto aggressiva…

 

Ordine: Passeriformes Famiglia: Corvidae

La Cornacchia nera si caratterizza per le piume scure ma iridescenti,  il becco nero e ricurvo all’apice, le ali ampie e sfrangiate in punta, la coda squadrata. Ampiamente diffusa dall’Europa occidentale all’Estremo Oriente, è tra le specie più comuni presenti nel settore alpino e si distingue dalla Cornacchia grigia, altra specie di Corvide presente nel Paese, proprio per la tinta del piumaggio.

In Italia la Cornacchia nera predilige i luoghi montani. Le popolazioni presenti infatti si distribuiscono in modo uniforme lungo tutto l’arco alpino e subalpino, ma è possibile individuarne nidi anche a quote inferiori. Pur trattandosi originariamente di un migratore, le favorevoli condizioni climatiche del nostro Paese hanno mutato le abitudini di questa specie, rendendola piuttosto sedentaria e tendente a vivere nella stessa area per tutto il corso dell’anno.

Pur essendo abituata a nidificare sugli alberi, generalmente evita le aree forestali e i boschi troppo “chiusi”. Costruisce un nido voluminoso, composto da ramoscelli, muschio e fibre vegetali, dove una volta l’anno, a marzo, depone cinque o sei uova. La specie è monogama e costruisce legami di coppia duraturi, ma essendo gregaria vive all’interno in gruppi numerosi, a volte anche in compagnia della “sorella” Cornacchia grigia. Generalmente diffuse in aree differenti, le due sottospecie condividono infatti alcune zone della fascia prealpina dove possono anche riprodursi e dare alla luce esemplari ibridi fertili.

Difficilmente il cibo rappresenta per la Cornacchia grigia un problema. La sua dieta è onnivora e comprende insetti, frutta, verdura, vertebrati e invertebrati, carogne. Talvolta è perfino predatrice di nidi altrui, di cui divora le uova, ma è ghiotta anche di pulcini e di piccoli uccelli.

Prospettive

Trattandosi di una specie generalista, legata al territorio principalmente in base alle disponibilità di cibo, e caratterizzata da numerosi individui non riproduttivi e densità estremamente variabili a seconda degli ambienti frequentati, per la Cornacchia nera non è possibile indicare il Valore di Riferimento Favorevole (FRV). Sulla base dei dati a disposizione lo stato di conservazione della specie è comunque considerato soddisfacente e il quadro nazionale risulta essere complessivamente favorevole.

La Cornacchia nera è infatti tra gli uccelli più diffusi sul territorio nazionale. Nonostante il trend sia positivo, è comunque opportuno cercare di mantenere l’attuale consistenza della popolazione. Obiettivi che impongono anzitutto il rispetto del divieto di caccia fuori dal periodo consentito, ma anche la tutela dei principali siti riproduttivi e dei nidi.

Indispensabile è anche il monitoraggio delle popolazioni. Nonostante la Cornacchia nera goda di una presenza sostanzialmente stabile sul territorio e il rischio di declino appaia molto basso, è stata individuata la necessità di ottenere dati più precisi da un numero maggiore di aree campione, in modo da poter aggiornare a un maggiore livello di dettaglio le informazioni disponibili sullo stato di conservazione.

La specie è infatti ampiamente studiata dal punto di vista della distribuzione, delle preferenze ambientali e della variabilità genetica e comportamentale, mentre sono ancora scarse le informazioni quantitative sulla densità e il trend delle popolazioni, in particolare sull’area alpina.

Minacce

Frequentando ogni tipo di ambiente, la Cornacchia nera dispone di una vasta gamma di risorse alimentari, che peraltro si procura in modo abile e astuto. Predilige i semi, che scova nei campi coltivati, e gli invertebrati, ma spesso si nutre anche di vertebrati come roditori, pesci, anfibi e persino di rifiuti prodotti dall’uomo, che costituiscono una ulteriore fonte di cibo per questa specie.

L’ambiente idoneo alla Cornacchia nera è costituito da zone alberate, anche nelle vicinanze di aree antropizzate. Non necessita di particolari condizioni per nidificare: un ambiente parzialmente alberato costituisce un presupposto sufficiente per la costruzione del nido.

Date queste caratteristiche e la versatilità nell’adattamento in habitat differenti, non si individuano minacce tali, ad oggi, da pregiudicare la persistenza della specie. I fattori principali in grado di incidere negativamente sulla riproduzione della Cornacchia nera possono comunque essere ricondotti esclusivamente all’attività umana e concretizzarsi, per esempio, in azioni di abbattimento nelle aree agricole o nella distruzione illegale dei nidi.

Ed è proprio l’abilità della Cornacchia nera nello sfruttare fonti alimentari legate alla presenza dell’uomo ad avere determinato in certi territori una marcata crescita delle popolazioni, con rischi di squilibrio ambientale. Da qui la decisione in alcune regioni di intervenire con piani di contenimento, nel rispetto della legge 157/92 sulla caccia, per evitare incrementi incontrollati. In ogni caso le attività di controllo non sembrano incidere sulla dinamica delle popolazioni mentre la pratica venatoria è per il momento ritenuta compatibile con il mantenimento di un soddisfacente stato di conservazione delle popolazioni.

Stato di salute

La Cornacchia nera è insediata e diffusa in una zona molto vasta, che comprende in modo uniforme la maggior parte dell’Eurasia: dalle coste atlantiche del Portogallo e del Regno Unito, fino ai territori di Cina, Corea e Giappone. In Italia la specie nidifica su Alpi e Prealpi, pressoché in tutte le zone di Piemonte e Val d’Aosta, con popolazioni numerose in Lombardia e in Trentino. Le massime frequenze di distribuzione sono presenti tra i 500-600 metri sull’arco alpino e tra i 1.500 e i 1.600 metri sulle Prealpi e sui rilievi collinari piemontesi.

Benché distribuita uniformemente soprattutto nella regione alpina, si registrano nidificazioni di Cornacchia nera anche a quote più basse, in ambienti modificati dalla presenza dell’uomo. La specie è infatti definita ubiquitaria , ovvero frequentatrice di habitat anche molto differenti tra loro. Oltre ai rilievi montani e collinari, popola praterie alberate, i vasti fondovalle con campi coltivati e pascoli, oppure zone urbane. Tuttavia gli studi hanno rilevato densità piuttosto modeste nelle valli strette o “incassate” fra i monti dove scarseggiano le coltivazioni, grande fonte di approvvigionamento per le cornacchie nere.

In Europa la popolazione nidificante è attualmente stimata tra 7 e 17 milioni di coppie. A incrementare nel tempo la già ampia presenza è stato il notevole aumento registrato nel periodo 1970-1990, seguito poi da un calo nel decennio 1990-2000, la diminuzione tuttavia è stata compensata dalla stabilità della specie in altre zone chiave, come Gran Bretagna e Turchia. Il quadro generale è pertanto ritenuto complessivamente bilanciato e la specie è valutata come sicura.

In Italia si contano tra le 110 e le 520mila coppie, con una percentuale dell’1,5-3% sulla popolazione collettiva europea. Anche a livello del territorio nazionale, quindi, la Cornacchia nera è considerata una specie complessivamente stabile e non è stata inserita nella Lista Rossa Nazionale.

Semaforo

L’importante consistenza numerica e la stabilità delle popolazioni di Cornacchia nera non rendono necessarie, al momento, particolari azioni di conservazione. In diverse aree la Cornacchia nera è infatti in espansione, nonostante il prelievo venatorio e le pratiche di controllo demografico. Una situazione favorevole che dipende, in gran parte, dalla buona adattabilità alimentare della specie, che viene favorita, come la stretta “parente” Cornacchia grigia, dalla presenza di insediamenti umani .

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* Stabile o in incremento Favorevole
Popolazione Stabile, con incrementi locali Favorevole
Habitat della specie Stabile o in aumento Favorevole
Complessivo   Favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Usato spesso come metafora per descrivere la voce stridula di chi parla troppo e in modo inopportuno, il gracchiare delle cornacchie è lungo e penetrante e, in realtà, poco somigliante a un vero e proprio canto. La Cornacchia nera lo emette di frequente, poiché rappresenta un’arma efficace per spaventare le altre specie, allontanare gli intrusi che si avvicinano troppo al suo nido o… al suo pasto.