CORNACCHIA NERA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliCORNACCHIA NERA

NOME SCIENTIFICO: Corvus corone cornix
 

Considerata dalle credenze popolari un simbolo di malaugurio e presagio di sventure, la povera Cornacchia nera si fa invece notare per il piumaggio elegante, corvino dai riflessi brillanti . Convive facilmente accanto all’uomo, evitando però contatti troppo ravvicinati e conservando l’indole selvatica. Grazie a un’innata astuzia – ma soprattutto alle abitudini alimentari piuttosto varie – è in grado di trovare cibo pressoché ovunque, capacità che le ha consentito di adeguarsi molto bene alla crescente urbanizzazione del territorio italiano. Spesso si muove in gruppo e vola diritta, battendo le ali a intervalli lenti e regolari; ama stare appollaiata su un albero o saltellare al suolo alla ricerca di cibo, e si azzuffa volentieri con individui di altre specie, con i quali può essere molto aggressiva…

Minacce

Frequentando ogni tipo di ambiente, la Cornacchia nera dispone di una vasta gamma di risorse alimentari, che peraltro si procura in modo abile e astuto. Predilige i semi, che scova nei campi coltivati, e gli invertebrati, ma spesso si nutre anche di vertebrati come roditori, pesci, anfibi e persino di rifiuti prodotti dall’uomo, che costituiscono una ulteriore fonte di cibo per questa specie.

L’ambiente idoneo alla Cornacchia nera è costituito da zone alberate, anche nelle vicinanze di aree antropizzate. Non necessita di particolari condizioni per nidificare: un ambiente parzialmente alberato costituisce un presupposto sufficiente per la costruzione del nido.

Date queste caratteristiche e la versatilità nell’adattamento in habitat differenti, non si individuano minacce tali, ad oggi, da pregiudicare la persistenza della specie. I fattori principali in grado di incidere negativamente sulla riproduzione della Cornacchia nera possono comunque essere ricondotti esclusivamente all’attività umana e concretizzarsi, per esempio, in azioni di abbattimento nelle aree agricole o nella distruzione illegale dei nidi.

Ed è proprio l’abilità della Cornacchia nera nello sfruttare fonti alimentari legate alla presenza dell’uomo ad avere determinato in certi territori una marcata crescita delle popolazioni, con rischi di squilibrio ambientale. Da qui la decisione in alcune regioni di intervenire con piani di contenimento, nel rispetto della legge 157/92 sulla caccia, per evitare incrementi incontrollati. In ogni caso le attività di controllo non sembrano incidere sulla dinamica delle popolazioni mentre la pratica venatoria è per il momento ritenuta compatibile con il mantenimento di un soddisfacente stato di conservazione delle popolazioni.