FALCO DI PALUDE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFALCO DI PALUDE

NOME SCIENTIFICO: Circus aeruginosus
 

Paludi e canneti sono il suo regno. Dal volo instancabile, per quanto lento e maestoso, il Falco di palude va alla ricerca di prede. Piccoli mammiferi, uccelli acquatici, rettili, anfibi e quando ne conquista una il Falco l’afferra e si dirige fiero verso il nido, per consegnarla alla femmina. Il “passaggio della preda” avviene in volo, con una sincronizzazione degna delle migliori scuole di ginnastica artistica…

Stato di salute

Classificato come sicuro nell’Unione europea, e con uno stato di conservazione favorevole anche a livello continentale, il Falco di palude soffre leggermente agli estremi dell’areale distributivo. La popolazione “comunitaria” risulta in ogni caso in moderato aumento negli ultimi 30-40 anni, ed è attualmente stimata in 29-39mila coppie complessive, pari a una frazione abbastanza modesta della popolazione globale, tra il 4 e il 24%.

In Italia nidificano 170-220 coppie ed è inclusa nella Lista Rossa Nazionale e nell’Allegato I della Direttiva Uccelli. Secondo le ultime rilevazioni statistiche, che sono state effettuate tra il 1998 e il 2003, la popolazione di Falco di palude si è mantenuta nel complesso abbastanza stabile, al più orientata al lieve incremento.

Fluttuazioni consistenti si sono invece registrate nei siti più importante per la specie, quelli sardi di Oristano e Sinis, in questo caso orientate al decremento. Sardegna e Lago di Massaciuccoli sono comunque le uniche aree di presenza del Falco di Palude che gravitano sull’area tirrenica, mentre tutte le altre aree si trovano incluse nel bacino nord-adriatico.

Sia in Toscana sia, a maggior ragione, nei siti di nidificazione o svernamento lungo il corso del Po, la specie si trova in un buono stato di conservazione. La consistenza della popolazione nidificante o svernante è quindi distribuita in modo abbastanza capillare ed omogeneo tra le varie aree umide di importanza nazionale. Non si riscontra dunque in questo caso un’eccessiva frammentazione delle popolazioni che è un fattore pericoloso per la sopravvivenza e la salute delle specie rispetto alla consistenza delle stesse.