FOLAGA
NOME SCIENTIFICO: Fulica atraLe folaghe, che sulla terraferma appaiono goffe, in realtà mostrano le loro qualità negli ambienti acquatici, dove si trasformano in abili nuotatrici e tuffatrici. La loro indole timida e accorta muta completamente quando si sentono minacciate: le folaghe si riuniscono tutte assieme ponendosi l’una accanto all’altra battendo le zampe sull’acqua, pronte per schizzare il “nemico”. Si possono avvistare i loro nidi bizzarri nel folto della vegetazione acquatica: si tratta di una voluminosa costruzione tonda e galleggiante che fissano alle piante affinché non sia trascinata via dalla corrente…
Minacce
La Folaga nidifica in un’ampia fascia di climi e latitudini, dove occupa corpi idrici di acqua ferma o calma, ad eccezione delle pozze più piccole e dei bacini più profondi. La specie predilige infatti le acque con fondi fangosi, nei pressi di vegetazione emergente, fluttuante, o di fondale. Necessita di un minimo di acqua aperta e può sopportare una certa esposizione. Evita invece quelle aree che presentano una vegetazione troppo fitta. Predilige inoltre le aree di pianura, ma localmente penetra anche le vallate alpine.
La specie occupa ambienti più esposti alle estensioni di acqua aperta rispetto ad altri Rallidi e appare molto tollerante anche della presenza umana, nidificando persino su barche nei pressi di porticcioli lacustri. All’interno delle zone umide la Folaga preferisce gli specchi d’acqua più ampi: nei siti dove appare in espansione, occupa prima questi spazi e, successivamente, quelli più ridotti, purché ricchi di vegetazione.
In Lombardia la specie presenta una densità media di 3 coppie per ettaro in provincia di Pavia, dove la dimensione dei territori riproduttivi è pari a 1.744,2 mq. In Piemonte si ha una densità piuttosto variabile, da 0,001 a 2,7 coppie per ettaro. Lungo il corso del Po la densità registrata è pari a 4 coppie per ettaro, con 32 nidi in 4,2 km lungo il fiume Mera. In Emilia-Romagna, la densità è pari a 4.9 nidi per 10 ettari e la specie è stata rilevata, nel 1996, in ben 740 ettari di zone umide favorevoli.
La Folaga è soggetta a un’elevata mortalità diretta e indiretta dovuta alla caccia – abbattimenti, disturbo, avvelenamento da piombo – e appare sensibile a fattori quali l’eliminazione della vegetazione ripariale, bonifiche (soprattutto nei Paesi asiatici), non corretta gestione delle zone umide, cattura accidentale in reti da pesca. Altri fattori di rischio documentati sono rappresentati da mortalità per influenza aviaria o predazione (ad esempio da parte del Visone americano nel Regno Unito e in Polonia).