GALLINA PRATAIOLA - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliGALLINA PRATAIOLA

NOME SCIENTIFICO: Tetrax tetrax
 

Dall’incedere lento e maestoso, la Gallina prataiola costruisce il proprio nido sulla terra, in luoghi coltivati, dove le piante sono abbastanza alte per risultare un buon nascondiglio. Pur essendo dotata di ali, quando la Gallina prataiola si sente disturbata, di solito non prende il volo, ma comincia a correre

 

Ordine: Gruiformi  Famiglia: Otididae  

Nonostante il nome, che l’accomuna al più noto animale da cortile, la Gallina prataiola è da considerarsi piuttosto un lontano parente della Gru, come dimostrano le sue lunghe zampe;  l’apertura delle ali può raggiungere i 90 cm, mentre la lunghezza al dorso risulta mediamente nell’ordine dei 45 cm –  la Gallina prataiola si distingue per il ventre candido e il dorso bruno, mentre la testa appare caratterizzata da sfumature di grigio. Caratteristica la colorazione del collo, che nel maschio durante il periodo riproduttivo risulta nero bordato di bianco.

L’ambiente preferito dalla Gallina prataiola è la steppa. Pur essendo legata a paesaggi naturali aridi e un po’ brulli, la Gallina prataiola non disdegna le zone coltivate, specialmente quelle con colture estensive a prato da sfalcio e con un limitato sfruttamento dei suoli, principalmente le zone d’Italia dove è diffusa la pastorizia ovina.

A conferma di questo, in Italia l’area di nidificazione principale si trova in Sardegna, una regione che presenta le condizioni ambientali ideali per la vita di questa specie, anche in considerazione delle attività agricole prevalenti dell’isola, legate appunto alle colture estensive e soprattutto alla pastorizia ovina. Il suo ambiente è uno “scatto fotografico” che immortala il nostro Sud più selvaggio. In tempi non lontani, infatti, la Gallina prataiola popolava anche la Puglia e la Sicilia, mentre attualmente resta oltre il Tirreno l’ultimo baluardo per la nidificazione di questa specie.

La Gallina prataiola è un uccello prevalentemente sedentario, nella porzione occidentale e meridionale dell’areale di nidificazione (in pratica tutti i Paesi europei che si affacciano sul mediterraneo). Si comporta invece da migratore in tutta la parte orientale, principalmente Mar Nero e Mar Caspio.

Prospettive

Poiché attualmente la popolazione italiana appare in declino rispetto agli ultimi decenni – come dimostrano le osservazioni condotte principalmente in Sardegna negli ultimi tre anni – e l’esiguità numerica e l’estrema localizzazione delle popolazioni sopravvissute impongono l’adozione di urgenti misure di conservazione, definite a livello internazionale dal Piano d’azione per la tutela della Gallina prataiola.

Queste consistono principalmente nel mantenimento di ampie estensioni di terreni arati o a pascolo, purché sfruttati in maniera non intensiva. Altrettanto importante, secondo il Piano, è la definizione di politiche agro-ambientali di rilevanza essenziale per la specie, come per esempio incrementare le coltivazioni di legumi, incentivi per mettere periodicamente terreni a riposo, evitare, ove possibile, irrigazione, riforestazione e altre pratiche dall’impatto negativo sulla specie, ma soprattutto garantire ampie estensioni di terreni destinati al pascolo ovino.

Altro fronte di azione significativo, quello scientifico, data anche la scarsità di dati in possesso dei ricercatori e di conseguenza, dei decisori pubblici chiamati a predisporre politiche per la tutela della specie. Oltre alla designazione di aree protette – comunque utile soprattutto per la salvaguardia delle popolazioni più importanti – andrebbero meglio studiati i pattern di spostamento e svernamento e i fattori negativi o positivi del successo riproduttivo. Ultimo, non per importanza, l’informazione agli agricoltori, che potrebbe risultare determinante per il mantenimento di questa specie, partendo dal presupposto che comunque la Gallina prataiola non potrebbe sopravvivere, se scomparissero del tutto gli ambienti pseudosteppici.

Stante la mancanza di informazioni essenziali relative a successo riproduttivo e mortalità, non è possibile assegnare a questa specie un valore di riferimento favorevole (FRV). È invece utile e significativo determinare un “target di conservazione”, stimabile, in termini di densità, in 2 maschi ogni 100 ettari a scala di comprensorio, che salgono a 4-5 se la valutazione viene effettuata su scala locale.

Minacce

L’habitat originario della Gallina prataiola è la steppa non coltivata, dove sono presenti erbe alte o arbusti. Pianure, terreni debolmente inclinati, sono l’habitat ideale per questa specie, scarsamente tollerante al disturbo da parte dell’uomo. Se alla riduzione progressiva degli habitat si abbina l’incremento dell’inquinamento dovuto a pesticidi, si comprendono le ragioni del pesante declino della specie avvenuto in questi ultimi decenni.

Da rilevare anche la vastità dei territori necessari per la sopravvivenza di una consistente popolazione: una decina di individui ogni 100 ettari, per quanto riguarda la Sardegna, una densità inferiore rispetto alla media europea. Una densità che comunque aumenta quando a colture intensive si sostituiscono terreni dove viene praticata un’agricoltura più di tipo estensivo.

Scarsissime, d’altra parte, le informazioni in possesso dei ricercatori sul successo riproduttivo della Gallina prataiola in Italia come negli altri Paesi europei, così come i fattori che possono influenzare questo esito, anche se non ci sono dubbi sulle principali minacce che pesano sulla specie, e in particolare: irrigazione, riforestazione, conversione a colture perenni, concentrazione di proprietà dei terreni e l’affermazione delle monocolture, fino all’uso eccessivo di pesticidi. .

Anche la meccanizzazione delle pratiche agricole può avere localmente un impatto piuttosto rilevante sulla vita della Gallina prataiola, mentre altre minacce rilevanti sono costituite da predatori comuni, da un’eccessiva densità di bestiame al pascolo. Chiudono la classifica urbanizzazione, abbattimenti e collisioni, fenomeni anch’essi impattanti per questa specie, se pure in modo meno rilevante.

Stato di salute

Il progressivo declino della specie, comune all’Italia come ad altri Paesi europei, risulta legato alla costante riduzione dell’habitat classificabile come “steppa”, sostituito, qui come altrove, da colture spesso intensive che comportano un elevato utilizzo di pesticidi chimici.

Tali sostanze inquinanti sono infatti la causa principale della diminuzione di questa come di tantissime altre specie che un tempo popolavano le campagne italiane, comprese quelle un tempo più comuni quali la Rondine, la Passera d’Italia, il Barbagianni, l’Allodola.

Un declino cominciato verso la fine del XIX secolo, con l’estinzione della specie nella parte settentrionale dell’areale di nidificazione, con la Gallina prataiola che si è progressivamente estinta in 11 Paesi europei, oltre ad Algeria, Tunisia e – probabilmente Azerbaijan. Attualmente, si stima che la popolazione globale della specie non superi i 240mila individui – un dato di certo sovrastimato a causa del forte declino della popolazione spagnola – di cui 110-280mila si trovano dentro ai confini attuali dell’Unione europea.

Tornando all’Italia, gli ultimi esemplari rimasti – circa 1.500-2.000 individui – si trovano in Sardegna, con la specie che risulta tuttora in pericolo e inclusa nella Lista Rossa Nazionale. Certamente estinta in Sicilia all’inizio degli anni Settanta, risulta in via di estinzione anche in Puglia, con i pochi avvistamenti – da uno a tre individui in provincia di Foggia in un areale di 162 km quadrati – che non lasciano intravedere una reale possibilità di ripresa della Gallina prataiola al di fuori della Sardegna.

Essendo la specie globalmente minacciata, anche la popolazione italiana – pari all’1% della popolazione globale – merita la dovuta attenzione.

Semaforo

Declino generale, estinzioni locali, riduzione dell’habitat. Il quadro per la Gallina prataiola risulta certamente critico e pur mancano le informazioni necessarie per la determinazione dell’FRV, lo stato di conservazione della Gallina prataiola risulta “cattivo”.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* in contrazione cattivo
Popolazione stabile ma in calo storico cattivo
Habitat della specie in diminuzione cattivo
Complessivo   cattivo

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Silenziosa e schiva, la Gallina prataiola è difficile a udirsi, più che a vedersi: fa eccezione il maschio, in grado di emettere un canto inconfondibile che suona come un “prrt”…