GRILLAIO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliGRILLAIO

NOME SCIENTIFICO: Falco naumanni
 

Le dolci colline dell’Italia meridionale sono costellate di antichi borghi, circondati da vecchie cascine, testimonianza di un’attività agro-pastorale oramai quasi completamente abbandonata. Sono questi i luoghi preferiti dal Grillaio, che in tempi non remoti viveva in grande armonia con l’uomo. Poi arrivarono le nuove case, le nuove città, e il Grillaio trova sempre più difficoltà a individuare un “rudere” adatto in cui costruire il nido, così come un vicino ambiente in cui procurarsi il cibo, soffocato dall’avanzare della città o da un’agricoltura oramai intensiva e poco compatibile con la biodiversità…

Prospettive

Confortante, attualmente, il trend della popolazione peninsulare della specie, la cui persistenza appare condizionata, sostanzialmente, dalla presenza di estesi habitat di tipo steppico che rappresentano per questo rapace il principale ambiente di alimentazione, specialmente durante la fase di allevamento dei pulli. Difficile invece sopperire alla grave carenza di aree in cui costruire il nido, conseguenza della distruzione o della ristrutturazione degli edifici antichi avuta nel corso dei decenni. Da questo punto di vista, è in corso in Italia una sperimentazione tramite opportune cassette nido per aumentare la disponibilità di siti idonei per la riproduzione.

Quattro, essenzialmente, le popolazioni di Grillaio identificabili sul suolo nazionale. Quella peninsulare, quella siciliana, quella sarda e – di recente – la colonia emiliana. Se la popolazione emiliana è ancora troppo esigua e presente da poco tempo per procedere all’individuazione di un target di conservazione, per le restanti popolazioni si possono proporre distinti target di conservazione.

La popolazione peninsulare, stimabile in circa 10-15mila individui, è attualmente ampiamente al di sopra del target di conservazione auspicabile, pari a 5.000 individui. Non così la popolazione sarda (comunque non ancora studiata in modo sufficientemente approfondito), adeguata solo se si prende in considerazione il valore massimo della forbice statistica, ossia 200 coppie. Anche la popolazione siciliana risulta ancora poco consistente per assicurare una sopravvivenza autonoma, con il target di conservazione qui individuato che risulta pari a circa mille individui.

Per preservare o raggiungere questi risultati – da non intendersi comunque come Valori di Riferimento Favorevole in quanto la specie è coloniale e la popolazione della stessa è superiore alle 2.500 coppie  – è necessario individuare e proteggere i principali siti riproduttivi della specie, siano essi di origine “antropica” (edifici e simili) siano essi di origine naturale (pareti rocciose). Del pari, vanno individuate e tutelate le aree di alimentazione, in particolare gli ambienti steppici o pseudosteppici legati all’agricoltura intensiva. La combinazione di questi due elementi, unita ad un’efficace protezione della specie, è essenziale per la persistenza a lungo termine delle popolazioni di Grillaio nell’area italiana e mediterranea.