GUFO REALE - Uccelli da proteggere

Vai ai contenuti principali
Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliGUFO REALE

NOME SCIENTIFICO: Bubo Bubo
 

Nelle fiabe rappresenta spesso la personificazione della saggezza, della sapienza. Nella realtà questo uccello, rapace notturno per eccellenza, è uno dei più abili predatori alati usciti dallo scrigno di madre natura. Anatre, pernici. Ma anche lepri e conigli. Sono molti gli animali che temono le zampe del Gufo reale, in grado di stritolare senza difficoltà addirittura una volpe. Come molti rapaci, poi, il Gufo reale è abituato a occupare il nido di altri uccelli – e a scacciarli, se necessario – nonché a ingoiare le prede intere. E, come altri rapaci, ha un solo nemico: l’uomo…

 

Ordine: Strigiformi  Famiglia: Strigidae

Per secoli cacciato, ma anche temuto e venerato, il Gufo reale è il più grande rapace notturno d’Europa. Dall’apertura alare di poco inferiore ai 2 m, può essere lungo anche oltre 50 cm. Carattere distintivo sono i grandissimi occhi giallo oro, utilizzati da questo uccello per vedere là dove nessuno può vedere. Quindi orecchie vistose e al contempo molto sensibili e piumaggio fulvo, punteggiato di bruno sul dorso.

La sottospecie nominale Bubo bubo  nidifica dall’Europa all’Asia centrale, per un areale di presenza particolarmente ampio e distribuito. Nella nostra Penisola, questo rapace occupa prevalentemente ambienti alpini e appenninici, con una popolazione ridotta ma distribuita in modo abbastanza omogeneo sul territorio nazionale, fatta eccezione per le due isole maggiori.

Abilissimo predatore, il Gufo reale è in grado di sollevare e stritolare con la sola forza delle zampe prede anche di notevoli dimensioni, da altri uccelli a mammiferi vari quali conigli, lepri, addirittura volpi. La specie nidifica in primavera e in Italia è prevalentemente stanziale: due massimo tre uova vengono deposte nel nido e covate dalla femmina per oltre un mese, mentre il maschio si occupa, in questa fase, esclusivamente della caccia.

In grado di vivere anche vent’anni in ambiente naturale, si narra che in cattività i gufi reali possano superare anche il mezzo secolo di vita. In cima alla piramide alimentare nel rispettivo ecosistema, purtroppo anche questa specie come altri rapaci notturni e diurni, ha trovato un nemico formidabile: l’uomo. Per secoli cacciato, negli ultimi decenni è stato oggetto di diverse misure di protezione, quanto basta per avere evitato la sua completa estinzione. Ancora molto poco, come è facile immaginare, per sopperire a secoli di persecuzione diretta.

Prospettive

È stato stimato come densità inferiori a una coppia per 100 km quadrati impongano sempre grande cautela nel valutare le possibilità di sopravvivenza delle singole popolazioni. Ampiamente studiata sia in Europa che in Italia, restano tuttavia sul tavolo diverse lacune, specialmente relative alla dinamica di popolazione e ai tassi di mortalità.

Localmente, gli aumenti registrati dalla specie potrebbero essere spiegati più da migliorate conoscenze che da un reale incremento delle singole popolazioni. Non esistono in ogni caso, attualmente, dati di mortalità sufficientemente accurati per procedere al calcolo di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) su basi scientificamente fondate.

A destare particolari preoccupazioni, è comunque la popolazione appenninica di Gufo reale. Mentre infatti la popolazione alpina e prealpina mostra stabilità o locali incrementi nelle aree meno soggette a disturbo umano, la specie è in grande sofferenza in tutti gli Appennini, e locali estinzioni come  in  Sicilia. Tutte queste popolazioni risultano comunque troppo ristrette per ipotizzare una persistenza della specie a lungo termine.

Fermarne il declino nell’Italia peninsulare rappresenta una priorità per la tutela del Gufo reale nel nostro Paese. Tra le misure da adottare, spicca la necessità di mettere in sicurezza i cavi aerei dell’elettricità, che rappresentano uno dei pericoli più importanti nonché la principale causa di mortalità nella popolazione appenninica.

Di tale popolazione è possibile identificare un target di conservazione a medio termine – proponendolo come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) e utilizzando parametri relativi ad altre specie di rapaci – pari a circa 260 coppie, a loro volta corrispondenti a una Minima Popolazione Vitale di 600 individui. Per quanto riguarda la popolazione alpina, poi, nonostante l’andamento stabile o favorevole, è comunque importante monitorare nel dettaglio il successo riproduttivo, che non dovrebbe scendere al di sotto del 60% in termini di coppie di successo e a 1,7-1,8 in termini di tasso d’involo.

Minacce

Impatto contro i cavi elettrici e alterazione dell’habitat sembrano essere le principali minacce che pesano attualmente sulla specie, essendo parzialmente rientrata quella della persecuzione diretta, grazie a norme nazionali e internazionali fortunatamente molto attente a questa come ad altre specie di rapaci in pericolo. Ciononostante, il disturbo umano rappresenta tuttora un grave ostacolo all’incremento delle popolazioni, prova ne è che i siti alpini e prealpini in cui la specie ha conosciuto un incremento si limitano alle aree meno antropizzate e sfruttate dal punto di vista turistico.

Poco incline ad occupare aree a vegetazione troppo fitta, il Gufo reale predilige ambienti aperti e impervi, sebbene molto raramente nidifica nelle vicinanze di aree urbane, usate come terreno di caccia – data l’abbondanza  di specie preda quali ratti, piccioni, ecc – anche se in generale la presenza di attività umane, soprattutto se poste a ridosso dei siti di nidificazione, possono comprometterne totalmente il successo riproduttivo. Anche le avverse condizioni meteorologiche sono causa di gravi sofferenze a livello locale, essendo stata dimostrata una produttività particolarmente bassa in stagioni caratterizzate da piovosità eccessiva.

In generale, il successo riproduttivo del Gufo reale appare fortemente condizionato dalla situazione climatica, oltre che dall’altitudine – diminuisce cioè all’aumentare della quota – mentre la disponibilità di cibo gioca un ruolo chiave nella produttività della coppia, come dimostrano le indagini effettuate in Trentino-Alto Adige. Oltre a questo, pesa sulla specie la duplice minaccia dell’elettrocuzione e della chiusura degli ambienti aperti causata dall’abbandono delle pratiche agricole e pastorali tradizionali.

Localmente, con riguardo alla popolazione italiana, anche il traffico veicolare e ferroviario che insiste sulle aree montuose – comunque piuttosto antropizzate – costituisce una minaccia per la specie, nonostante per costruire il nido il Gufo reale privilegi versanti rocciosi particolarmente impervi, comunque ubicati in vallate ampie in cui poter cacciare.

Stato di salute

In largo declino per buona parte del Novecento, soprattutto nell’Europa centrale e settentrionale, oggi il Gufo reale mostra uno stato di conservazione favorevole nell’Europa comunitaria, tuttavia sfavorevole su scala continentale. Anche nell’Ue la specie è stata in declino fino ad anni molto recenti: al decremento registrato tra il 1970 e il 1990 è seguito un decennio di relativa stabilità.

La popolazione stimata nell’Unione Europea ammonta a circa 9.100-20.000 coppie, pari a oltre la metà della popolazione continentale, stimabile in 19-38mila coppie. Di queste, solo 250-300 nidificano in Italia – secondo il censimento del 2000 – stabili negli ultimi anni del secolo scorso e pari a una frazione comunque significativa della popolazione “comunitaria” della specie, tra i 2 e gli 8 punti percentuali.

Tutelata dalla Direttiva Uccelli e considerata vulnerabile dalla Lista Rossa Nazionale, la specie risulta particolarmente protetta in Italia dalla legislazione venatoria. Storicamente, il Gufo reale era più abbondante in buona parte dell’Italia settentrionale, dove risulta, dopo il declino mostrato nel corso del Novecento – in linea con gli altri Paesi europei – relativamente stabile o al più in lieve incremento, specialmente su Alpi e Prealpi.

Alla stima di metà anni Ottanta – quando le coppie censite non superavano le 150 – sono seguiti successivi moderati incrementi, tanto che la popolazione attuale di Gufo reale potrebbe raggiungere anche le 250-340 coppie. Purtroppo, alla stabilità o ai locali incrementi registrati sulla catena alpina corrisponde un largo declino in Appennino e l’estinzione della specie in Sicilia. Fortissima la diminuzione registrata sull’Appennino centrale: per esempio l’Abruzzo, dove almeno il 70% dei siti storicamente occupati dalla specie sono stati abbandonati.

Semaforo

Piuttosto ridotta, la popolazione italiana di Gufo reale mostra buone probabilità di ripresa e di persistenza nell’area alpina e prealpina, dove negli ultimi anni si è registrata stabilità o – localmente – lievi incrementi. Particolarmente critica, per contro, la situazione della popolazione appenninica, ed è per questo che pur non destando preoccupazioni a livello generale lo stato di conservazione della specie nel nostro Paese può dirsi tuttora inadeguato.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* ridotto nella regione mediterranea inadeguato
Popolazione in calo nella regione mediterranea inadeguato
Habitat della specie localmente in calo o peggioramento inadeguato
Complessivo   inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Data la situazione particolarmente diversificata in cui versa la specie tra Alpi e Appennini, è utile proporre due diversi giudizi sullo stato di salute della stessa nella “bioregione alpina” e nella “bioregione mediterranea”. Nella prima, la specie pare aver recuperato la sua consistenza storica, con stabilità un po’ ovunque o lieve incremento. Qui i pericoli principali sono rappresentati dagli elettrodotti e dalla chiusura di molti ambienti aperti che determina la diminuzione di aree idonee alla caccia.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* stabile favorevole
Popolazione in probabile espansione ma limitata inadeguato
Habitat della specie localmente in calo o peggioramento inadeguato
Complessivo   inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Stesse minacce affliggono la popolazione “mediterranea”, salvo che qui consistenze ridotte all’osso e locali estinzioni fanno temere il peggio riguardo alla persistenza di una popolazione appenninica di Gufo reale nel medio e lungo periodo. È dunque alla popolazione peninsulare della specie che vanno indirizzati in particolare gli interventi di tutela, dalla priorità assoluta della messa in sicurezza dei cavi aerei fino alla limitazione del disturbo umano presso i siti riproduttivi.

 

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* ridotto, ancora in contrazione cattivo
Popolazione in calo anche marcato, ridotta cattivo
Habitat della specie localmente in calo o peggioramento inadeguato
Complessivo   cattivo

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Corporatura imponente e massiccia, grandi occhi gialli, l’incontro con il Gufo reale può essere particolarmente appassionante e inquietante allo stesso tempo. Lo stesso si può dire del canto, grave e maestoso, di questo grande rapace, che apre, dopo il tramonto, un’altra lunga notte di caccia.