GUFO REALE
NOME SCIENTIFICO: Bubo BuboNelle fiabe rappresenta spesso la personificazione della saggezza, della sapienza. Nella realtà questo uccello, rapace notturno per eccellenza, è uno dei più abili predatori alati usciti dallo scrigno di madre natura. Anatre, pernici. Ma anche lepri e conigli. Sono molti gli animali che temono le zampe del Gufo reale, in grado di stritolare senza difficoltà addirittura una volpe. Come molti rapaci, poi, il Gufo reale è abituato a occupare il nido di altri uccelli – e a scacciarli, se necessario – nonché a ingoiare le prede intere. E, come altri rapaci, ha un solo nemico: l’uomo…
Prospettive
È stato stimato come densità inferiori a una coppia per 100 km quadrati impongano sempre grande cautela nel valutare le possibilità di sopravvivenza delle singole popolazioni. Ampiamente studiata sia in Europa che in Italia, restano tuttavia sul tavolo diverse lacune, specialmente relative alla dinamica di popolazione e ai tassi di mortalità.
Localmente, gli aumenti registrati dalla specie potrebbero essere spiegati più da migliorate conoscenze che da un reale incremento delle singole popolazioni. Non esistono in ogni caso, attualmente, dati di mortalità sufficientemente accurati per procedere al calcolo di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) su basi scientificamente fondate.
A destare particolari preoccupazioni, è comunque la popolazione appenninica di Gufo reale. Mentre infatti la popolazione alpina e prealpina mostra stabilità o locali incrementi nelle aree meno soggette a disturbo umano, la specie è in grande sofferenza in tutti gli Appennini, e locali estinzioni come in Sicilia. Tutte queste popolazioni risultano comunque troppo ristrette per ipotizzare una persistenza della specie a lungo termine.
Fermarne il declino nell’Italia peninsulare rappresenta una priorità per la tutela del Gufo reale nel nostro Paese. Tra le misure da adottare, spicca la necessità di mettere in sicurezza i cavi aerei dell’elettricità, che rappresentano uno dei pericoli più importanti nonché la principale causa di mortalità nella popolazione appenninica.
Di tale popolazione è possibile identificare un target di conservazione a medio termine – proponendolo come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) e utilizzando parametri relativi ad altre specie di rapaci – pari a circa 260 coppie, a loro volta corrispondenti a una Minima Popolazione Vitale di 600 individui. Per quanto riguarda la popolazione alpina, poi, nonostante l’andamento stabile o favorevole, è comunque importante monitorare nel dettaglio il successo riproduttivo, che non dovrebbe scendere al di sotto del 60% in termini di coppie di successo e a 1,7-1,8 in termini di tasso d’involo.