MERLO DAL COLLARE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliMERLO DAL COLLARE

NOME SCIENTIFICO: Turdus torquatus
 

Torquatus, ovvero adornato di colletto: il largo collare bianco è il segno distintivo che rende inconfondibile questo merlo di montagna, abituato ai boschi e alle radure oltre i 1.000 metri d’altitudine. Per il nido, sceglie punti nascosti tra le rocce e protetti dagli arbusti d’alta quota, ma per la caccia esce allo scoperto, posizionandosi in ambienti aperti, dove non è raro osservarlo mentre intona il suo canto. In caso di pericolo spicca il volo, emettendo un caratteristico verso d’allarme simile a quello del Merlo. Durante la migrazione spesso si unisce ad altri tordi, spostandosi per l’inverno nella regione mediterranea e nella parte nord-occidentale del continente africano.

Prospettive

Sul Merlo dal collare  sono stati compiuti numerosi studi riguardanti ecologia e distribuzione in ambito alpino, area che presenta a livello nazionale la maggior concentrazione di individui. Mancano tuttavia, dati attendibili per ciò che riguarda la biologia e la densità riproduttiva della specie e si registrano lacune importanti tra le informazioni relative ai principali parametri demografici della popolazione.

Sulla base dei dati a disposizione, è stato possibile stabilire un Valore di Riferimento Favorevole (FRV). Nell’area alpina, questo si attesta a 3 coppie territoriali per km2 e, in condizioni particolarmente favorevoli, a 1,6-1,7 coppie ogni 10 ettari. A scala locale il valore proposto è di 1.7 coppie ogni 10 ettari, mentre a scala di comprensorio il numero di coppie necessario per garantire la persistenza della specie nel medio-lungo periodo è pari a 3 per chilometro quadrato.

Nell’area alpina la densità della specie varia sensibilmente a seconda del settore, mentre non sono disponibili dati sufficienti per quanto riguarda la dorsale appenninica. Sia in Italia che all’estero la percentuale dei giovani individui involati si aggira intorno al 60%. Nel nostro Paese, l’andamento della specie risulta fluttuante con buoni margini di stabilità a livello locale, ma il suo stato di conservazione non risulta ancora sufficientemente conosciuto ed è quindi da considerarsi, allo stato delle cose, complessivamente inadeguato. Sono quindi auspicabili monitoraggi su aree campione per stabilire con maggiore precisione le densità riproduttive della specie.

Trattandosi di una specie di montagna, al fine di non minacciare la sua sopravvivenza è necessario operare continui controlli sulle strutture antropiche di alta montagna legate agli sport invernali, affinché queste non mettano a repentaglio l’habitat della specie. È inoltre auspicabile non intraprendere attività che possano minacciare le radure, dove il Merlo dal collare costruisce il nido e depone le uova.