PASSERO SOLITARIO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
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Specie protette dalla Direttiva UccelliPASSERO SOLITARIO

NOME SCIENTIFICO: Monticola solitarius
 

Il magnifico colore blu cobalto del suo mantello lo rende subito riconoscibile tanto al suolo, dove zampetta in gran velocità, quanto nel volo, durante il quale sorveglia zone rocciose alla ricerca di qualche prelibato insetto. A dispetto di quanto narrato nei versi di due grandi poeti, il Monticola solitarius non è affatto foriero di tristezza e solitudine: al contrario, il suo canto è dolce e melodico. Spesso dimora negli anfratti di vecchi palazzi diroccati, in piccoli e remoti paesi dell’Italia meridionale, da cui domina il territorio sottostante: ecco allora che è possibile intravedere “il Passero solitario” disegnato dalla penna di Giacomo Leopardi…

Prospettive

Nonostante la grande rilevanza del nostro Paese per la sua conservazione, la specie in Italia è ancora poco studiata, salvo alcuni contributi a carattere per lo più locale. È quindi necessario, anzitutto, analizzarne più nel dettaglio esigenze ecologiche, biologia riproduttiva e dinamica di popolazione.

Sulla base dei valori di densità disponibili, è comunque possibile fissare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) pari a 3 coppie per 10 ettari su scala locale e a 15 coppie per km2  a scala di comprensorio.  Per ambienti particolarmente idonei quali coste rocciose a picco con esteso sviluppo lineare, come coste rocciose marine o lacustri, si possono ipotizzare come ideali per la specie valori pari a 2,5 maschi per km di falesia rocciosa.

Molto importante è, in ogni caso, tutelare l’habitat della specie, con particolare riferimento ai luoghi idonei alla costruzione del nido. Misure di tutela andrebbero poi previste con riferimento ai principali siti di presenza, mettendo in atto anche interventi di ripristino o risistemazione su strutture quali cave o edifici storici.

Un’ulteriore precauzione fa riferimento alla necessità di limitare il disturbo legato ad attività turistiche, in particolare l’arrampicata sportiva. Per contro, l’abitudine del passeriforme di costruire il nido in zone particolarmente impervie rappresenta una difesa piuttosto efficace contro i potenziali predatori.