PICCHIO ROSSO MEZZANO
NOME SCIENTIFICO: Dendrocopos mediusCome altre specie di picchi, vive in stretta simbiosi con gli alberi, nei quali costruisce il nido e dai quali, grazie agli insetti che vivono nella corteccia, ricava prezioso nutrimento. A differenza però dei suoi principali “cugini” non è raro vederlo nella parte superiore delle piante, dove le specie di maggiori dimensioni raramente si avventurano alla ricerca di cibo. Tipicamente ondulato il volo, con rapidi battiti d’ala a cui si alternano brevi tratti di “discesa” ad ali chiuse.
Ordine: Piciformes Famiglia: Picidae
A differenza di altre specie simili di picchi, il Picchio rosso mezzano non utilizza il classico “tambureggiamento” per la delimitazione del territorio. Anche il becco, meno affilato e potente rispetto a quello dei “cugini”, viene più spesso utilizzato per catturare gli insetti che per scavare buchi negli alberi.
La minore necessità di delimitare il territorio è probabilmente dovuta alla possibilità, per un uccello di dimensioni così modeste, di avventurarsi alla ricerca di cibo anche sulle chiome degli alberi, fino a raggiungerne le parti apicali. Zone, queste, in cui difficilmente si avventurano specie di maggiori dimensioni, mentre l’avvistamento a terra di un Picchio rosso mezzano rappresenta un evento del tutto eccezionale, preferendo vivere la maggior parte della propria vita nel fitto delle chiome.
Particolarmente lussureggiante è il piumaggio, nero sul dorso, a cui fanno da contrasto ali punteggiante di bianco e capo grigio su cui campeggia la classica macchia rossa, questa sì, comune ad altre specie. Il Picchio rosso mezzano è un uccello raro in tutta Europa, e proprio per questo la specie merita la massima attenzione, pur essendo la popolazione italiana piuttosto limitata e localizzata.
Il Picchio rosso mezzano, nella sottospecie nominale, abita l’intera Europa, esclusa Turchia e Caucaso, dove vive la sottospecie caucasicus . Ad altre sottospecie endemiche della Turchia si affiancano quelle presenti in Iran e Iraq. Ovunque il Picchio rosso mezzano è prevalentemente stazionario, con possibili “erratismi” invernali.
Variabili le densità rilevate in Basilicata e sul Gargano, comprese nella forbice tra 0.5 e 1,9 coppie territoriali ogni 10 ettari, con distanza minima tra due nidi pari ad almeno 130 m. Più contenuta la densità rilevata più a nord, in Abruzzo, nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con densità comprese tra 0,1 e 0,20 coppie per km quadrato.
Queste le uniche informazioni a disposizione degli esperti, mentre non sono stati tuttora condotti studi approfonditi sui parametri demografici e riproduttivi della specie. Per questo risulta impossibile, allo stato delle cose, calcolare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la popolazione di Picchio rosso mezzano nel nostro Paese.
La sua relativa rarità, la popolazione estremamente ridotta e localizzata, determinano in ogni caso un quadro profondamente incerto. Per questo è opportuno sostenere una gestione forestale adeguata dei siti di nidificazione noti, nonché evitare per quanto possibile ogni forma di disturbo antropico presso tali siti.
Considerando gli unici valori di densità disponibili, è comunque possibile fornire alcuni target di conservazione di medio periodo. In aree forestali idonee alla specie, in particolare, andrebbero raggiunte densità non inferiori a una coppia ogni 10 ettari. Densità che, in aree ottimali, non dovrebbe scendere al di sotto di 1,5 o 2 coppie, a parità di superficie considerata.
Il Picchio rosso mezzano è legato ai climi moderatamente caldi, all’interno della fascia temperata. Non a caso, predilige quote basse o medio-basse, fatta eccezione per l’Italia meridionale in cui la specie nidifica anche fino a 1.600 m di altitudine. A prima vista più duttile rispetto ad altre specie di Picchio – date le sue ridotte dimensioni – il Picchio rosso mezzano è invece caratterizzato da esigenze ecologiche piuttosto complesse.
Di solito, la specie predilige boschi misti di latifoglie e conifere, purché con abbondante presenza di querce e con vegetazione non troppo fitta. Fondamentale appare anche la presenza di alberi e rami morti, mentre la specie evita accuratamente querceti troppo isolati o di dimensioni inferiori ai 5 ettari.
Pur in assenza di informazioni specifiche su successo riproduttivo e sui fattori influenzanti l’esito della riproduzione, è abbastanza nota l’incapacità da parte di questa specie di adattarsi a nuovi ambienti, nonché la sua dipendenza da habitat forestali specifici e maturi. Questo rende le popolazioni di Picchio rosso mezzano molto vulnerabili al disturbo umano, diretto o indiretto.
Altro fattore che pesa sulla specie – aggravato anche in questo caso dalla scarsa adattabilità della stessa – sono le pratiche di gestione forestale intensiva, con particolare riguardo ai rimboschimenti con piante diverse, all’alterazione della struttura delle foreste. Infine, anche per questa specie costituisce una grave minaccia l’abitudine di rimuovere piante vecchie o malate, sito ideale per la costruzione del nido.
In Italia, le popolazioni più consistenti si trovano nell’Appennino meridionale, anche se storicamente la specie potrebbe essere stata molto più abbondante e diffusa. Forte, anche in questa specie, è la predilezione per alberi malati o addirittura morti, pur dimostrando una scarsissima capacità di adattamento ad habitat non in linea con le proprie esigenze ecologiche, il che spiega, tra le altre cose, l’estrema localizzazione della specie e la scarsa consistenza delle relative popolazioni.
La specie è attualmente classificata come sicura nell’Unione Europea. Stabile tra il 1970 e il 2000, la popolazione “comunitaria” di Picchio rosso mezzano potrebbe raggiungere attualmente le 78mila-210mila coppie, pari a circa due terzi della popolazione continentale complessiva, valutata in 140-310mila coppie.
Grande è il ruolo del continente europeo per la conservazione della Picchio rosso mezzano, in quanto a nidificare al di qua degli Urali è una frazione compresa tra il 50 e il 74% della popolazione globale. Importante anche la salvaguardia della popolazione italiana, stimata in 400-600 coppie con trend sconosciuto: essendo la specie concentrata in Europa, anche l’esigua popolazione nazionale riveste infatti grande interesse dal punto di vista “biogeografico”.
Purtroppo, non sono disponibili stime quantitative recenti anche se la specie appare attualmente, nel complesso, stabile. Diverso lo scenario se si analizzano i dati storici: probabilmente presente – pur se non abbondante – sulle Alpi e nel nord Italia in genere, attualmente la popolazione di Picchio rosso mezzano risulta confinata in alcune aree dell’Italia meridionale, soprattutto sul Gargano. Scarso in Molise, è invece abbastanza comune in Basilicata nei boschi di faggi e cerri. Di nuovo localizzato in Campania, predilige anche qui faggete e cerrete ma occasionalmente sceglie boschi maturi di ontani.
Piuttosto raro, il Picchio rosso mezzano è presente nel nostro Paese con popolazioni estremamente ridotte e localizzate. A questo si aggiunge un quadro di conoscenze sulla specie non ancora sufficientemente approfondito per la definizione di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) su basi scientificamente fondate. Probabilmente favorevole nei siti in cui la specie è presente, l’habitat del Picchio rosso mezzano risulta però altamente vulnerabile, essendo la specie fortemente intollerante sia al disturbo umano sia alle pratiche di gestione forestale poco attente alle sue esigenze ecologiche. Per questo il giudizio complessivo sullo stato di conservazione del Picchio rosso mezzano in Italia non può dirsi tuttora soddisfacente.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | poco conosciuto ma ridotto, contratto | sconosciuto |
Popolazione | stabile, localmente in calo, ridotta | inadeguato |
Habitat della specie | probabilmente favorevole | favorevole |
Complessivo | inadeguato |
*Variazione della popolazione negli anni
Uno dei metodi più efficaci per l’individuazione del Picchio rosso mezzano è appunto seguirne il canto, piuttosto caratteristico e riconoscibile anche da parte di un orecchio non esperto. Al richiamo riproduttivo, che può ricordare un “lamento”, si accompagna poi una sequenza molto più lenta e composta da suoni più distanziati rispetto a quelli emessi da altre specie simili. È quest’ultimo il richiamo che contraddistingue il Picchio rosso mezzano per tutto il resto dell’anno.