SCHIRIBILLA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSCHIRIBILLA

NOME SCIENTIFICO: Porzana parva
 

Il suo buffo nome sembra calzare a pennello su una specie affascinante eppure estremamente schiva, vero “incubo” per birdwatcher anche esperti. Rarissima, anch’essa, come altri Gruiformi, abituata a stare nascosta nel fitto dei canneti, raramente si osserva in volo. Fanno eccezione le prime luci dell’alba e il tramonto, quando la Schiribilla si avventura in brevi voli sulla palude: ma anche in quei casi, la scarsa illuminazione rende estremamente difficile distinguerla da altre specie simili…

Stato di salute

Classificata come “sicura” nell’Unione Europea, la popolazione “comunitaria” di Schiribilla è compresa tra le 17mila e le 30mila coppie, e costituisce circa un quarto della popolazione continentale complessiva, stimata in 61-140mila coppie, tra il 5 e il 24% di quella globale. Mai oggetto di uno specifico Piano d’Azione Internazionale e Nazionale, la Schiribilla è tutelata dalla Direttiva Uccelli e considerata in “pericolo critico” dalla Lista Rossa Nazionale.

L’Italia ospita una frazione molto modesta di questa specie, la cui distribuzione invernale risulta peraltro poco conosciuta. A seconda degli autori, la popolazione stimata oscilla tra le 5-20 coppie e le 20-60 coppie, comunque in decremento e con evidenti fluttuazioni locali. Un dato che contrasta con la situazione riscontrata a livello comunitario, dove la specie è stabile fin dal 1970, mentre qualche segnale di difficoltà – limitatamente agli ultimi anni del secolo scorso – è stato riscontrato su scala continentale.

Storicamente la Schiribilla ha nidificato in Pianura Padana, Toscana, Umbria, Lazio e Sicilia. In Lombardia era di certo presente nel Varesotto fino agli anni Sessanta, e negli anni Settanta la si poteva osservare alla Palude Brabbia e al Lago di Biandronno. Qualche osservazione successiva, unita all’accertamento di alcune nidificazioni nelle valli del Mincio, fanno pensare che la specie sia ancora presente, seppure in forte sofferenza.

Analoga situazione in Veneto, mentre in Emilia-Romagna la specie è certamente nidificante nella fascia costiera settentrionale. Pochissime le informazioni recenti sul resto della Penisola, con la maggior parte delle osservazioni che hanno comunque coinvolto – si trattava però, anche in questo caso, della fine degli anni Settanta – le aree umide costiere della Toscana.