STORNO NERO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliSTORNO NERO

NOME SCIENTIFICO: Sturnus unicolor
 

Specie “loquace” per eccellenza, lo Storno nero si esibisce volentieri in concerti di gruppo, mentre staziona con i propri simili lungo i fili elettrici. Ma lo si può vedere anche poggiato sulla schiena dei bovini al pascolo, mentre si lascia trasportare. Abitante delle nostre isole maggiori, qui ha trovato un clima adatto e cibo in abbondanza. È soprattutto tra gli uliveti che si trova a proprio agio, essendo le olive il suo pasto prediletto. Molto simile allo Storno, se ne discosta per la peculiare livrea scura e lucida…

Prospettive

A causa della sua natura prevalentemente coloniale, non è possibile formulare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per lo Storno nero. Tenuto conto che sul territorio nazionale le popolazioni godono di uno stato di conservazione soddisfacente, le prospettive sono buone e non appaiono necessarie, ad oggi, azioni particolari per favorire la specie.

Anche qualora si rendessero necessarie misure di contenimento, a causa della sua eccessiva proliferazione, andrebbe tenuto conto che lo Sturnus unicolor   può mostrare anche comportamenti parzialmente migratori, con spostamenti a breve raggio o nomadismi. Le rilevazioni dimostrano infatti che su un campione di 24 uccelli inanellati in Spagna, il 59% sono stati ricatturati entro 9 km dal nido, il 37% tra 9 e 99 km e solo il 4% oltre i 500 km, con una media distanza di 32,2 km coperta dagli adulti e di 41,9 km dai giovani.

Le distanze maggiori sono percorse probabilmente da individui che si sono aggregati a stormi svernanti di Storno, specie invece tipicamente migratrice. I movimenti di maggiore estensione sono stati registrati in autunno e in inverno, con stormi che possono raggiungere i 100.000 esemplari, indicando tendenze al nomadismo durante queste stagioni. In Sardegna e in alcune parti della Spagna, peraltro, l’areale riproduttivo e di svernamento coincidono.