TOTTAVILLA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliTOTTAVILLA

NOME SCIENTIFICO: Lullula arborea
 

Agile in volo, in grado di correre abilmente e velocemente sul terreno, dotata di un canto delizioso e inconfondibile. È la Tottavilla, di cui si può talvolta scorgere il nido ben mimetizzato tra l’erba. Raramente lo costruisce sugli alberi, pur essendo abituata a posarsi su di essi, e proprio per questo detta “arborea”. Particolarmente caratteristico è il volo “a spirale” che questo uccello compie dall’albero verso l’azzurro del cielo, costantemente cantando…

Prospettive

Andamenti negativi nella popolazione di Tottavilla sono stati registrati un po’ ovunque, anche nelle aree di maggiore presenza, poste nell’Italia peninsulare centrale e meridionale. Nel Lazio, per esempio, nella zona costiera, sono state rilevate densità non superiori alle 0,33 coppie ogni 10 ettari, e solo 0,14 considerando la media regionale. In Puglia, nelle Gravine Ioniche, la specie è presente in modo irregolare: gli ultimi censimenti parlano di 0,05 coppie ogni km lineare. Oltremodo limitata la densità più a nord, 1,2 maschi cantori per 10 ettari in provincia di Parma.

Purtroppo, è evidente il carattere prevalentemente locale di queste informazioni, e allo stesso modo i principali parametri demografici e riproduttivi della specie sono stati approfonditi solo sporadicamente e relativamente a popolazioni limitate. È comunque utile proporre Valori di Riferimento Favorevole (FRV) in termini di densità: su scala di comprensorio, è possibile proporre la soglia accettabile di 10 coppie per km², mentre a scala locale, in aree idonee estese – indicativamente qualche decina di ettari – la densità dovrebbe superare 3 coppie per 10 ettari.

Per aree con presenza scarsa o popolazioni fluttuanti, la soglia di presenza non dovrebbe comunque scendere al di sotto delle 2.3 coppie per km² su scala di comprensorio, una coppia ogni 10 ettari su scala locale. Valori, questi ultimi, che potrebbero costituire un buon obiettivo intermedio per puntare poi al raggiungimento dell’FRV specialmente in quelle aree della bioregione continentale che vedono una presenza sempre più localizzata della specie, largamente inferiore alla consistenza storica e con un decremento proseguito anche in anni recenti.